Il Tirreno

Polo siderurgico

Piombino, traffici per 200 navi in porto con l’avvio di Metinvest Adria

di Manolo Morandini

	Un rendering dell’acciaieria elettrica Metinvest Adria nelle aree di Ischia di Crociano a Piombino
Un rendering dell’acciaieria elettrica Metinvest Adria nelle aree di Ischia di Crociano a Piombino

A tracciare la rotta è il gruppo logistico Fratelli Cosulich: «Stiamo finalizzando con Metinvest il progetto dove noi avremo la gestione della banchina dedicata all’acciaieria»

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PIOMBINO. Visto dal fronte del porto il progetto Metinvest Adria promette di rivitalizzare i traffici. A dare i numeri è Augusto Cosulich, amministratore delegato dell’omonimo gruppo genovese che si è finora occupato di gestire in esclusiva tutta la logistica di Metinvest in Italia. E lo farà anche per l’acciaieria elettrica di Piombino, impianto per la produzione di 2,7 milioni di tonnellate di coils grezzi. «Prevediamo ogni anno 100 navi in arrivo e 100 navi in uscita dal porto per l’import di rottami di ferro e per l’export di coils». Questa è la dimensione dell’attività data in occasione del convegno “Geopolitica, logistica e leve commerciali nell’impiantistica industriale” organizzato, il 9 dicembre a Milano, dalla sezione Logistica dell’Associazione nazionale impiantistica industriale (Animp). E giusto per avere un termine di raffronto nel 2024, che è l’ultimo dato disponibile, il porto ha movimentato 6, 8 milioni di tonnellate di merce.

La logistica

L’amministratore delegato Cosulich traccia la rotta. «Stiamo finalizzando con Metinvest il nuovo grande progetto di Piombino dove verranno prodotti 2,5 milioni di tonnellate di coils e dove noi avremo la gestione della banchina dedicata all’acciaieria – dice alla testata specializzata nel trasporto marittimo Shipping Italy –. Non siamo mai stati terminalisti prima d’ora, fatta eccezione per una joint venture a Napoli come Cosco nel terminal container, ma dalla quale siamo usciti da tempo».

Augusto Cosulich mette in fila dimensioni e portata del progetto che fa capo a Metinvest Adria. «Quello di Piombino è un progetto non molto supportato dai siderurgici italiani per paura della concorrenza, ma invece c’è grande necessità di coils oggi prodotti all’estero – sostiene –. Per noi sarà una grande sfida, ma abbiamo già fatto studi e piani, prevediamo ogni anno 100 navi in arrivo e 100 navi in uscita dal porto per l’import di rottami di ferro e per l’export di coils. Siamo molto eccitati per questo progetto» il cui avvio richiede almeno ancora un paio d’anni e dove per l’attività terminalistica saranno necessari investimenti nell’ordine almeno dei 30 milioni di euro.

I tempi

L’avvio dei cantieri nelle aree industriali di Ischia di Crociano è stimato entro il 2026, con l’obiettivo di raggiungere la piena capacità produttiva nel 2029. A dare una certezza in più per l’acciaieria elettrica Metinvest Adria è l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della dichiarazione di preminente interesse strategico nazionale per il progetto di investimento che fa capo al gruppo italo-ucraino. Un passaggio non da poco, perché il provvedimento mira a semplificare i processi autorizzativi, che avranno un iter certo e con tempi definiti, grazie alla possibilità di nominare un commissario straordinario.

L’investimento complessivo è pari a 3,2 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi in conto capitale e 600 milioni in spese operative, con una componente estera rilevante e un sostegno pubblico di 323 milioni di euro in incentivi statali. L’impianto a regime avrà una capacità produttiva superiore a 2,7 milioni di tonnellate annue di coils. Dal punto di vista occupazionale, si prevedono 800 assunzioni dirette e 300 indirette, con un percorso preferenziale per i lavoratori attualmente in cassa integrazione straordinaria di Jsw per i quali sono stati avviati in questi giorni i primi colloqui.

La prospettiva

C’è un altro filo che lega Fratelli Cosulich a Piombino. Nel 2020 il gruppo italiano della logistica è entrato in Trasteel, che è l’unica realtà industriale ad aver formalizzato un’offerta di acquisto per Magona.

Ad oggi il destino dei circa 500 addetti dello stabilimento di via Portovecchio resta appeso al buon esito della procedura di composizione negoziata della crisi di impresa che dovrebbe chiudersi con il passaggio dello stabilimento dal gruppo anglo-indiano Liberty Steel alla società svizzera Trasteel. Da tempo sono in corso le negoziazioni e la ricerca di soluzioni coordinate da un esperto indipendente per far uscire il sito produttivo piombinese dalle sabbie mobili attraverso un passaggio di mano che – ad oggi – è l’unica soluzione percorribile e alternativa al fallimento. Il potenziale acquirente, nel corso di un incontro a novembre con i sindacati aveva aperto alla possibilità di far ripartire in maniera graduale le linee di produzione, garantendo una parziale fornitura di coils. Ma ad oggi non si registrano novità.
 

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