Presepe e albero cuciti a mano dalle nonne del paese: in Toscana il borgo del natale magico
Un lavoro andato avanti per mesi e un grande spirito di squadra: «Il principio è quello del “non si butta via niente”»
Fili di lana di ogni colore, i ferri dell’uncinetto che tante volte sono stati usati per rammendare qualche calza o maglietta, quando gli oggetti avevano ancora un valore e non si gettavano via appena si mostravano un po’ sdruciti. C’è voluta un’annata, ma soprattutto tanta pazienza per realizzare oltre 400 centrini. Servivano per creare un albero di Natale e così una ventina di donne anziane del paese, dagli 80 anni in su, si sono ritrovate la sera o si sono messe comode sul loro divano di casa e hanno iniziato a sferruzzare, tra chiacchiere e ricordi.
Dopo l’albero, il presepe
Poi, dopo l’abete, è stata la volta del presepe. Anche quello cucito interamente a mano, la lana che forma volti, vestiti e capelli attorno a bottiglie riciclate.
Piazza Puccioni e l’iniziativa
Ora il frutto di tanto amore e impegno è visibile a tutti, in piazza Puccioni a Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto, sugli scalini vicino alla chiesa di San Lorenzo. L’idea è nata dall’associazione Grsna, insieme all’Auser, perché «in paese – spiega la presidente di Grsna, Virginia Salvadori – abbiamo un’alta percentuale di anziani e quindi volevamo offrire loro un’attività da fare».
La struttura dell’albero
Le donne di Monterotondo così hanno “rispolverato” aghi, uncinetti e conoscenze acquisite in anni e anni di pratica. «La struttura dell’albero, in legno e ferro – spiega la presidente – è stata realizzata dal marito di una delle due volontarie che hanno seguito il progetto». Sopra è stato posizionato un cono, la base per i centrini realizzati dalle sapienti mani delle paesane con un pacco di lana regalata.
Il presepe di materiali riciclati
Anche il presepe è stato costruito interamente con materiali riciclati, con gli scarti che ciascuno aveva in casa, adottando il principio del “non si butta via niente”. Prima è stata realizzata la Natività, poi si sono aggiunge le altre statuine, per un totale di diciotto. Ecco quindi la fruttivendola, la lavandaia, l’allevatore con le sue galline.
Bottiglie e fili di lana
Stavolta la forma strutturale l’hanno prestata le bottiglie, su cui le anziane del paese, coordinate dalle volontarie, hanno intessuto fili di lana. Anche in questo caso il lavoro non è stato poco: l’impegno ha richiesto quasi un anno. «Si ritrovavano la sera – racconta Salvadori – per realizzare via via ciascuna statuina. Per loro è stato un divertimento, questo è sicuro. Si sono divertite a fare tutto, anche lo stenditoio con i panni». Ed erano attente «a qualsiasi cosa, ai più piccoli dettagli».
Ricordi di tempi andati
La scena rievoca tempi andati, quando le donne del paese si ritrovavano fuori la casa di una di loro, o a un crocicchio paesano, e lì sedute, con i ferri in mano, si mettevano a tessere e a parlare di qualsiasi cosa: storie di vita, pareri e, perché no, anche qualche pettegolezzo.
Aggregazione e divertimento
«L’iniziativa – conferma Salvadori – era un modo per creare un momento di aggregazione, fondamentale soprattutto per chi è vedova o vive da sola». Il ritrovo era alla sede dell’Auser, ma appunto chi voleva poteva anche stare nel salotto di casa. «Si sono divertite tantissimo», conferma Carla Betti, una delle due volontarie dell’associazione Grsna che ha seguito il progetto.
La soddisfazione finale
E a questo s’aggiunge poi la soddisfazione – grande – di vedere il risultato finale, che anche quest’anno abbellisce lo spazio alle spalle della chiesa di San Lorenzo.
L’idea dai social
«Grazie ai social – spiega Betti – ho visto questi alberi realizzati all’uncinetto e mi sono detto “perché no?” Quindi abbiamo fornito un modello di questi quadretto, dando anche la misura dei centrini, e poi le paesane sono andate a fantasia, ognuna ha scelto il colore e modello che voleva».
Collaborazione e futuro
Il lavoro non è stato mica semplice. «Sono state impegnate, sicuramente», conferma Betti con un sorriso. Fondamentale però è stata la collaborazione, la certezza di lavorare insieme a qualcosa di bello». Per questo «l’idea dell’associazione – assicura Betti – è quella di rifare un’iniziativa simile, per far fare un lavoro anche quest’anno».
Nuove idee dopo le feste
E sì, «la lana colorata è finita – dice in conclusione – ma dobbiamo farci venire in mente qualcos’altro. Dopo le feste penseremo a qualche altra iniziativa, questo è sicuro».
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