Il Tirreno

Lavoro

Liberty Magona, altra beffa per i 476 addetti: niente soldi per gli stipendi

di Manolo Morandini
Liberty Magona, altra beffa per i 476 addetti: niente soldi per gli stipendi

Piombino, la casa madre non trasferisce le risorse per il pagamento. I sindacati chiedono di tornare a Roma quanto prima e il 30 settembre indicono l’assemblea sotto il Palazzo comunale

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PIOMBINO. Doccia gelata per i 476 addetti di Liberty Magona. Il gruppo angloindiano non rispetta l’impegno che si è assunto. «La direzione Liberty Magona, dopo un aggiornamento con tutto il comitato di direzione, ci ha convocato alle 12,30 per comunicarci che il bonifico previsto dal settore finanziario Liberty non è arrivato come invece era previsto per oggi e come ci era stato comunicato nei giorni scorsi e stanno valutando come risolvere e pagare gli stipendi entro fine mese». Così i sindacati Fim-Fiom-Uilm e i coordinatori Rsu riassumono l’incontro che ha, semmai ce ne fosse stata necessità, amplificato la complessità della vertenza. E indicono per il 30 settembre alle 15 l’assemblea dei lavoratori con presidio sotto il palazzo comunale. Data a cui si lega l’offerta vincolante di acquisto del gruppo svizzero Trasteel.

I 401 addetti diretti di Liberty Magona avrebbero dovuto riscuotere il salario di agosto il 10 settembre. La scadenza per i 75 interinali in forza nella fabbrica è stata il 15 settembre. Nello stabilimento pressoché paralizzato dalla sera del 16 ci si è concentrati sul 25 settembre. È questa la data strappata quel pomeriggio al tavolo convocato dal ministero delle Imprese, da istituzioni e sindacati al direttore Liberty Magona Lino Iallorenzi e al Ceo del Gruppo Ozcan Tocker per il pagamento degli stipendi. Data monitorata in questi giorni dai sindacati. «La direzione si è attivata a seguito della nostra richiesta contattando il Ceo che la mattina del 23 settembre ha comunicato ufficialmente alla direzione di Piombino che i fondi necessari al pagamento delle spettanze saranno a disposizione in azienda il 25 e saranno disponibili sui conti correnti dei lavoratori il 26 settembre».

Che cosa è accaduto? Che l’interlocutore sia sfuggente al tavolo della vertenza più volte ne ha dato la prova. Eppure, a fronte di una crisi gravissima sembrava si fosse definito il percorso per tutelare i lavoratori e garantire un futuro a una fabbrica che vive il paradosso di saltare non per mancanza di mercato, ma per i riflessi di una crisi finanziaria. Gli ordini ci sarebbero stati, ma non ci sono le risorse per acquistare i coils necessari a far marciare le linee. Per troppi mesi si è andati avanti con clienti che si sono fatti carico di anticiparne l’acquisto con l’unico effetto di erodere i margini di guadagno. Nel 2024 il volume di produzione si è attestato a circa il 40 per cento dell’anno precedente. Quest’anno si stima di chiudere al 5 per cento.

«Ci siamo tutti attivati per accelerare al massimo i tempi del pagamento – dicono i sindacati –, ma ad oggi manca ancora il decreto per il pagamento diretto dall’Inps della cassa integrazione e abbiamo chiesto un incontro urgente al direttore Inps». Che proseguono: «Ci comunicano che stanno continuando a trattare con Transteel per fare con loro entro fine mese un accordo di inserimento nella certificazione negoziale della crisi per arrivare a un affitto dello stabilimento che potrebbe dare risposte anche per il pagamento dello stipendio attuale e per i futuri stipendi».

C’è un carico di coils nei magazzini, pagato in anticipo dal cliente. È arrivato in nave al porto di Piombino ed è stato scaricato, ma le lavorazioni, decapaggio, verniciatura, zincatura, restano congelate. Il carico vale una settimana di lavoro ed è comunque benzina per non far spegnere i motori dello stabilimento. «Ribadiamo che non si può chiedere ai lavoratori di andare al lavoro senza che gli siano stati pagati nemmeno gli stipendi di agosto – sottolineano i rappresentanti sindacali –. E senza certezze sul pagamento dello stipendio corrente non siamo disponibili a fare partire le attività, escluso i comandati per salvaguardare lo stabilimento. A questo punto il 30 settembre – scadenza dell’offerta vincolante del gruppo svizzero, ndr – diventa una data determinante sia per avere certezze degli stipendi, sia per la definizione dell’accordo con Transteel».
 

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