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Piombino, all’ex Carsal apre il cantiere: sarà una casa del Dopo di noi

di Manolo Morandini

	L'ex Carsal
L'ex Carsal

L’edificio ristrutturato nel 2019 è destinato a uscire dal cono d’ombra. Saranno ospitate 6 persone disabili che si gestiranno in modo autonomo

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PIOMBINO. È destinato a uscire dal cono d’ombra l’ex Carsal. L’edificio, la cui ristrutturazione si è conclusa a settembre 2019, è parte del progetto “Dopo di noi” che la Società della salute Valli Etrusche sta mettendo a punto con la prossima apertura di quattro appartamenti, ciascuno in grado di accogliere sei ospiti. Si tratta di persone con disabilità, ma perfettamente in grado di gestire un ambiente domestico e un lavoro. Con l’aiuto di un operatore e di una rete di sostegno che li rende autonomi potranno vivere insieme.

Il progetto, che beneficia dei finanziamenti della misura 5 del Pnrr per un totale di 1, 4 milioni di euro, prevede di inserire nella rete anche l’ex Carsal. Il primo appartamento sarà aperto a giugno a Rosignano Solvay, sopra il centro diurno Albicocco, entro l’estate dovrebbe essere la volta dell’ex Carsal, struttura del Comune di Piombino data in uso all’Azienda sanitaria, e a ruota altri due appartamenti a San Pietro in Palazzi in autunno. E a quel punto i lunghi periodi con tapparelle sempre abbassate e cancello sbarrato dovrebbero essere archiviati.

Dalla fine dei lavori di ristrutturazione nel 2019 si è proceduto a passo rallentato e per approssimazioni. Di fatto quello spazio progettato e ristrutturato con una spesa di 160mila euro per destinarlo a usi sociali, con il progetto “Le chiavi di casa. Insieme per un abitare supportato”, non ha mai funzionato. Solo per brevi periodi è stato aperto per dei soggiorni. L’appartamento che si sviluppa su una superficie di 140 metri quadrati nelle prossime settimane sarà interessato da nuovi lavori. “Da indirizzo del Pnrr – spiega la direttrice della Società della salute, Laura Brizzi – dovrà avere sei posti letto mentre attualmente ne ha quattro. Verranno realizzate due nuove camere con bagno». Nessuna barriera architettonica. Ci sono poi gli spazi del settore diurno: cucina, refettorio. E sul retro circa 700 metri quadrati con funzione di giardino e orto.

«In questa fase si è al lavoro per l’individuazione delle persone che andranno ad abitare negli appartamenti – aggiunge Brizzi –. Si tratta di persone che gestiranno in autonomia l’appartamento, con il sostegno di operatori, e faranno parte di un progetto di inserimento lavorativo. La gestione finanziaria sarà nostra. Il progetto fa parte di tutta una linea complessiva dell’abitare che è anche una delle priorità che abbiamo messo sul piano integrato di salute del 2025». Che conclude: «Abbiamo già delle prime adesioni. Il progetto serve a sostenere percorsi programmati e personalizzati di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine in modo da riprodurre le condizioni abitative con relazioni simili al contesto familiare».

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