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Sterpaia, scarti di demolizione per costruire la ciclopedonale
Parchi: «È materiale certificato, proveniente dal riciclo»
Piombino Un passo dietro l’altro gli si accumulano i dubbi. Cammina lungo l’area di cantiere della ciclopedonale Tirrenica, nel cuore del parco naturale costiero della Sterpaia, e mette i piedi su una lunga distesa di inerti edili. Un miscuglio di cemento, mattonelle e ceramiche, mattoni. Il tutto frantumato e posato come sottofondo del tracciato. «Davvero in un parco non si poteva fare diversamente rispetto all’uso di questi materiali?». A chiederselo è il presidente di Legambiente Val di Cornia Adriano Bruschi. E tra l’altro ad alimentare le sue perplessità è la plastica di vari genere che affiora qua e là lungo il tracciato: spezzoni di cavi elettrici, plastiche varie e perfino quel che resta di un pallone. Ma a chiarire la natura dell’intervento è il presidente Parchi Val di Cornia Luca Ardenghi a cui fa capo l’opera. Quel materiale è certificato, ma prima di procedere oltre verrà fatta una bonifica.
I dubbi
«Va benissimo l’economia circolare, ma qui non siamo in un contesto urbano o extraurbano. Siamo in un parco naturale», sottolinea Bruschi. Ma i suoi dubbi si sono fatti anche preoccupazione. «Tra gli inerti si trovano spezzoni di cavi elettrici e materiale plastico, tutte cose che lì non dovrebbero esserci perché i materiali di demolizione prima di poter essere riutilizzati come sottoprodotto devono passare da un impianto di riciclo che tolga le impurità. Invece, in quel cantiere c’è un po’ di tutto».
Il presidente del circolo locale del Cigno verde ci ha provato a chiedere spiegazioni. Ha bussato alla porta di Parchi Val di Cornia che è il soggetto attuatore del progetto, finanziato con circa 800mila euro da fondi Pnrr. E ha provato anche a chiedere nelle stanze del palazzo comunale. Risultato? «Restano tutti i dubbi del caso», dice Bruschi. Che sottolinea: «Mi sono sentito rispondere che si tratta di un progetto che è passato al vaglio di tutti gli enti e che i materiali impiegati sono certificati».
Il progetto
Il colpo d’occhio si perde lungo i circa 8,3 chilometri di tracciato di pista ciclabile attraverso il parco naturale costiero della Sterpaia, che dal confine del Comune di Follonica arriva fino all’area di Perelli 1. Si tratta del lotto 2A della ciclovia Tirrenica. é questo il tratto su cui ha camminato Bruschi, quello che va dall’ex Nano Verde in direzione del Mortelliccio. «Stando a quel che ho visto per diverse centinaia di metri quel materiale non è di certo passato da un impianto di riciclo, altrimenti non potrebbe esserci tutta quella plastica – sostiene –. Insomma, è un rifiuto e come tale potrebbe prefigurarsi uno smaltimento illecito».
La replica
A chiarire la natura dell’intervento è il presidente Parchi Val di Cornia Luca Ardenghi. «Nei tratti più critici attraversati dal tracciato della ciclopedonale è stato necessario mettere del materiale di pezzatura più grande per riuscire a consolidare il sottofondo, considerato che quella è un’area soggetta a impaludamento – dice –. Si tratta di materiale certificato e che risponde alla logica dell’economia circolare. Comunque, è lì da oltre due mesi e prima di procedere al consolidamento verrà fatta una bonifica delle plastiche di maggiore pezzatura, che per normativa è ammesso che siano presenti in minima percentuale. In pratica, più grande è la pezzatura del materiale e ovviamente più risultano visibili le parti in plastica». Che sottolinea: «Lo spirito dell’intervento è quello di operare con una logica di economia circolare, non andando a impiegare materiale di cava dove non è necessario. Su quel sottofondo di inerti è prevista la messa in opera di due strati di materiale di finitura». In che tempi? «Ci portiamo dietro un ritardo legato a una media di 25 giorni di pioggia in più tra l’autunno e l’inverno che hanno rallentato i lavori. Del resto, è accaduto anche per l’apertura dei parcheggi perché con la pioggia in quelle zone i mezzi d’opera non riescono ad accedere. L’obiettivo è di completare il tutto entro i tempi del Pnrr». La scadenza è il 30 giugno 2026.
L’intervento consiste prevalentemente nella riqualificazione e finitura della strada di servizio e degli altri percorsi esistenti nel parco della Sterpaia. Si tratta di rifare i fondi stradali con terra stabilizzata drenante, conforme alle prescrizioni tecniche per questo tipo di viabilità, salvo opere per stabilizzare il sottofondo nei tratti più critici.
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