Il Tirreno

Il retroscena

Assalto ai portavalori in Toscana, quei viaggi in nave da Olbia che hanno incastrato la banda

di Stefano Taglione

	Alcuni momenti dell'assalto
Alcuni momenti dell'assalto

Conclusi gli interrogatori: tutti in silenzio, carcere confermato. Ricostruite le fasi preparatorie del colpo

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SAN VINCENZO. Non si sono limitati a seguire il segnale gps dell’auto rubata sulla Variante e a monitorare i “cellulari citofono”, dei vecchi Nokia senza Internet e con le schede sim intestate a prestanome utilizzati per parlare fra loro nei giorni della rapina. I carabinieri del nucleo investigativo, comandati dal maggiore Guido Cioli, prima di arrestare gli 11 presunti componenti del commando che ha assaltato i due portavalori a San Vincenzo il 28 marzo scorso hanno chiesto i nominativi dei passeggeri di tutti i traghetti che hanno collegato, negli ultimi mesi, la Sardegna al resto d’Italia.

Il retroscena

Dopo appena 12 ore dall’assalto, infatti, grazie al segnale gps della Tiguan rubata in coda a un medico di Orbetello, minacciato con i kalashnikov e costretto a sdraiarsi sull’asfalto, i militari avevano già identificato il presunto basista dell’organizzazione, il pastore di 54 anni Antonio Moni, raggiunto all’alba del giorno dopo l’agguato nel suo podere di Castelnuovo Val di Cecina e trovato a dormire in una macchina fuori dal capannone, al cui interno stavano riposando due altri indagati: i quarantacinquenni di Bari Sardo (Nuoro) e Jerzu (stessa provincia) Franco Piras e Francesco Palmas, ai quali verrà poi sequestrato un bigliettino con due numeri di telefono, le cosiddette “utenze citofono”, grazie al quale l’inchiesta prenderà impulso, consentendo agli investigatori di accedere ai tabulati e ricostruire le telefonate partite da quei dispositivi, incluso il rintraccio delle posizioni delle celle agganciate.

I viaggi in nave

«Dall’analisi delle liste di imbarco delle compagnie che effettuano le tratte tra i porti della Sardegna e quelli del continente, in special modo Livorno, Genova e Civitavecchia – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – sono state individuate altre persone che non soltanto erano sbarcate in Toscana fra il 26 e il 29 marzo, ma che nei mesi precedenti avevano effettuato, pure insieme a Piras e Palmas, ulteriori viaggi dalla Sardegna, ovvero Salvatore Campus, Nicola Fois, Marco Sulis e Renzo Chierchi», nuoresi tutti arrestati dai carabinieri e ora in carcere in regime di custodia cautelare. Viaggi in nave preparatori al colpo e, infine, per arrivare in Toscana per metterlo a segno. Olbia-Livorno, Genova-Porto Torres e Civitavecchia-Arbatax alcune delle linee dove è emersa la presenza del presunto sodalizio, a bordo per lo più delle navi della Moby e di Grimaldi. È così che gli inquirenti sono arrivati, grazie anche all’analisi dei telefoni, ai nomi degli altri presunti componenti del commando che ha assaltato i portavalori.

Gli interrogatori

L’inchiesta, nel suo complesso, ha portato all’arresto di 11 persone: sono, oltre a Moni, Piras e Palmas, il cinquantenne Antonio Campus (di Olzai, Nuoro), il trentatreenne Nicola Fois (di Girasole, Nuoro), il trentacinquenne Marco Sulis (originario di Galatina, Lecce, ma residente a Villagrande Strisaili, Nuoro), il trentottenne Renzo Cherchi (di Irgoli, stessa provincia), il quarantasettenne Francesco Rocca (di Orotelli, Nuoro), i trentanovenni Alberto Mura e Giovanni Columbu, dei comuni nuoresi di Ottona e Ollolai e il quarantacinquenne di Bottidda, sempre nel Nuorese, Salvatore Antonio Giovanni Tilocca. Tutti sono in carcere per la rapina ai blindati del colosso di Vicenza, anche se Moni, Campus e Fois – pur avendo, secondo la procura, collaborato all’assalto con le armi da guerra – non hanno partecipato in prima persona, motivo per il quale – al contrario degli altri – non sono indagati per la ricettazione delle auto. Per il furto dei furgoni poi dati alle fiamme per fermare i Fiat Ducato in fila lungo il restringimento di carreggiata, invece, sono sotto accusa, oltre a Campus, Piras, Sulis, Tilocca e una quinta persona, il quarantaseienne di Arzana (Nuoro) Antonio Stochino, libero in quanto per lui non è stata accolta dal giudice. Venerdì scorso si sono tenuti gli interrogatori di garanzia, con le misure cautelari confermate per tutti (in carcere). Gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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