Laura Paolini, cieca dalla nascita si laurea con 110 con lode in Giurisprudenza
Elba, la 26enne nella sua vita non si è mai fermata davanti agli ostacoli: «Devo molto al mio carattere, alla mia famiglia, ai professori che mi hanno sostenuto»
Una laurea in Legge con il massimo dei voti, lode ed encomio della commissione. È davvero un bel successo, per chi come Laura Paolini, 26 anni, elbana, cieca dalla nascita, ha sempre dovuto combattere contro le barriere di un mondo, che spesso è ostile verso chi invece avrebbe bisogno di amore e solidarietà. «Devo molto al mio carattere, alla mia famiglia, ai professori che mi hanno sostenuto – afferma Laura, raggiante per aver realizzato il suo progetto – ma soprattutto devo questo successo alla mia compagna a quattro zampe, una Labrador di nome Jackie, che mi è stata regalata nel 2021 dai Lions elbani. Senza la sua presenza e il suo amore incondizionato, non sarei mai riuscita ad arrivare a un traguardo, nonostante i problemi e le difficoltà che una persona come me deve affrontare ogni giorno»
Complimenti Laura, anche da parte del Tirreno che ha sempre creduto in lei, “accompagnandola” fin da quando bambina si affacciava al mondo esterno non privo di barriere.
«Un mondo che, nonostante il mio handicap, ho affrontato con gioia».
La laurea in Legge ha concluso brillantemente il suo cammino scolastico. Ma come mai ha scelto di discutere una tesi che tratta un argomento complicato, come “i profili critici dell’articolo 41bis dell’ordinamento penitenziario”?
«Mi è sempre piaciuto il diritto penale e poi c’era un corso opzionale di diritto penitenziario, tenuto da un professore che mi aveva convinto dal punto di vista dell’insegnamento. Così ho deciso di preparare la tesi su quel tema».
Ha frequentato l’università sempre di presenza?
«Sempre. Tenendo l’opzione online solo durante il Covid. Sono stata per anni in un appartamento a Pisa, con mia sorella e il suo ragazzo. Più naturalmente il cane che, dal momento del primo incontro è diventato la mia ombra».
Veniamo alle barriere che le persone come lei devono incontrare ogni giorno. Spesso ha fatto sentire la sua voce richiamando alla correttezza coloro che non rispettano i dettami della buona educazione, come chi, avendo un cane, non toglie le deiezioni per strada, che per un non vedente rappresentano un grande disagio. Ma quali altri problemi è costretta a superare, pur vivendo in una località tranquilla e priva di grandi ostacoli come l’Elba?
«Gli ostacoli ci sono dappertutto, e il fatto di essere l’unica persona cieca che vive all’Elba, spesso invece di agevolare complica le cose, perché avendo un solo caso di cui occuparsi, si fa più fatica a realizzare ciò che sarebbe necessario. Infatti io non recrimino contro le istituzioni, le capisco, ma dover sempre combattere per ottenere dei diritti, non è piacevole».
A proposito di barriere ci sono anche quelle psicologiche. Per esempio, parlando di una persona come lei preferisce si dica cieca o non vedente?
«C’è chi vuole essere chiamato cieco, chi non vedente. A me non interessa. Sono ben altre le cose che mi danno fastidio».
Un ragazzo cieco ha scritto in una poesia: “Che ne sai del mio mondo buio fatto di paura”. Cosa le dice questa frase?
«Il mio mondo... vorrebbe dire tante cose. Io paura non ne ho, e nemmeno rabbia. Non mi chiedo mai: “ Perché a me?”. A volte però provo sconforto quando i diritti me li devo sudare».
Per esempio?
«All’università avrei avuto bisogno dei libri in formato digitale, che devono fornire le case editrici. E non sempre questo avviene, così bisogna parlare con il professore, mettersi d’accordo per prendere gli appunti, fare più fatica. Io ho sempre incontrato professori comprensivi, ma non è bello avere “agevolazioni” invece che diritti».
A un portatore di handicap spesso dà fastidio anche la troppa attenzione da parte dei cosiddetti normali. È così anche per Laura?
«A volte sì, quando qualcuno esagera nel volersi intromettere nella mia vita».
Al suo ritorno a Marciana, dopo la laurea, è stata accolta da una festa, organizzata dagli abitanti solo per lei. Le ha fatto piacere?
«Certamente. Mi sono sentita amata e questo non può che rendere felici».
Anche nella vita di tutti i giorni è andata sempre così? A partire dalla scuola materna fino al liceo, si è sentita ben integrata o ha subito boicottaggi?
«Boicottaggi veri e propri no. Direi più che altro di aver sentito un po’ di distacco».
In che senso?
«Quando per esempio i miei compagni si riunivano per le feste di compleanno o altro, non è che mi dicessero di non andare, ma non insistevano nemmeno perché io fossi presente».
Questo l’ha ha fatta soffrire?
«Non più di tanto, perché a me piace anche la solitudine, che a volte cerco per stare con me stessa. La mia poi è una famiglia molto unita, fra cui mia sorella Daniela, sei anni più di me, che mi ha sempre protetto e che ancora adesso chiamo Tata, perché così la considero, anche desso che è fidanzata».
I suoi genitori non l’hanno mai ostacolata nel percorso scelto?
«Al contrario, mi hanno sempre appoggiata. Sia per la scuola che per le altre attività. Infatti ho praticato sub, che purtroppo ho dovuto smettere per un problema al cuore; atletica leggera, un po’ di sci, e per qualche tempo ho ballato. Poi la cosa non è andata avanti per motivi, diciamo così,“ organizzativi”».
Per quanto riguarda il lavoro invece ha dei progetti che vorrebbe realizzare?
«Intanto mi prendo un po' di tempo per riflettere. Vorrei lavorare nell’amministrazione penitenziaria, ma sono aperta alle possibilità che mi si presenteranno, sia all’Elba che fuori».
Anche lontano?
«Se capitasse l’occasione perché no? Marciana è il mio territorio. Io amo molto il mare e in estate vicino al mare sono felice. Gli abitanti mi vogliono bene, ormai conosco tutti. Ma in una città avrei più possibilità dal punto di vista pratico».
Parliamo di sogni. Nel raccontarsi ci ha detto che nei suoi sogni ci sono spesso dei rumori e che, proprio per cercare di capire questo strano fenomeno, ha tentato, con l’aiuto del Cnr (Centro nazionale di ricerca ndr), un interessante esperimento sui sogni dei non vedenti. Come è andata?
«Purtroppo non ho potuto concludere l’esperimento, poiché dopo la laurea sono partita da Pisa per tornare sull’isola. Ma non è detto che un giorno non lo riprenda. Chissà! Forse potrebbe servire a capire qualcosa di più».
Alla laurea c’è arrivata benissimo. Il lavoro non si farà attendere. E l’amore? Fa parte dei suoi desideri?
«No, l’amore no. Non è una mia priorità. Poi “mai dire mai” naturalmente. Ma per ora sono felice con il mio cane, che non è solo la mia guida, ma un grande amico con cui non mi sento mai sola. E ho il mio piccolo mondo che amo e mi ama. Il futuro insomma è tutto da inventare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA