L’indagine
Rigassificatore Piombino, con il caso Toti c'è paura che non si muova più. I dubbi e le certezze
Si teme lo stop del trasferimento a Vado Ligure in caso di dimissioni del commissario ligure, nei guai con la giustizia. Il sindaco Ferrari: «Non siamo preoccupati, ecco perché»
PIOMBINO. E adesso che hanno arrestato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che fine farà il progetto per il trasferimento della Golar Tundra da Piombino a Vado Ligure? Non è che, alla fine dei conti, Piombino resterà con il cerino in mano e il rigassificatore di Snam resterà nella banchina est della darsena nord del porto di Piombino anche dopo i tre anni previsti dall’ordinanza a suo tempo firmata dal commissario straordinario Eugenio Giani? Sono le due domande che, in queste ore, stanno rimbalzando con sempre maggiore insistenza a Piombino, in seguito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto direttamente Giovanni Toti, il presidente della Regione Liguria che, come è accaduto in Toscana con Eugenio Giani, è stato incaricato dal governo di portare in fondo l’iter per l’attivazione del terminal gas.
Il rischio dimissioni di Toti
La situazione è particolarmente intricata e suscettibile di possibili e repentine evoluzioni, basti pensare che questa mattina, martedì 14 maggio, si terrà il primo consiglio regionale ligure senza il presidente della Regione che si trova agli arresti domiciliari. Una seduta consiliare che si preannuncia particolarmente delicata, vista la situazione che sta vivendo l’istituzione regionale, coinvolta nell’inchiesta per corruzione. Quella delle dimissioni di Toti è un’ipotesi che sicuramente si sta facendo spazio.
«Sono necessarie e non rimandabili – ha sostenuto il consigliere regionale Roberto Arboscello, in quota Pd, partito che a Vado è fermamente contrario all’arrivo della Golar Tundra – a quel punto decadrà per Toti anche l’incarico di commissario per il rigassificatore. Quel passaggio dovrà essere la pietra tombale al progetto».
I dubbi sul trasferimento in Liguria
L’aria che tira, a qualche centinaio di chilometri da Piombino, è pesante. E nessuno in questa fase sarebbe entusiasta di succedere a Toti svolgendo il ruolo di commissario, per portare avanti un progetto fortemente contestato. Insomma, non è che davvero è in pericolo l’operazione per lo spostamento della Golar, che dovrà lasciare il porto entro luglio 2026 o comunque smettere di rigassificare? Ad oggi il progetto presentato da Snam per il trasferimento e la collocazione della Golar Tundra a 4 chilometri dalla Costa di Vado Ligure è al vaglio della commissione Via del ministero dell’Ambiente e i tecnici dell’ufficio commissariale di Genova non hanno decisioni immediate da assumere. Snam, il soggetto industriale coinvolto nell’operazione Golar a Vado come a Piombino continua ad attenersi alle disposizioni istituzionali. Il quadro, insomma, nonostante lo scossone Toti, non cambia. Almeno per il momento.
Le rassicurazioni del sindaco Ferrari
Lo stesso sindaco di Piombino Francesco Ferrari, che pochi giorni fa ha rinunciato alla battaglia giudiziaria sul rigassificatore, scegliendo di non impugnare la sentenza sfavorevole del Tar di fronte al Consiglio di Stato, tende ad escludere l’ipotesi di una permanenza più lunga del terminal gas sul porto di Piombino.
«La questione giudiziaria che in questi giorni sta interessando il governo regionale ligure non ci preoccupa – sostiene il primo cittadino del Comune di Piombino – la Golar Tundra è stata autorizzata a operare nel nostro porto per soli tre anni dall'entrata in esercizio. Qualsiasi proroga per la permanenza richiederebbe un nuovo procedimento istruttorio, ma questa volta sottoposto a Via. Ma, soprattutto, una scelta del genere contrasterebbe con la sentenza del Tar del Lazio, per cui il nuovo atto, a quel punto, sarebbe illegittimo e necessariamente impugnabile. In questo senso, il fatto che la fissazione del limite dei tre anni sia sancito nella parte delle motivazione della sentenza è ancora di più una garanzia assoluta».
Il sindaco di Piombino, a tale proposito, confida, infine, «nel buonsenso e nella continuità amministrativa in Regione Liguria: che sia ancora il governatore Toti o un nuovo commissario di governo a gestire il procedimento del rigassificatore destinato a Vado Ligure, il percorso amministrativo deve proseguire, in linea con le decisioni pregresse».