Caffè Tirreno a Piombino, è buona la prima tra sorrisi, idee e segnalazioni: i temi più caldi
Davanti all’edicola di piazza Edison l’incontro tra i lettori e i giornalisti. Dalle elezioni, alla fabbrica fino ai piccoli problemi della città
PIOMBINO. Due ore per confrontarsi, parlare dei problemi del territorio, discutere del giornale della città. Il tutto condito da una buona tazzina di espresso. È partito da Piombino Il Caffè Tirreno, l’iniziativa che ha portato i lettori a incontrare il direttore Cristiano Marcacci e i giornalisti della redazione locale.
Epicentro dell’iniziativa di ieri è stata piazza Edison, di fronte all’edicola L’angolo del giornale. Dove, a chi ha acquistato una copia de Il Tirreno, è stato offerto anche un caffè al Bar Cristallo nella vicina piazza Verdi. Decine le persone che hanno partecipato all’evento, confrontandosi con il direttore e i giornalisti sui problemi e i temi più caldi di Piombino e, più in generale, dell'intera Val di Cornia: dalle prossime elezioni politiche alla battaglia sul rigassificatore nel porto cittadino, dalle prospettive per la fabbrica piombinese alle questioni più “cittadine” come i marciapiedi da sistemare, le buche, gli episodi di microcriminalità. E oltre alle segnalazioni non sono mancate le proposte per cercare di migliorare la città. Così come i lettori hanno condiviso con il direttore Marcacci le loro impressioni relative allo stesso giornale.
L’educazione dei giovani
Tra le prime a partecipare all’iniziativa del Tirreno è stata Giuliana Baragatti, nostra affezionata lettrice piombinese. «Leggo da sempre il giornale, mi piace la carta stampata – racconta – sarò un’inguaribile romantica io, ma credo abbia ancora un alto valore. Sto cercando di spingere anche i miei nipoti, che hanno venti e quindici anni, a leggere i quotidiani e a informarsi meglio su quello che succede sul territorio. Non è facile – ammette – ma non demordo».
La campagna elettorale
Nella discussione a margine di un caffè non poteva mancare l’argomento più caldo del momento a Piombino: la campagna elettorale in vista delle prossime amministrative del 9 giugno. «Sicuramente lo scenario è interessante – commenta Franco Daddi, ex insegnante – ma da cittadino preferirei ci si concentrasse sui temi e meno ad attaccarsi vicendevolmente. Tra i candidati al momento non ho visto proposte concrete e questo, in tutta sincerità, mi ha un po’ deluso: Piombino ne ha bisogno – dichiara – e se si vuole riportare la gente a votare è necessario parlare dei programmi. Ad esempio mi piacerebbe sapere quali sono gli investimenti dedicati al futuro di questa città, anche e soprattutto in ottica turistica: in passato si è investito poco ma anche per i giovani potrebbe essere un settore in grado di dare tante possibilità di lavoro sul territorio».
Ambiente e turismo
Il settore del turismo va di pari passo con il tema ambientale. E a chiedere un passo in più in quest’ottica è anche Sandro Leonelli. «Pensando a punta Falcone, dove il parco da un punto di vista naturalistico e storico esiste già ed è in qualche modo tutelato e curato, bisognerebbe dedicare la stessa attenzione anche al mare e trasformare questo tratto in zona di tutela biologia come è stato fatto per lo Scoglietto di Portoferraio nei primi anni Settanta – propone – le zone di tutela biologica sono aree di mare protette create per salvaguardare e ripopolare attirando poi un gran numero di appassionati che hanno il desiderio di scoprire i nostri fondali. Piombino avrebbe grandi potenzialità pure da questo punto di vista».
«Peccato che invece di accrescerli si sono persi servizi nell’area di Calamoresca – ricorda Giovanna Gianna Manneschi, titolare del Gattarossa – vorrei tanto sapere perché quando a febbraio l’assessore Marco Vita ha parlato anche con Il Tirreno non ha detto che l’unico chiosco esistente, durante il cantiere per la messa in sicurezza della falesia, è diventato così pericolante da dover essere smontato e portato via. In virtù della decadenza il manufatto già realizzato e da risistemare con poco avrebbe consentito nuovo lavoro in una città dove ce n’è davvero bisogno».
Sempre sul fronte della promozione della città interviene anche Roberta Colombi: «È da migliorare al più presto l’ingresso a Piombino – commenta la nostra lettrice – sarebbe un modo anche per valorizzare grazie alla cartellonistica, studiata per mitigare l’impatto con l’enorme area industriale, tutto il centro storico, la natura e il nostro mare. Una diversa strategia di accoglienza che verrebbe vista sia da chi arriva in direzione porto per l’Elba o la Sardegna, sia da chi riparte. Mettendo in evidenza le attrazioni locali, la storia e la cultura della città chi è di passaggio potrebbe decidere di fermarsi o anche di tornare».
I problemi della città
Tante le segnalazioni arrivate dai lettori sui problemi quotidiani della città. «La velocità delle auto tra le case rappresenta un pericolo per tutti, per gli animali domestici e soprattutto per le persone – racconta Anna Francesca Draicchio – per non dire poi il rumore dei motori di notte, come se andassero in giro a fare le gare. Succede di sentirli passare da casa ma capita di rischiare di essere investiti ovunque sulle strisce pedonali. È intollerabile. Possibile non si trovi un valido deterrente?». Rincara Annamaria Della Monica: «Per migliorare il vivere in città? Più cura del verde e magari un po’ più di alberi ovunque. Poi ci sono dei marciapiedi vergognosi e pericolosi – sottolinea – andrebbero sistemati, fosse solo per il rispetto di chi va a piedi».
Fabbrica e Golar Tundra
Ma parlare di Piombino significa anche discutere di acciaio e di fabbrica. Argomento inevitabile in un momento storico in cui c’è fermento per la proposta della newco italo-ucraina formata da Metinvest e Danieli. «Io in questo progetto ci credo – commenta Roberto Fagioli – ma non riesco a fidarmi di Jsw dopo tanti anni di promesse vuote. Non vorrei che il continuo tergiversare del gruppo indiano possa mettere i bastoni tra le ruote alla realizzazione di qualcosa di positivo per la città». «La proposta è buona, specie perché a impatto ambientale quasi zero – commenta Carlo Cini – io sono nato e cresciuto con lo “spolverino” e per quanto sia sicuramente valido investire nel turismo, Piombino ha un passato industriale e un rilancio in questo campo sarebbe importante».
Se però il progetto della nuova fabbrica è visto positivamente, la vicenda del rigassificatore fa storcere il naso ai cittadini. «Io ho convintamente manifestato contro la Golar Tundra in porto – sottolinea Fagioli – e da cittadino speravo di ottenere qualcosa. Considerato però che ci siamo trovati di fronte a un muro, sarebbe stato opportuno che le istituzioni avessero previsto un piano B. Riuscendo magari a strappare almeno la riduzione delle bollette come compensazione».
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