Il Tirreno

L’iniziativa

Caffè Tirreno a Piombino, è buona la prima tra sorrisi, idee e segnalazioni: i temi più caldi

di Cecilia Cecchi e Gabriele Buffoni
Caffè Tirreno a Piombino, è buona la prima tra sorrisi, idee e segnalazioni: i temi più caldi

Davanti all’edicola di piazza Edison l’incontro tra i lettori e i giornalisti. Dalle elezioni, alla fabbrica fino ai piccoli problemi della città

04 aprile 2024
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PIOMBINO. Due ore per confrontarsi, parlare dei problemi del territorio, discutere del giornale della città. Il tutto condito da una buona tazzina di espresso. È partito da Piombino Il Caffè Tirreno, l’iniziativa che ha portato i lettori a incontrare il direttore Cristiano Marcacci e i giornalisti della redazione locale.

Epicentro dell’iniziativa di ieri è stata piazza Edison, di fronte all’edicola L’angolo del giornale. Dove, a chi ha acquistato una copia de Il Tirreno, è stato offerto anche un caffè al Bar Cristallo nella vicina piazza Verdi. Decine le persone che hanno partecipato all’evento, confrontandosi con il direttore e i giornalisti sui problemi e i temi più caldi di Piombino e, più in generale, dell'intera Val di Cornia: dalle prossime elezioni politiche alla battaglia sul rigassificatore nel porto cittadino, dalle prospettive per la fabbrica piombinese alle questioni più “cittadine” come i marciapiedi da sistemare, le buche, gli episodi di microcriminalità. E oltre alle segnalazioni non sono mancate le proposte per cercare di migliorare la città. Così come i lettori hanno condiviso con il direttore Marcacci le loro impressioni relative allo stesso giornale.

L’educazione dei giovani

Tra le prime a partecipare all’iniziativa del Tirreno è stata Giuliana Baragatti, nostra affezionata lettrice piombinese. «Leggo da sempre il giornale, mi piace la carta stampata – racconta – sarò un’inguaribile romantica io, ma credo abbia ancora un alto valore. Sto cercando di spingere anche i miei nipoti, che hanno venti e quindici anni, a leggere i quotidiani e a informarsi meglio su quello che succede sul territorio. Non è facile – ammette – ma non demordo».

La campagna elettorale

Nella discussione a margine di un caffè non poteva mancare l’argomento più caldo del momento a Piombino: la campagna elettorale in vista delle prossime amministrative del 9 giugno. «Sicuramente lo scenario è interessante – commenta Franco Daddi, ex insegnante – ma da cittadino preferirei ci si concentrasse sui temi e meno ad attaccarsi vicendevolmente. Tra i candidati al momento non ho visto proposte concrete e questo, in tutta sincerità, mi ha un po’ deluso: Piombino ne ha bisogno – dichiara – e se si vuole riportare la gente a votare è necessario parlare dei programmi. Ad esempio mi piacerebbe sapere quali sono gli investimenti dedicati al futuro di questa città, anche e soprattutto in ottica turistica: in passato si è investito poco ma anche per i giovani potrebbe essere un settore in grado di dare tante possibilità di lavoro sul territorio».

Ambiente e turismo

Il settore del turismo va di pari passo con il tema ambientale. E a chiedere un passo in più in quest’ottica è anche Sandro Leonelli. «Pensando a punta Falcone, dove il parco da un punto di vista naturalistico e storico esiste già ed è in qualche modo tutelato e curato, bisognerebbe dedicare la stessa attenzione anche al mare e trasformare questo tratto in zona di tutela biologia come è stato fatto per lo Scoglietto di Portoferraio nei primi anni Settanta – propone – le zone di tutela biologica sono aree di mare protette create per salvaguardare e ripopolare attirando poi un gran numero di appassionati che hanno il desiderio di scoprire i nostri fondali. Piombino avrebbe grandi potenzialità pure da questo punto di vista».

«Peccato che invece di accrescerli si sono persi servizi nell’area di Calamoresca – ricorda Giovanna Gianna Manneschi, titolare del Gattarossa – vorrei tanto sapere perché quando a febbraio l’assessore Marco Vita ha parlato anche con Il Tirreno non ha detto che l’unico chiosco esistente, durante il cantiere per la messa in sicurezza della falesia, è diventato così pericolante da dover essere smontato e portato via. In virtù della decadenza il manufatto già realizzato e da risistemare con poco avrebbe consentito nuovo lavoro in una città dove ce n’è davvero bisogno».

Sempre sul fronte della promozione della città interviene anche Roberta Colombi: «È da migliorare al più presto l’ingresso a Piombino – commenta la nostra lettrice – sarebbe un modo anche per valorizzare grazie alla cartellonistica, studiata per mitigare l’impatto con l’enorme area industriale, tutto il centro storico, la natura e il nostro mare. Una diversa strategia di accoglienza che verrebbe vista sia da chi arriva in direzione porto per l’Elba o la Sardegna, sia da chi riparte. Mettendo in evidenza le attrazioni locali, la storia e la cultura della città chi è di passaggio potrebbe decidere di fermarsi o anche di tornare».

I problemi della città

Tante le segnalazioni arrivate dai lettori sui problemi quotidiani della città. «La velocità delle auto tra le case rappresenta un pericolo per tutti, per gli animali domestici e soprattutto per le persone – racconta Anna Francesca Draicchio – per non dire poi il rumore dei motori di notte, come se andassero in giro a fare le gare. Succede di sentirli passare da casa ma capita di rischiare di essere investiti ovunque sulle strisce pedonali. È intollerabile. Possibile non si trovi un valido deterrente?». Rincara Annamaria Della Monica: «Per migliorare il vivere in città? Più cura del verde e magari un po’ più di alberi ovunque. Poi ci sono dei marciapiedi vergognosi e pericolosi – sottolinea – andrebbero sistemati, fosse solo per il rispetto di chi va a piedi».

Fabbrica e Golar Tundra

Ma parlare di Piombino significa anche discutere di acciaio e di fabbrica. Argomento inevitabile in un momento storico in cui c’è fermento per la proposta della newco italo-ucraina formata da Metinvest e Danieli. «Io in questo progetto ci credo – commenta Roberto Fagioli – ma non riesco a fidarmi di Jsw dopo tanti anni di promesse vuote. Non vorrei che il continuo tergiversare del gruppo indiano possa mettere i bastoni tra le ruote alla realizzazione di qualcosa di positivo per la città». «La proposta è buona, specie perché a impatto ambientale quasi zero – commenta Carlo Cini – io sono nato e cresciuto con lo “spolverino” e per quanto sia sicuramente valido investire nel turismo, Piombino ha un passato industriale e un rilancio in questo campo sarebbe importante».

Se però il progetto della nuova fabbrica è visto positivamente, la vicenda del rigassificatore fa storcere il naso ai cittadini. «Io ho convintamente manifestato contro la Golar Tundra in porto – sottolinea Fagioli – e da cittadino speravo di ottenere qualcosa. Considerato però che ci siamo trovati di fronte a un muro, sarebbe stato opportuno che le istituzioni avessero previsto un piano B. Riuscendo magari a strappare almeno la riduzione delle bollette come compensazione».

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