Il Tirreno

Il ricordo

Lutto per la morte del dottor Menicucci: è stato uno dei padri della nefrologia piombinese

di Gabriele Buffoni

	Il dottor Roberto Menicucci
Il dottor Roberto Menicucci

Aveva 73 anni ed è scomparso dopo una lunga malattia. Il ricordo del figlio Francesco: «Era un medico “di altri tempi”, per 40 anni è stato al servizio della comunità»

28 marzo 2024
2 MINUTI DI LETTURA





PIOMBINO. Alla sala del commiato della Pubblica Assistenza, al cimitero di Piombino, sono accorsi in tanti. Un atto di affetto concreto che l’intera città non ha mancato di dimostrare a Roberto Menicucci, 73 anni, scomparso dopo una lunga malattia che da oltre un anno lo vedeva in cura proprio in quell’ospedale di Villamarina dove aveva trascorso gran parte della sua vita professionale.

Roberto Menicucci infatti – nato a Pisa ma trasferitosi fin da giovanissimo a Piombino, dove è rimasto per tutta la vita – è stato uno dei padri della nefrologia piombinese. «Erano i primi anni ’70 – racconta il figlio Francesco – quando mio babbo fondò il reparto: ancora qui a Piombino nemmeno c’erano le macchine per la dialisi. A quel reparto ha dedicato tutta la sua vita, professionale e non solo – spiega – dirigendolo fino alla pensione, per oltre 40 anni di servizio alla comunità. E traghettandolo verso la modernizzazione, con il trasferimento dal vecchio ospedale a Villamarina».

Proprio nelle corsie del vecchio ospedale piombinese Menicucci conobbe la moglie Marta Petrini, ex infermiera (andata in pensione appena un anno fa) con cui ha condiviso tutta la sua vita. «Non aveva altre passioni che il suo lavoro – lo ricorda il figlio Francesco – lo ha sempre intrapreso con grande spirito di servizio, rivolto sempre alla comunità di Piombino e alla cura dei più fragili. Mio babbo era un medico “di altri tempi” – spiega – per cui tutti lo hanno sempre dipinto un po’ burbero, pur riconoscendone la bontà d’animo. Diciamo che alle parole preferiva di gran lunga i fatti e l’affetto e la dedizione che aveva verso i suoi pazienti la testimoniava nelle cure che dedicava giorno dopo giorno, anche fuori dall’orario di ospedale, alla loro salute. Mi ricordo che spesso molti di loro venivano a casa nostra per una sua valutazione medica. E anche negli ultimi anni, quando era in pensione, non ha mai smesso di sentirli – conclude – e di sincerarsi che stessero bene».

In pensione da una decina di anni, da oltre un anno aveva iniziato a combattere contro una malattia che non gli ha lasciato scampo. «Volevamo ringraziare il dottor Francesco Dargenio – spiega il figlio – e tutto il percorso sanitario oncologico della toscana, oltre alla dottoressa Sara Bernardini delle cure palliative e tutta l’equipe infermieristica che ci ha aiutato in questi lunghi mesi». Non saranno svolti funerali: la salma resterà alla sala del commiato fino a domani (venerdì 29 marzo) alle 13. Poi proseguirà per la cremazione a Livorno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni