Il Tirreno

L’operazione

Elba, recuperati circa 20mila euro di tasse non pagate dai bagni

di Gabriele Buffoni
Una panoramica dall’alto di una spiaggia. La guardia di finanza ha effettuato controlli su tutto il territorio elbano per scovare gli stabilimenti balneari non in regola (foto Gio’  Di Stefano)
Una panoramica dall’alto di una spiaggia. La guardia di finanza ha effettuato controlli su tutto il territorio elbano per scovare gli stabilimenti balneari non in regola (foto Gio’ Di Stefano)

Sei gli stabilimenti sull’isola finiti nel mirino della Finanza. L’azione delle Fiamme gialle è durata oltre 40 giorni e ha visto coinvolti tutti i comuni a eccezione di Capoliveri

21 novembre 2023
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PORTOFERRAIO. Sei stabilimenti balneari in tutta l’isola. Per un totale di circa 20mila euro di tasse non pagate tra Tari, canoni concessori demaniali e imposte regionali sulle concessioni del Demanio. È quanto è riuscita a recuperare la guardia di finanza in una complessa operazione investigativa di polizia demaniale svolta nell’arco di oltre quaranta giorni durante la stagione estiva dalla sezione operativa navale di Portoferraio guidata dal tenente Luca Boz. Nel mirino delle fiamme gialle sono finiti proprio quegli stabilimenti che hanno mostrato incongruenze tra le aree demaniali occupate (in alcuni casi anche con uso irregolare del demanio marittimo) e il regolare pagamento dei tributi correlati.

Le indagini dei finanzieri hanno visto coinvolti ben sei dei sette Comuni elbani (tutti ad eccezione di Capoliveri) ma non si è trattato di un’operazione di controlli “a tappeto”: i militari della sezione operativa navale elbana hanno infatti suddiviso il loro lavoro in più fasi così da limitare il numero di controlli – risparmiando sia tempo che, soprattutto, energie – e procedere con operazioni mirate nei confronti di quegli stabilimenti giudicati inadempienti sotto il profilo del pagamento delle imposte. La prima fase – definita tecnicamente come “analisi di rischio” – si è rivelata cruciale in quest’ottica: le fiamme gialle hanno infatti passato al setaccio gli elementi presenti nelle diverse banche dati a disposizione della guardia di finanza e dell’Agenzia delle Entrate per scandagliare la situazione fiscale di tutti gli stabilimenti presenti sul territorio elbano. Da questa analisi più generale è stato possibile effettuare una prima “scrematura” andando a individuare quei casi particolari in cui le dichiarazioni sulle aree demaniali occupate mostravano incongruenze rispetto alle imposte dovute allo Stato. La Finanza ha così proceduto con controlli più specifici e approfonditi sull’elenco di quelle realtà individuate come “da attenzionare”, rivolgendosi anche agli uffici comunali e coinvolgendo la Regione Toscana per quel che riguarda il pagamento delle imposte regionali correlate alle concessioni demaniali. Infine, ristretto ulteriormente il cerchio ai sei stabilimenti ritenuti in difetto verso lo Stato, i militari hanno portato a termine l’operazione con controlli sul campo anche per valutare la presenza di eventuale occupazione abusiva e sistematica di aree altrimenti di proprietà del Demanio.

Questa intensa attività d’indagine – svolta ogni anno dalla guardia di finanza – ha portato in breve tempo a rilevare le varie violazioni amministrative sulle aree demaniali e a recuperare di conseguenza i 20mila euro coirca di imposte non corrisposte a Stato, Regione o Comuni. «Il perfezionamento di queste attività di controllo rispetto al passato – commenta il tenente Boz – va soprattutto a vantaggio dei concessionari virtuosi che possono svolgere in maniera più serena la loro attività, vedendo individuati in maniera puntuale quelli che invece si attestano come trasgressori».

 

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