Il Tirreno

Ambiente

La posidonia dell’Elba “rinasce” a Livorno

di Franco Marianelli
La posidonia dell’Elba “rinasce” a Livorno

Presentato lo studio per rigenerare le praterie marine promosso da Asa con l’Ait e le università di Pisa e Siena

30 marzo 2023
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CAPOLIVERI. Chi, sdraiato al sole della spiaggia, giudica fastidiosa la vista di quello che apparentemente sembra un inutile ammasso di alghe, sappia che potrebbe aver preso un abbaglio: la materia in questione potrebbe essere un insediamento di posidonia, pianta fondamentale per l’ossigenazione del pianeta presenza endemica nel Mediterraneo. La notizia di oggi è che all’Acquario di Livorno è diventato il “punto nascite” per far sì che la consistente popolazione di poseidonia dell’Elba venga rinvigorito con la creazione di una rete ad hoc completamente biodegradabile. Ideatrice del progetto l’Azienda di servizi ambientali (Asa).

«Con questo processo biochimico – spiega Francesco Cinelli, biologo marino universitario nonché uno dei massimi esperti del nostro Paese in materia – la posidonia, terminata la sua funzione di trattenimento delle talee (frammenti di piante appositamente tagliati e sistemati in acqua per rigenerare le parti mancanti, ndr) diventa nutrimento dei funghi e dei batteri presenti sui fondali marini».

Il lavoro è frutto della ricerca congiunta tra più enti i cui rappresentanti erano presenti ieri alla cerimonia di presentazione del progetto. Nell’auditorium dell’Acquario di Livorno, insieme al padrone di casa il sindaco Luca Salvetti, erano presenti ieri per Asa il presidente Stefano Taddia, i direttori degli uffici Servizio idrico, investimenti e progetti speciali della stessa Asa rispettivamente Mirco Brilli, Michele Del Corso e Camillo Palermo. Per l’Autorità idrica toscana Alessandro Mazzei, per l’Acquario il direttore Giovanni Raimonti, il già citato Cinelli, l’ingegnere chimico dell’Università di Pisa Maurizia Seggiani, la biologa marina dell’Ispra Isabella Buttino, la biologa dell’Università do Siena Letizia Marsili, poi Cecilia Mancusi per l’Arpat, il responsabile “mare” di Legambiente Umberto Mazzantini e Claudia Finazzi dell’azienda Coatyarn che ha realizzato la rete.

La lavorazione della rete è stata ottenuta grazie alla Coatyarn rivestendo un filo di fibra di vetro con un materiale chiamato Pbsa riuscendo quindi ad “estrudere” (espellere) e poi magliare la rete.

Nome del progetto “Roots of the sea” (Le radici del mare) sottotitolo dell’iniziativa «innovazione e buone pratiche a tutela dell’ecosistema marino». Asa da tempo si è posta il problema della salvaguardia delle praterie di posidonia dell’Elba in corrispondenza della posa della condotte di carico e restituzione del dissalatore a osmosi inversa di Lido di Capoliveri. Già nel marzo del 2017 per fermare l’arretramento delle praterie, sotto la supervisione scientifica di Cinelli, vennero installati sul fondale del Golfo Stella a 12 metri sotto il livello del mare dei supporti in grado di resistere all’energia del moto ondoso capaci di ricucire e arrestare la “moria” della pianta. È infatti in corso negli ultimi 50 anni un arretramento della posidonia verso il largo a causa della pressione antropica rappresentata dalle attività umane principalmente pesca e ormeggi.

La sfida è quella di sostituire le reti in materiale plastico con biopolimeri capaci di decomporsi naturalmente in acqua marina. Dopo 4 anni di sperimentazione in mare all’acquario di Livorno e nei laboratori di ingegneria chimica si è finalmente individuato una coppia di materiali (un polidrossialcanoato e un polibutilsuccinato coadipato) da poter utilizzare per il progetto.

L’incontro è servito inoltre per ricordare i lavori in corso nel dissalatore elbano di Mola e soprattutto per affrontare il tema della dissalazione che alcuni giorni fa il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato di essere una delle soluzioni che saranno adottate dall’Italia per contrastare la siccità sempre crescente e l’emergenza idrica ricorrente in questi anni dovute entrambe al cambiamento climatico in corso. Un argomento di grande importanza per la messa in sicurezza delle zone costiere e delle isole. Particolarmente apprezzato il documentario eco-ambientale con riprese dell’habitat marino elbano e piombinese a cura del regista Simone Ducci dell’agenzia Tourism in Tuascany.

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