Il Tirreno

Cooperazione

Progetto Matteo, dall’aiuto ai bambini al ponte di solidarietà per le famiglie

di Cecilia Cecchi
Progetto Matteo, dall’aiuto ai bambini al ponte di solidarietà per le famiglie

Grazie a Unicoop e al Movimento Shalom dopo quattro anni l’incontro a Ouagadougou. Sono stati anche consegnati aiuti alimentari ai profughi fuggiti dai villaggi per il terrorismo

24 febbraio 2023
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PIOMBINO. Ponte di solidarietà formato famiglia. E pacchi di prima necessità da distribuire ai rifugiati in Burkina Faso.

Pure di questo adesso si occupa Progetto Matteo, nuovo anello di assistenza in uno dei paesi più poveri e “feriti” del mondo. Pandemia, guerra, terrorismo, già singolarmente ostacoli insormontabili, ma non qui. Dal dolore un progetto d’amore che si moltiplica.

Per ricordare il loro figlio Matteo scomparso a 17 anni, due genitori ne sono ancora spirito motore da 20 anni, col sostegno e unità d’intenti di Unicoop Tirreno e Movimento Shalom. Difficile riassumere quanto fatto dal 2003: l’orfanotrofio Casa Matteo, infermeria-poliambulatorio e dispensario, la sala parto e centro maternità, l’Hotel delle dune (centro di accoglienza per volontari e i lavoratori), quattro pozzi d’acqua. E tutto con un valido esempio di cooperazione internazionale dove la comunità locale si occupa delle strutture realizzate, ormai punto di riferimento per la provincia di Oudalan in Burkina Faso, per il Niger e il Mali; risorsa per l’economia, aiuto per tutti.

La missione

«Dopo quattro anni – raccontano Lia Burgalassi, esperta ostetrica ex assessore al sociale del comune di Cecina, in prima linea come volontaria e Valter Ulivieri, babbo di Matteo – siamo potuti tornare in Burkina Faso anche se ci siamo dovuti fermare nella capitate Ouagdougou. Impossibili gli spostamenti interni, ma i contatti con il progetto a Gorom Gorom sono stati continui – aggiungono – così come gli aiuti in materiale e il sostegno finanziario. La missione ha avuto lo scopo di rinnovare il protocollo di intesa tra i soggetti istituzionali che sostengono Casa Matteo: diocesi di Dorì, Unicoop Tirreno, Movimento Shalom. Poi sono stati consegnati aiuti alimentari ai profughi fuggiti dai villaggi per il terrorismo. Tutto – affermano – pur di avviare un meccanismo di sostegno continuativo a questa situazione drammatica che sembra mostrare primi segnali di miglioramento, a quanto ci hanno raccontato interlocutori delle più varie estrazioni politiche, etniche e religiose».

Quale risultato

La situazione nelle zone di campagna del Burkina è molto critica. «In particolare – confermano i portavoce del Progetto – nel nord. Lungo le strade sono frequenti i posti di blocco di uomini armati delle milizie Jadiste che controllano, perquisiscono, presidiano il territorio, rapiscono. Le autorità e la nuova presidenza stanno cercando di riprendere l’iniziativa e anche la società civile e religiosa agisce per rompere la logica della guerra. A Gorom Gorom gli aiuti inviati dall’Italia o acquistati sul mercato locale (cereali, olio e sale), serviranno sia per Casa Matteo che per i profughi. Si tratta di duemila persone ospitate nelle abitazioni e saranno gestiti e distribuiti da un comitato interetnico e interreligioso che si è costituito nelle riunioni». La nascita del comitato e la continuità di funzionamento delle strutture di Casa Matteo assicureranno servizi sanitari, farmaci e aiuto. «Anche nel 2022 le suore ostetriche che operano nella maternità hanno fatto nascere più di cento bambini e seguito centinaia di donne. Il dialogo, il coinvolgimento, la metodologia degli accordi condivisi, la gestione trasparente in tutti questi 20 anni – sottolineano –, il costante rapporto con l’imam, hanno creato un clima che argina la guerra. Il sindaco Diallo Moussa protagonista del gemellaggio con il Comune di Piombino nel 2005, musulmano e referente della comunità è garante e testimone autorevole di questo cammino. Speriamo che questo risultato conseguito si rafforzi e si estenda ».

Cosa fare

Operatività via social. «Rimarrà attiva – concludono – la piattaforma di raccolta fondi usata per questo intervento umanitario e di volta in volta al raggiungimento di 3mila euro saranno inviati subito alla diocesi di Dorì che attiverà il comitato di gestione dei fondi in Burkina per la distribuzione. Con 3mila euro si possono acquistare 80 sacchi di riso da 50 kg, 80 sacchi di miglio da 50kg, olio di semi in contenitori da 5 litri e sale. Per coordinare le operazioni c’è una chat whatsApp con tutti i rappresentanti delle associazioni di Gorom Gorom. Chiunque potrà iscriversi ed essere protagonista del sostegno che intendiamo proseguire a lungo».
 

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