Bollette non pagate: nei guai condominio di 67 famiglie, tutte a secco
Al risveglio i residenti si son trovati senz’acqua. Problema risolto ma solo in parte perché c’è un contenzioso di quasi 40mila euro
PORTOFERRAIO. La “bomba” in un popoloso palazzo a Portoferraio è esplosa mercoledì mattina. Al loro risveglio i condomini hanno aperto i rubinetti dei bagni e delle cucine per prepararsi alla nuova giornata. Dall’impianto idrico però non è sgorgata acqua. Solo qualche goccia nei piani bassi dei palazzi, comunque insufficiente per le attività quotidiane. Nulla in quelli dal secondo piano in su. Le 67 famiglie che abitano nel condominio sono rimaste a secco per il mancato pagamento di alcune bollette che ha portato Asa ha ridurre la pressione dell’acqua. Perché? Secondo l’amministrazione del condominio la causa è un contenzioso su una maxi-bolletta di quattro anni fa dovuta a delle perdite occulte. L’azienda, contattata dal Tirreno, spiega che «la questione del 2018 è stata riconosciuta e ricalcolata e solo su sollecito di Asa pagato in questi giorni, ma il condominio ha altre bollette non pagate per un importo consistente». Questo saldo ha portato mercoledì al ripristino del servizio, ma sul condominio pende un debito di diverse decine di migliaia di euro.
I preavvisi
I condomini avevano avuto sentore di qualche problema già la scorsa settimana. Nelle loro cassette postali avevano trovato un avviso di distacco della fornitura. Chieste spiegazioni all’amministrazione del condominio, le 67 famiglie sono venute a conoscenza della bolletta del 2018 non pagata. Una fattura salata: 72.825,02 euro. Da prima gli amministratori hanno in parte rassicurato i condomini svelando che la bolletta era stata contestata perché dovuta a delle perdite occulte. Poi hanno chiesto subito il pagamento di una quota di circa 950 euro. Quindi hanno fatto marcia indietro e detto ai condomini che i versamenti urgenti non erano più necessari perché la bolletta andava ricalcolata.
Almeno 40 mila euro
Una serie di messaggi contraddittori e poco chiari. In base a quanto ricostruito dal Tirreno, dalla bolletta da 72.825,02 euro del 2018 vanno scalati 41.410,35 euro per la perdita occulta. Il totale scende quindi a 31.444,67 euro. Una cifra che sarebbe stata già versata dagli amministratori e a questo si dovrebbe il ripristino del servizio. Tuttavia c’è almeno un’altra bolletta pesante e non pagata: doveva essere saldata il 16 giugno del 2021 ed è pari a 40.632, 96 euro.
Il piano di rientro
Una situazione complicata, dunque. «Asa ha preso contatti con l’amministratore per programmare un piano di pagamento perché, nonostante i solleciti inviati, a distanza di un anno nessun pagamento è stato effettuato dal condominio – spiega l’azienda rispondendo alle domande del Tirreno –. Pertanto nelle scorse settimane ha avvisato l'amministratore della possibilità della chiusura del contatore e solo in quel momento sono state pagate delle quote in acconto che non ricoprono comunque l’importo del debito».
La spada di Damocle
Insomma, non si sa se per errore o per colpa ma gli amministratori – che abbiamo contattato invano nei giorni scorsi e di cui non possiamo fare il nome poiché ancora non è stata presentata nessuna denuncia alla magistratura – non hanno pagato delle bollette e hanno concordato un piano di rientro senza, per quanto ricostruito dal Tirreno, avvisare i condomini. E questi ultimi ora dovranno tanto ottenere un chiarimento dall’amministrazione condominiale, quanto mettere mano al portafogli. «Informiamo che a oggi il debito è ancora elevato da parte del condominio e che per continuare a garantire la normale erogazione idrica è necessario che siano rispettati gli accordi di pagamento delle quote restanti», è la risposta di Asa alla nostra ultima domanda. Azienda che, per altro, ha avuto nei confronti del condominio un atteggiamento molto paziente: secondo la legge la riduzione del flusso idrico è possibile dopo 40 giorni dal recapito del sollecito bonario.