Il Tirreno

Caro-energia

Costretta a licenziare dopo le due maxi bollette del gas

di Gabriele Buffoni
Costretta a licenziare dopo le due maxi bollette del gas

Venturina, conto da 128mila euro ad agosto per la lavanderia di Venturina già stangata a luglio

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VENTURINA. Kathy Cazzuola l’aveva preannunciato già ad agosto, quando le era giunta la prima “stangata” con la bolletta del gas riferita al mese di luglio per la sua lavanderia industriale “L’arca di Noè” di Ventutrina: un conto da 167mila euro. «Un’altra mazzata del genere non la reggerei: temo il giorno in cui arriverà la bolletta del mese di agosto». Una consapevolezza che però, ieri, si è trasformata in un incubo quanto mai reale. Per il periodo dal primo al 31 agosto le è stata infatti recapitato un conto da oltre 128mila euro: un calo dovuto alle fluttuazioni del mercato, ma comunque «resta una mazzata che non lascia scampo».

Non ha voglia di riderci su Kathy. Perché quelle cifre riportate sulla bolletta del gas suonano come una condanna per un’imprenditrice che fino a questo momento ha dato lavoro a oltre 150 persone tra il comparto lavanderia e quello dedicato alle pulizie a domicilio (in particolare nelle strutture alberghiere) . «Solo nel reparto lavanderia eravamo in una novantina – spiega – ma non potrà più essere così». È con profonda amarezza infatti che la titolare dell’Arca di Noè è costretta ad usare il passato: con la fine di agosto era solita rinnovare i contratti dei tanti stagionali assunti nel periodo estivo, visto il carico di lavoro che «anche oggi non manca affatto – conferma Cazzuola – ma ora sono costretta a rinunciare. Non solo: oltre a tutti loro, ho dovuto non rinnovare il contratto in scadenza anche a molti miei dipendenti assunti a tempo determinato ma che ormai costituivano una parte integrante dell’azienda. Ad oggi siamo in poco più di trenta a lavorare divisi su più turni».

Una riduzione drastica, che fa seguito ad un altro ridimensionamento: quello dei tempi di accensione dei macchinari. «Da rimanere operativi ventiquattr’ore su ventiquattro – spiega la titolare – ora teniamo accese le macchine solo per nove ore ogni giorno: accumuliamo lavoro, ho il piazzale pieno di biancheria da lavare per i tanti alberghi e le navi da crociera, ma non posso fare altrimenti. O taglio i costi, o sono costretta a chiudere».

Kathy ha intanto impugnato anche questa seconda bolletta per guadagnare un po’di tempo. «Per adesso non ho pagato neppure quella di luglio – spiega – ma dovrò farlo prima o poi: sto cercando una soluzioine di rateizzazione in dieci anni ma anche questa soluzione implicherebbe attivare un finanziamento solo per pagare per due mesi le bollette del gas. È una situazione talmente assurda – commenta – che fatico anche soltanto a pensarci: dover licenziare i miei dipendenti, non rinnovare i contratti, permettere alle commesse di accumularsi in questo modo è come ricevere continue pugnalate nel petto. Non è così che si può andare avanti – si sfoga la titolare – ora aspetto con ansia il voto. La mia unica speranza è che il nuovo governo risolva quanto prima la situazione, o perlomeno che preveda aiuti agli imprese o un provvedimento per mettere un freno a questa situazione insostenibile dettata dai rincari. Non è possibile – conclude – che un’attività che potrebbe dare lavoro a decine di persone sia costretta a ridursi in questo stato».


 

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