Addio a Erio Govi l’ex postino di Suvereto con la passione per la musica
Fatale un’emorragia cerebrale, aveva 76 anni
MONTEVERDI. All’ospedale di Piombino, dov’era stato ricoverato nei giorni scorsi in seguito a un’emorragia cerebrale, è morto Desiderio (Erio) Govi. Di famiglia sassetana, aveva da poco compiuto 76 anni. Lascia la moglie Rosa Barsotti e i figli Stefano e Francesco, quest’ultimo è il sindaco di Monteverdi Marittimo. Alla famiglia sono pervenute molteplici testimonianze di cordoglio.
«È passata la Vespa di Erio». E chi risiedeva nella campagna di Suvereto capiva che quel giorno non c’era posta in arrivo. Desiderio Govi, Erio semplicemente, è stato l’instancabile e puntuale postino che per decenni ha consegnato la corrispondenza nelle case del paese e fuori, da un podere all’altro, percorrendo chilometri di strade bianche con la Vespa di sua proprietà. Il lavoro svolto fino alla pensione lo ha reso una figura popolare, conosceva tutti e tutti lo conoscevano: carattere mite, socievole, aperto alla conversazione. Ma la vita di Erio non era solo lavoro, riposto il cappello da postino, nel tempo libero tornava alla sua grande passione, la fisarmonica che aveva imparato a suonare fin da giovane, quando con la famiglia viveva a Sassetta. Dalla Maremma profonda al Pisano e al Livornese non si contano le feste popolari, le serate di ballo, i matrimoni che non siano stati allietati dalla fisarmonica di Erio, qualche volta da solo, ma molto più spesso in un’orchestra di cui era il “front man”, a volte insieme ai figli Stefano e Francesco a cui presto aveva trasmesso la passione per la musica.
Giordano Spinicci, fondatore del gruppo popolare “IRacCantaStorie” ha un ricordo commosso di Erio: «Eravamo amici, ma di più, quasi fratelli. Quante serate abbiamo fatto insieme! Dall’Amiata alla Sagra del cinghiale di Suvereto, alle feste di Sassetta e a giro in tanti altri posti. Erio era un musicista straordinario: non conosceva una nota, non aveva mai studiato la musica, ma aveva un orecchio quasi assoluto e suonava a memoria. Con tanto sentimento».
Erio e la sua fisarmonica sono stati per tante stagioni trascorse l’indispensabile supporto musicale alle scorribande dei Maggerini, quelli di Monteverdi con la moglie Rosa, i figli e gli amici e di altri gruppi di paesi vicini: il Primo Maggio battevano le campagne in lungo e in largo, fermandosi nei poderi a portare le note e la poesia dei canti della tradizione contadina. C’è una foto rimasta in memoria: Erio con la fisarmonica che fa strada, dietro altri suonatori e il folto gruppo dei cantanti in costume sullo sfondo di una campagna vigorosa. Un’istituzione popolare. Infine di Erio va ricordato il suo impegno nella vita del paese, sostenuto da solida passione politica: tesoriere della sezione Pci di Monteverdi, poi del Pds e del Pd; cassiere nel consiglio della Misericordia. Era una persona affidabile e si affidavano a lui. Forse, ora che se n’è andato, il rimpianto maggiore è per quella sua onestà di fondo, antica, radicata, rara. Di un’altra Toscana.