Il Tirreno

L’opera della discordia

Murale di Ozmo a Baratti: la Procura avvia l’indagine

Manolo Morandini
Murale di Ozmo a Baratti: la Procura avvia l’indagine

Scontro anche in consiglio comunale: i 5 Stelle chiedono al sindaco di fare denuncia, la maggioranza dice di no

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PIOMBINO. S’indaga, nonostante i pudori della politica. La Procura di Livorno ha aperto un fascicolo per imbrattamento. Anzi due. Ci sono le monete, dai tratti neri su sfondo bianco, che colorano la fonte di San Cerbone rivendicate dallo street artist Ozmo, realizzate in una notte di fine giugno. E ci sono gli sfregi neri che a distanza di alcuni giorni hanno provato a cancellarle. Le indagini sono affidate ai Carabinieri. È in questo contesto che il consiglio comunale si divide. Da una parte la maggioranza, che fa quadrato e rivendica il valore artistico dell’opera di Ozmo. Dall’altra le opposizioni con il Movimento 5 Stelle in testa che, con un ordine del giorno, chiede impegni precisi all’amministrazione comunale, a partire dal riconoscere che si è trattato di un atto vandalico.

VIDEO: l’Incursione dello street artist Ozmo al parco di Populonia

Si chiede di affermare il principio del chi sbaglia paghi. Ma a farlo non sono le forze di centrodestra, a cui solitamente si associa l’approccio. «L’opera è stata realizzata senza alcuna autorizzazione da parte delle Sovrintendenze, e dunque è da ritenersi abusiva a tutti gli effetti», dice il capogruppo 5 Stelle Daniele Pasquinelli. Che sottolinea: «Il golfo di Baratti è un’area interamente a vincolo paesaggistico e per la maggior parte a vincolo archeologico. Non spetta al consiglio comunale stabilire chi è l’autore e quante sono le persone coinvolte in questo atto, se si tratta di un’iniziativa spontanea o c’è stata una regia. E neppure dobbiamo valutare se sia o meno un’opera d’arte». I 5 Stelle chiedono al consiglio di «condannare il gesto dell’autore del murale, qualificandolo come un atto vandalico». Ma anche di impegnare il sindaco e la giunta a «denunciare, tramite cauto esposto, quanto accaduto alla Procura della Repubblica, di attivarsi coordinandosi con le Sovrintendenze competenti, per la rimozione del murale e che nel caso venisse individuato e rinviato a giudizio l’autore del murale di costituirsi parte civile nel processo, un modo per testimoniare a tutti che Baratti oltre a essere un patrimonio è un luogo del cuore dei piombinesi».

L’imbrattamento, ai sensi dell’articolo 169 del Codice dei Beni culturali del 2004, prevede l’arresto fino a un anno ma si risolve in genere con una ammenda che può arrivare a 38mila euro, per aver eseguito un’opera su un bene sottoposto a vincolo. Nonostante sia cadente e abbandonata, la fonte su cui è stato disegnato il murale è vincolata. «Le leggi sono generali e astratte e valgono per tutti. Banalizzare quanto accaduto come un atto di arte fa venire meno il principio di legalità», sottolinea il consigliere Pd Pellegrini. «Al di là dell’importanza dell’artista non si può assolutamente giustificare», afferma Anna Tempestini, capogruppo Anna per. A far capire che non è aria è la consigliera Cristina Tomi. È lei che prende la parola a nome dei gruppi di maggioranza. «Ozmo è un artista con la “a” maiuscola», dice. E ancora: «La fonte da anni è lasciata andare». Al Museo etrusco di Populonia Collezione Gasparri è tornato visibile dal 18 giugno il Tesoro di Populonia, un tesoretto costituito da oltre cinquecento monete etrusche d’argento. Ozmo ha dipinto sopra alla fonte ispirandosi alle effigi di quelle monete.

«Ha comunicato l’arrivo di queste monete – dice Tomi –. Non è il modo più giusto e avrebbe potuto chiedere un’autorizzazione, ma è una caratteristica dei writer agire così». Ed è forse la sintesi della linea indicata dal sindaco di Piombino Francesco Ferrari a caldo, il giorno della scoperta del murale. «Ozmo ha utilizzato una delle perle del territorio rileggendola in una chiave contemporanea: siamo orgogliosi che l’artista abbia scelto il nostro territorio e di certo non vogliamo rimuovere l’opera o muoverci legalmente nei suoi confronti, tutt’altro. Anche questo genere di azioni sono importanti oltre che come valore artistico anche per promuovere Baratti e Populonia». Pasquinelli non arretra: «Non sono volutamente entrato sull’aspetto artistico. Ci sono leggi a tutela del patrimonio collettivo, altrimenti chiunque si sente artista può andare a realizzare un bel murale sulla chiesa di San Cerbone. Non è così che funziona».

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