Il Tirreno

Un protocollo contro la siccità

Un protocollo contro la siccità

Tavolo sulla crisi idrica a Firenze, Soffritti: «Riutilizzeremo l’acquedotto Cornia Industriale»

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CAMPIGLIA. Tavolo sulla crisi idrica della Val di Cornia. Si è svolto a Firenze su richiesta della sindaca Rossana Soffritti, che anche lo scorso anno aveva riunito i soggetti per fronteggiare la siccità e stavolta ha richiesto subito il confronto con i vari enti anticipando i tempi per affrontare in maniera più serena l’arrivo della stagione più calda e la conseguente necessità di irrigare la campagna alla quale è legata una parte importante dell’economia del territorio.

Per Asa era presente il presidente Andrea Guerrini, i tecnici Mirco Brilli, Michele Del Corso e Barbara La Comba, per il consorzio di Bonifica Toscana Costa il dirigente dell’area manutenzioni Roberto Pandolfi, per la Regione il consigliere e presidente della seconda commissione Gianni Anselmi e i settori tecnici dell’agricoltura e dell’ambiente. Il tavolo è servito per fare il punto, stante la permanenza di una criticità importante della falda della Val di Cornia che necessita di prendere provvedimenti per salvaguardare il più possibile l’utilizzo irriguo per l’agricoltura, in particolare per il laghetto di Tufaia a Venturina.

È stata proposta una soluzione di breve periodo che capitalizzi l’investimento fatto l’anno scorso. «Abbiamo interessato per la Regione il consigliere Anselmi e l’assessore Marco Remaschi – dice Soffritti – che hanno risposto immediatamente prendendo in carico la questione e così abbiamo gettato le basi per un protocollo condiviso per il riutilizzo dell’acquedotto Cornia Industriale e altri interventi del nostro bacino».

Da ricordare che lo scorso anno il tavolo idrico portò alla realizzazione della condotta per far fluire l’acqua adeguatamente trattata del depuratore di Guardamare di San Vincenzo nel laghetto irriguo di Tufaia a Venturina, finanziato dalla Regione e supportato da Asa, Consorzio di bonifica e Arpat. Il tavolo idrico dovrà a breve stilare una scheda tecnica con il dettaglio di interventi e costi da sottoporre alla Regione che, per la rilevanza del problema, ha già assicurato la disponibilità di massima ad attivare adeguati finanziamenti.

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