Mr. Klesch, lo squalo a caccia di aziende assediate dai debiti
Ecco lo spregiudicato finanziere che tratta con le banche con un discusso piano per il polo siderurgico di Piombino
PIOMBINO. Gary Klesch, che con il suo fondo di investimenti è ancora in trattativa per l’Alcoa ed ora si candida ad acquisire la Lucchini, è uno spregiudicato finanziere americano che se ne va in giro per il mondo a fare acquisti di fabbriche decotte o assediate dai debiti con le banche. Ci aveva provato anche a Livorno, inserendosi nella trattativa per la vendita della raffineria Eni di Stagno, ma gli andò male e il suo pupazzo finì simbolicamente impiccato da una corda che gli operai fecero penzolare da una delle torrette dello stabilimento. Le cronache dei giornali economici sono piene dei suoi affari. Un “rider” o uno “squalo”, viene definito.
È nato a Cleveland, nell’Ohio nel 1944, figlio di un pugile che faceva lo sparring partner del campione mondiale dei pesi massimi Jack Densey. Orfano di entrambi e genitori a 14 anni, poverissimo, venne preso sotto tutela dal tribunale dei minori che lo avviato agli studi di finanza alla Jhon Carrol University, prestigiosa università dei gesuiti. Attivista repubblicano e broker, ha iniziato la sua attività a Wall Street, diventando specialista nell’impacchettare crediti e rivenderli, attività diventata poi incontrollabile e causa della crisi che ha colpito gli Usa nel 2007. In Europa sbarca in grande stile nel 1983, fondando a Londra una propria banca di investimenti, la Quadrex Holding. Da qui partono le sue operazioni finanziarie. Klesch compra aziende o pacchetti di azioni che poi rimette su mercato. Nel 1996 ci aveva provato anche con l’Olivetti, offrendo 300 milioni per la divisione pc, ma la sua strada fu sbarrata da Roberto Colaninno.
«Sì, sono miliardario, possiedo un po’ di tutto», ha dichiarato nel 2009 in una delle sue poche interviste all’agenzia Reuters. E nel 2010 a Bloomberg Tv ha teorizzato la sua strategia: «È molto diverso comprare da una multinazionale che vuole dimettere un ramo di attività oppure da un gruppo di proprietari che sta fallendo. Nel secondo caso si riesce di solito ad ottenere un prezzo migliore, ma io preferisco il primo perché il gruppo con cui tratti può dare più garanzie e di solito ha un team professionale con cui dialogare anche dopo l’acquisizione».
Oggi Klesch ha sedi a Londra, Ginevra e Mosca. Dicono che le sue strategie siano cambiate: compra per tenere e non per ristrutturare e rivendere. Per la Lucchini non c’è che attendere, ma già le anticipazioni in giro convincono poco.(g.p.)