Il Tirreno

Uniti per Suvereto contraria al trasferimento ai medici di base dei pazienti anticoagulati

«Se ne va un pezzo di sanità qualificata»

Giuliano Parodi e l’ospedale di Piombino
Giuliano Parodi e l’ospedale di Piombino

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 PIOMBINO. Il trasferimento del controllo della delicatissima terapia anticoagulante dei pazienti cosiddetti stabilizzati, dagli specialisti di Villamarina ai medici di base, non piace a Uniti per Suveereto.  Il capogruppo, Giuliano Parodi, parla di tagli orizzontali della spesa, di un'Asl che mette sulle stesso piano sprechi e servizi efficienti.  «In uno scenario dove la politica ha ceduto il passo ai direttori generali, dove le scelte e le pianificazioni non passano dai consigli comunali ma dalle statistiche, le decisioni - dice - sono prese pensando più alle valutazioni di efficienza che ai cittadini».  Parodi ricorda che il Centro di Sorveglianza di Piombino, riconosciuto a livello nazionale per gli standard elevati che garantiva, perde larghissima parte dei suoi utenti, «anche i numerosi turisti che nel periodo estivo trovavano un riferimento a cui rivolgersi. Paradossalmente - aggiunge - la delibera della Regione del 2008, diceva che per ridurre i rischi correlati andavano potenziati i Centri e creati di nuovi per migliorare la sorveglianza dei pazienti in Tao. Auspicava una giusta integrazione tra i medici di medicina generale ed i Centri, ma non suggeriva certo di farli scomparire».  «Ora - prosegue - i pazienti più stabili possono essere controllati dal proprio medico, che però, deve essere in grado di offrire loro vie preferenziali, registrare la terapia su appositi librettini o utilizzare appositi software che permettono di inviare al centro tutti i dati per una corretta sorveglianza».  Di fatto, per Parodi, il Centro di Villamarina perde buona parte della sua attività e assicurerà il servizio, in via transitoria, dei pazienti "non stabili" e bisognosi di continui aggiustamenti della terapia.  Per UpS, in sostanza, il centro di sorveglianza di secondo livello, come è ora a Piombino, doveva continuare a svolgere queste funzioni e non essere destinato a trasformarsi in una scatola vuota. «O meglio, in un numero di telefono a cui i medici di medicina generale si rivolgono per avere consulenza nei casi necessari»  Il rischio, per il capogruppo di Uniti per Suvereto, è che il centro piombinese continui ad essere svuotato di funzioni, «e non sarà più in grado di garantire un adeguato aggiornamento professionale ai propri medici in modo da poter investire nel futuro sanitario della Val di Cornia. Fra un anno anche quel poco che rimane sarà probabilmente finito, considerato che per arrivare dove eravamo giunti oggi ci sono voluti anni di lavoro svolto tra il Centro e l'Associazione italiana pazienti anticoagulanti). Un altro pezzo della storia sanitaria della Val di Cornia che va perduta, una parte molto apprezzata dai cittadini, che doveva diventare un punto di vanto e di orgoglio. Il declino dei servizi, che siano sanitari o di altra natura, nella zona, è evidente. Sindaci e amministrazioni continuano a nicchiare, a nascondersi dietro roboanti proclami, ma la disintegrazione delle politiche d'area, è inarrestabile. Per la loro inefficienza o menefreghismo»?
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