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Undici anni senza coach “Cacco” Benvenuti, leggenda della Montecatini dei canestri

Undici anni senza coach “Cacco” Benvenuti, leggenda della Montecatini dei canestri

L’anniversario prima del derby, Ialuna: «Sarebbe bello intitolargli un settore del Palaterme»

17 febbraio 2023
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MONTECATINI. Gianfranco Benvenuti, che ci ha lasciato il 17 febbraio di undici anni fa, era una persona semplice e faceva giocare una pallacanestro semplice. Senza che questo sembri in qualche modo volerlo sminuire, perché è esattamente il contrario. Nel suo basket c'erano alcune regole fondamentali, su misura per il gioco di quegli anni.

Per vincere servono un bravo playmaker e una coppia di lunghi forti; la palla va passata vicino a canestro, specie nelle prime azioni, perché anche il tiro da fuori si costruisce dando il pallone sotto; si vince prima in difesa; le squadre che funzionano sono quelle in cui i giocatori fanno gruppo. Anche come persona, osservandolo, si capiva che per lui c'erano regole a cui attenersi: l'onestà (anche intellettuale) viene prima di tutto; la famiglia è la cosa più importante nella vita; il rispetto si deve a tutti, compresi gli avversari; l’uomo conta più dell’allenatore. Era modesto come tutti i veri grandi, e non divideva le persone in categorie.

Bruno Ialuna, che in quegli anni allenava a Chiesina, ricorda: «Veniva a vedere le partite della mia squadra in C2, aveva una passione per la pallacanestro senza confini e non se la tirava mai». E ha ancora ragione Ialuna quando dice che entrambe le sponde montecatinesi, che domenica giocheranno il decimo derby in meno di un anno, gli devono qualcosa, come hanno prontamente dimostrato: gli Herons con un bel video di Fabrizio Brancoli, la Gema con il ricordo commosso a bordocampo a Livorno, insieme all'amatissima moglie Graziella e alla Libertas. «Oltre alla borchia in viale Verdi – propone l’ex assessore alla cultura – e al suo volto nel murales al PalaBellandi, sarebbe bello intitolargli il settore di una tribuna al Palaterme».

Il primo passaggio montecatinese di “Cacco”, da giovane, coincise con la stagione eroica del basket rossoblù. Il secondo, negli anni '90, anche se non è il periodo più vincente in assoluto (primato che spetta agli anni di Snai e di Pillastrini) è unanimemente ricordato come il più bello, con Gino Natali in cabina di regia e Vito Panati alla presidenza.

Erano anni in cui Montecatini faceva da sola la sua fortuna, grazie all'ambizione, alla lungimiranza negli acquisti e ai proventi della cessione di un gioiello come Andrea Niccolai. Benvenuti ebbe una terza incarnazione montecatinese, quella come direttore tecnico con Frates allenatore. Una convivenza non facile, eppure nemmeno una volta lo abbiamo sentito criticare l’allenatore lombardo, che tutelò sempre, anche quando quest’ultimo, con le sue impuntature di principio, gli regalava occasioni per scaricare il barile. Cosa che non fece mai, perché appunto, per tornare alle regole, la dote più importante è l'onestà, e le partite si vincono prima di tutto in difesa.

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