Il Tirreno

Montecatini

Il fatto di sangue

Brutale agguato in centro a Montecatini. La polizia arresta la banda

di Luca Signorini

	La conferenza stampa della polizia, al centro il vicequestore aggiunto Andrea Natale (foto Nucci)
La conferenza stampa della polizia, al centro il vicequestore aggiunto Andrea Natale (foto Nucci)

Cinque in manette per tentato omicidio e lesioni aggravate

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Montecatini Un miracolo che il 38enne di origine marocchina sia ancora vivo, in prognosi riservata ma vivo, e considerato fuori pericolo nonostante il volto tumefatto, le lacerazioni profonde, le coltellate subite. Quello che la polizia ha sequestrato agli aggressori è un arsenale: una mazza da baseball, tre manici di vanga di 1 metro e 40 centimetri di altezza e 18 millimetri di diametro, pesanti e duri con ancora visibili le tracce di sangue, poi due coltellacci da barbecue affilati, oltre venti centimetri di lama tagliente che per quattro o cinque volte si è conficcata nella schiena e sugli arti della vittima. E ancora i passamontagna utilizzati per travisare i volti durante l’azione. Indagine lampo degli uomini del commissariato di Montecatini: cinque giovani, tutti marocchini tra 20 e 30 anni, finiti in manette e sottoposti a fermo nel carcere di Pistoia ritenuti responsabili del brutale pestaggio di piazza XX Settembre, un fatto di sangue che ha sconvolto la città nel tardo pomeriggio di domenica 21 dicembre, avvenuto intorno alle 19.30 davanti alle famiglie a passeggio e alle vetrine dello shopping, culminato sul marciapiede di fronte al negozio “Altri Interni”, dove la vittima è rimasta inerme prima di essere soccorsa. Per loro le ipotesi di reato, in concorso, sono tentato omicidio, lesioni aggravate e porto di oggetti atti a offendere.

Gli arresti

Tre componenti della banda d’assalto erano già in commissariato domenica notte. Sono stati rintracciati in un appartamento in città, con gli stessi vestiti che avevano indosso durante il pestaggio, alcuni intrisi di sangue. Ieri mattina si sono aperte le porte del carcere anche per gli altri due: uno rintracciato per un segno evidente sul viso (un grosso neo sul mento), l’altro dalla targa dell’auto utilizzata per arrivare in piazza XX Settembre e poi per la fuga. Telecamere e testimonianze di persone informate sui fatti - oltre ai mezzi tecnici a disposizione della polizia, che ha impegnato sul caso tutte le sue sezioni e professionalità - sono stati fondamentali per individuare i responsabili nel giro di poche ore. Tutti (compresa la vittima) sono senza fissa dimora e già conosciuti alle forze dell’ordine per svariati reati (furti, droga, aggressioni). Quanto a bastoni e coltelli utilizzati, alcuni sono stati rinvenuti sul luogo del violento pestaggio, altri occultati dietro cespugli e aiuole, sempre nella zona del centro cittadino. Da appurare nei dettagli il movente, probabilmente legato a questioni di droga. Da quanto emerge, in passato ci sarebbe già stata una lite tra la vittima e un componente del gruppo criminale. Da qui evidentemente l’origine della spedizione punitiva, dalla dinamica un vero e proprio regolamento di conti. L’indagine è solo all’inizio.

La ricostruzione

A spiegare i fatti è il vicequestore aggiunto Andrea Natale, alla guida del commissariato di viale Adua. Insieme a lui, anche il questore Marco Dalpiaz. «Le ricerche sono state serrate fin da subito per l’esigenza di restituire alla giustizia i colpevoli di un fatto così feroce», le parole di Natale. Fondamentale, nel dare un volto e un nome ai malviventi, un agente della stradale fuori servizio che una mezzoretta prima del pestaggio ha notato tre uomini acquistare mazze, coltelli e passamontagna in un esercizio commerciale cittadino. Li ha filmati, trovando la cosa sospetta, a ragione. Appena appresa la notizia dell’aggressione in piazza XX Settembre, le indagini sono partite proprio dal video girato con lo smartphone dal poliziotto. Gli investigatori hanno dunque ricostruito i movimenti della banda prima e dopo la violenza efferata grazie alla videosorveglianza pubblica e privata, il fatto che fossero tutti già fotosegnalati per precedenti reati ha reso più semplice l’incrocio dei dati, ed è arrivata la luce verde su volti e nomi.

«Grazie dal prefetto»

Così il questore di Pistoia Marco Dalpiaz commenta l’operazione conclusa con cinque arresti: «Ho ricevuto una graditissima telefonata da sua eccellenza il prefetto, si è complimentato con tutti. In questo operazione abbiamo utilizzato una macchina della sicurezza in formato extralarge, con tutte le nostre sezioni impegnate. Un grazie poi al collega fuori servizio che ha girato il video e anche alle altre forze dell’ordine. A Montecatini c’è una squadra della sicurezza che funziona, lo dimostra il dato del 94% dei reati che viene scoperto». l

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