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Montecatini, addio allo storico chef. L’ultima telefonata: «Non mi sento bene...»

di Redazione Montecatini

	Lo chef aveva 67 anni
Lo chef aveva 67 anni

Aveva 67 anni, ha avuto anche la forza di guidare da casa sua all’ospedale dove poi è deceduto. Era presidente onorario dell’Unione cuochi toscani: tanti i riconoscimenti

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MONTECATINI. Cordoglio, commozione e un forte senso di smarrimento hanno scosso tutta la Valdinievole, superando i confini del Granducato, per la notizia dell’improvvisa scomparsa di Alvaro Bartoli, uno dei luminari della cucina toscana. I segnali del malore che gli sarebbe stato fatale si sono manifestati nella mattinata di venerdì, 12 dicembre.

L’ultima telefonata

Al telefono con l’ex moglie Antonella, con la quale era rimasto in ottimi rapporti, aveva confidato di non sentirsi troppo bene, pensando a un attacco influenzale. Nel pomeriggio la situazione è tragicamente peggiorata. Alvaro ha avuto la forza di guidare dall’abitazione di Serravalle, borgo natio, in direzione dell’ospedale di Pistoia, ma appena entrato al San Jacopo il suo cuore ha ceduto e vano si è rivelato ogni soccorso. È morto all’età di 67 anni.

Una grande carriera

Aveva imparato i rudimenti del mestiere nel lontano 1974, in quello che sarebbe divenuto in seguito il suo regno incontrastato, ovvero l’imponente e attrezzata cucina del Gran Hotel & La Pace. Lo chef executive era Natale Clerici di Como che comandava la brigata formata da una quindicina di cuochi, quasi tutti del nord, a parte il "gard-manager" Razzoli, Alvaro e il pasticciere Birindelli. Sempre sotto la gestione della famiglia Pucci ha prestato servizio anche all’hotel Ambasciatori e all’hotel Cristallo. In seguito ha ricoperto il ruolo di docente alla Scuola internazionale di cucina di Lucca di Gianluca Pardini, collaborando col Giappone dove ha insegnato l’arte del mangiar bene e si è portato alla Pace i migliori allievi del Sol Levante.

Tornando alle cose "bagnaiole", il consolidato rapporto ultratrentennale (un record per chi sceglie tale mestiere) con la famiglia Pucci si interrompe nel novembre 2013 quando il buon Alvaro cede alle lusinghe del Montecatini Palace, altro 5 stelle. Ma è solo un arrivederci perché Stefano Pucci, ex datore di lavoro e buon amico di Bartoli, lasciò passare qualche stagione e quindi dopo molte insistenze convinse Bartoli a tornare dove tutto era cominciato. Un secondo “matrimonio” legato al ricordo, alla stima e al profondo rispetto nei confronti del signor Ricciardo Pucci e della signora Giovanna, figure che hanno lasciato un’orma indelebile sotto il profilo dell’accoglienza e della ristorazione a Montecatini.

I riconoscimenti

Primo chef della provincia iscritto all’Associazione italiana cuochi, con il passare del tempo era divenuto presidente onorario e consigliere nazionale. Scelse di fare il cuoco per “vocazione”. Senza badare alle 11-12 ore passate ogni giorno tra i fornelli e le comande che si assommavano, a tener unito il gruppo, o meglio la brigata, con il bastone e la carota, puntando sull’innato spirito di servizio e sull’indiscutibile carisma, con uscite serali dopo il servizio con l'intera brigata per cementare l'unione di intenti.

Scrupoloso e perfezionista, amato dalla clientela per i modi affabili e il tocco magico, questo omone sempre sorridente quanto autorevole e determinato alla bisogna ha avuto quali fidati compagni del proprio percorso professionale gli inseparabili Remo Vannini, Angelo Gatta, Massimo Battaglia, Marco Ballini e il pasticciere Daniele Greco che oggi lo piangono assieme a chi lo ha conosciuto. Tanti i messaggi di affetto, compreso quello toccante di Stefano Pucci che chiude con «da oggi in Paradiso mangeranno meglio...».  

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