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Montecatini, la polizia arresta la banda dopo il maxi furto di rame

di Luca Signorini
Una parte del cantiere (foto Nucci)
Una parte del cantiere (foto Nucci)

Il colpo sventato con un bottino da 21mila euro nel cantiere in corso nell’area esterna della stazione di piazza Italia

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MONTECATINI. Stavano agendo in pieno giorno, non si può dire tanto lontano da occhi indiscreti visto il luogo dove si è consumato il furto alla fine sventato: ovvero la stazione grande di piazza Italia brulicante di pendolari, dove come è noto dall’estate sono in corso i lavori di rifacimento dell’area esterna e della storica fontana Mazzoni, finanziati da Rete ferroviaria italiana.

Dunque una volante del commissariato di passaggio nella zona ci ha messo poco a capire che qualcosa non andava e che quelli potevano essere movimenti piuttosto strani, anche se commessi in un’area di cantiere. E infatti proprio nel piazzale di fronte allo scalo dei treni c’erano due camion con cassone pieni di bobine di cavi di rame già posizionate sui rimorchi, pronte per essere trafugate.

Ma non era affatto un’operazione prevista dalle lavorazioni. È stata beccata così dalla polizia di viale Adua una banda di sinti composta da quattro persone, tra cui anche una donna, con un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, tutti residenti nella provincia di Massa Carrara e in trasferta a Montecatini in cerca appunto di rame da rivendere. Il bottino poteva tra l’altro essere piuttosto ingente: il materiale che stava per essere rubato aveva infatti un valore di circa 21mila euro.

I ladri non hanno fatto però i conti con i poliziotti cittadini guidati dal vicequestore aggiunto Andrea Natale, che hanno visto i quattro manovrare le bobine di rame senza le necessarie protezioni richieste agli operai, come caschetti e scarpe antinfortunistiche. E poi la presenza anche della donna.

Dunque sono stati fermati e accompagnati in commissariato per l’identificazione e le formalità di rito, con l’accusa di furto. Per loro sono scattate le manette, arresto convalidato dal giudice per le indagini preliminari che ha disposto le misure cautelari eseguite dalla polizia. Per un componente della banda la custodia cautelare in carcere, per gli altri tre gli arresti domiciliari nella loro residenza a Massa Carrara.

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