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Parco di Pinocchio a Collodi, slitta l'ingresso dei privati: «È in corso la perizia di tutti i beni»

di Maria Salerno e Luca Signorini

	L’ingresso del Parco di Pinocchio e Pier Francesco Bernacchi, presidente in scadenza della Fondazione nazionale “Carlo Collodi” (foto Nucci)
L’ingresso del Parco di Pinocchio e Pier Francesco Bernacchi, presidente in scadenza della Fondazione nazionale “Carlo Collodi” (foto Nucci)

Bernacchi (Fondazione Collodi): «Nuova società in funzione dal 1° gennaio». Intanto il proprietario di Villa e Giardino Garzoni e un delegato di Costa Edutainment sono entrati nel consiglio generale

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PESCIA. Il tanto atteso new deal per il Parco di Pinocchio a Collodi sarebbe dovuto partire il primo ottobre, con l’avvio di una nuova gestione da parte di soci privati, tra cui la Costa Edutainment spa e il gruppo lombardo FBH (famiglia Bertola) già proprietario di Villa e Giardino Garzoni, per un investimento complessivo di cento milioni di euro e la nascita del maxi parco policentrico. Lo aveva annunciato Pier Francesco Bernacchi, presidente della Fondazione nazionale “Carlo Collodi”. Ma ad oggi il progetto di rilancio sembra essersi arenato.

«Non è conclusa la perizia dei beni di proprietà della Fondazione, dal primo gennaio la Newco entra in funzione», dice sul punto Bernacchi. Aggiunge: «Costa e Bertola hanno incontrato l’amministrazione, entrambi hanno confermato che il progetto va avanti. Nel frattempo è stato approvato un atto urbanistico per il via libera e completato l’acquisto della collina già sul territorio comunale di Capannori dove nascerà il “Parco degli amici di Pinocchio”». Ancora Bernacchi: «Sia Fabrizio Bertola che il rappresentate della Costa, Paolo Francesco Giulini, sono entrati nel consiglio della Fondazione. Io guardo gli atti».

Da risolvere comunque ci sono sempre le difficoltà finanziarie. Da quando il collegio dei revisori ha reso manifeste le condizioni patrimoniali della Fondazione, a fine agosto, con un indebitamento tale da essere insostenibile con i flussi di cassa della gestione del Parco di Pinocchio, non è intervenuta nessuna ricapitalizzazione (così come auspicato) né nessuna cessione di ramo d’azienda ai privati, programmate fin dallo scorso mese di marzo e rinviate di mese in mese tanto da indurre qualcuno a domandarsi se da parte degli investitori sussista ancora un qualche interesse, che invece appunto viene confermato dal presidente.

Secondo indiscrezioni circolate infatti, la Costa Edutainment starebbe ripensando il proprio ruolo all’interno del progetto, riducendo la disponibilità a soggetto gestore del solo Parco d’arte, a fronte naturalmente di una perizia del bene. In altre parole, Costa vorrebbe avere un quadro più chiaro circa la situazione debitoria dell’ente prima di investire su Collodi le somme necessarie alla messa in sicurezza e poter così dare avvio alla nuova gestione. Il timore sembra essere quello di “andarci a rimessa”, vale a dire spendere tanti soldi (circa 1 milione e mezzo di euro) su un bene che potrebbe anche essere pignorato, come extrema ratio. Questo motiverebbe la prudenza e la circospezione con cui, ad oggi, il privato si è mosso. A gravare come una spada di Damocle sul futuro della Fondazione c’è poi il pignoramento di tutti i conti correnti bancari su iniziativa del Comune di Pescia, che siede nel consiglio generale della stessa Fondazione. La prossima riunione è stata fissata per il 31 ottobre. Al punto 3 dell’ordine del giorno si legge: “analisi della situazione economico finanziaria e provvedimenti relativi al pignoramento”. A tal proposito Palazzo del Vicario ha richiesto la documentazione specifica per approntare una risposta. Una cosa appare certa: il Comune non rinuncerà all’azione relativa al procedimento amministrativo, che preceduto dall’intimazione di pagamento della Tari, ha portato al pignoramento dei conti correnti (per una cifra di 300mila euro).

Il debito tributario non può essere rimesso in discussione e difficilmente il pignoramento potrà essere sospeso. «È un atto dovuto – ha spiegato il vicesindaco Luca Tridente – solo a fronte del rilascio di una fideiussione bancaria di importo pari al debito la posizione del Comune potrebbe cambiare». Ma il fatto che ad oggi non sia intervenuta nessuna società facente parte del gruppo di investitori, né le società che dovrebbero attuare il piano di riorganizzazione societaria, non fa sperare in tal senso. Dall’incontro del 31 ottobre il consiglio generale uscirà rinnovato sia a causa della dimissione di alcuni consiglieri, sia perché giunge a scadenza il mandato del presidente e l’assemblea dovrà deliberare se rinnovare allo stesso la carica istituzionale o procedere con un cambio di vertice. 

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