Montecatini, bocciodromo chiuso dal 2018. L’appello: «Non lasciatelo morire»
Il segretario della Bocciofila Montecatini Avis: «Un tempo vibrava di voci, risate, oggi non resta che il silenzio»
Montecatini Il declino del bocciodromo comunale di via Maratona - «un’immagine struggente, quasi da cartolina in bianco e nero» - visto da chi ne ha vissuto i fasti con la bocciofila a disputare campionati di serie A e A2, ovvero il segretario della società sportiva Montecatini Avis Piero Bonaccorsi. Che lancia un appello pubblico a non lasciare morire l’impianto.
«Un tempo vibrava di voci, risate e del rumore sordo delle bocce che correvano sul sintetico; oggi non resta che il silenzio, rotto solo dal fruscio dell’erba alta e dal vento che scuote reti arrugginite. Non è il set di un documentario sul declino, ma la dolorosa realtà del bocciodromo di Montecatini, chiuso dal 2018 e lasciato in balìa di promesse mancate e burocrazie infinite», è il grido di dolore di Bonaccorsi.
Sette anni dopo quella chiusura per motivi di sicurezza, il cantiere per la ristrutturazione coperto con 1,2 milioni di euro di vari finanziamenti e di risorse proprie del Comune (l’opera è stata affidata nel febbraio dello scorso anno) va avanti a singhiozzo e si è anche fermato per dei lunghi mesi a causa dell’impedimento dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto, finita nella “black list” (ovvero soggetta a controllo giudiziario) dell’Autorità anticorruzione e della Prefettura di Latina (città dove la ditta ha la sede). L’ultima ricognizione dell’amministrazione a fine marzo dava la conclusione del cantiere nel novembre prossimo, con uno slittamento sui tempi previsti di ben sette mesi (in questa storia ci sono stati anche ritardi dei progettisti e numerose prescrizioni del Genio Civile).
«Un tempo era un impianto invidiato da tutta la Toscana, casa della gloriosa Bocciofila Montecatini Avis, capace di portare il nome della città nei campionati di serie A e A2 – prosegue il segretario del sodalizio – oggi, invece, è ridotto a un cimitero di ricordi: cancelli chiusi, calcinacci, ferri contorti e un senso di abbandono che ferisce chiunque passi di lì». «Il colpo più duro lo ha incassato la Bocciofila Montecatini Avis – prosegue – stretta tra ostacoli burocratici e costi insostenibili, ha dovuto rinunciare ai titoli sportivi, mettendo fine a una storia fatta di passione, sacrifici e successi. È stato un dolore per gli atleti, ma anche per un’intera comunità che in quel bocciodromo trovava un luogo di incontro, socialità e orgoglio. Oggi la squadra biancoceleste, con coraggio e testardaggine, continua a lottare per mantenere viva la tradizione, pur tra difficoltà enormi e l’assenza di una casa degna di questo nome».
Per Piero Bonaccorsi «non si parla solo di un impianto sportivo. Il bocciodromo era un simbolo, un fiore all’occhiello per una città che ancora si vanta del titolo di “città dello sport”. Ma la realtà, sotto gli occhi di tutti, racconta un’altra storia: quella di un patrimonio lasciato morire nell’indifferenza». Ed evidenzia che «Montecatini non merita di vedere cancellata questa parte della sua identità. Riaccendere le luci sul bocciodromo significa restituire dignità a una comunità intera, prima che tutto questo diventi soltanto un ricordo sbiadito». l
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