La tragedia
«Garanzie da MPS e dal Comune per i dieci milioni di euro del Mefit di Pescia»
L’amministratore unico Battaglini: serve l’ok finale del consiglio comunale
Pescia Tra fine agosto e inizio settembre potrebbero finalmente partire gli imponenti lavori per la riqualificazione energetica e digitale del Mercato dei fiori di Pescia (Mefit), finanziati con 10 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Noi siamo pronti», ha sottolineato Cristiano Battaglini, amministratore unico dell'azienda speciale, che solo due settimane fa, in un consiglio comunale straordinario richiesto dai consiglieri di minoranza, è stato chiamato a relazionare sugli sviluppi del progetto Rendiam. Un intervento lungo e articolato nel quale Battaglini ha ripercorso tutte le tappe di quella che ha definito una «corsa ad ostacoli».
Il progetto nel 2022
Tutto è iniziato nell’ottobre del 2022 quando Mefit e Comune hanno iniziato a ragionare insieme su come presentare il progetto, che inizialmente è stato ammesso ma non finanziato per esaurimento delle risorse. Solo nel 2024, lo stanziamento di ulteriori fondi ha permesso a Invitalia di avviare l’istruttoria. Da lì è iniziato un altro percorso irto di difficoltà, rappresentate in primis dalla mancanza di liquidità. Perché i fondi siano fruibili, infatti, occorre prima fare i lavori, quindi spendere i soldi e poi rendicontare. Inizialmente una fideiussione bancaria o assicurativa sembrava la soluzione, ma i ricavi e gli utili del Mefit non rappresentano garanzie sufficienti. Allora si è pensato a un finanziamento bancario, ma la policy della maggior parte degli istituti di credito richiede garanzie dello Stato a supporto della concessione, cosa di cui il Mefit, in forza del suo status giuridico di azienda speciale, non può beneficiare. Non rimaneva altro da fare che chiedere al Comune, in quanto proprietario del bene, di fare da garante.
Il mutuo da MPS
«Siamo a gennaio di quest’anno – spiega Battaglini – sappiamo che offrire garanzie su un finanziamento così importante va ad impattare pesantemente sul bilancio, così abbiamo valutato altre strade, coi privati, ma l’avvio di un partenariato pubblico-privato si è rivelata una soluzione non percorribile soprattutto per le tempistiche». Così si torna all’ipotesi del finanziamento bancario. A offrire l’opportunità è Monte dei Paschi di Siena che il 30 aprile scorso delibera tre diverse linee di finanziamento, due da 1 milione e mezzo di euro e una di 1 milione, ma assumendosi il rischio solo per un milione e mezzo, ciò implica che per gli altri 2 milioni e mezzo è necessaria la garanzia del Comune.
La decisione del consiglio
Con questo giungiamo ad oggi: l’ultimo ostacolo da rimuovere è rappresentato da una delibera, che spetterà al consiglio comunale votare e con la quale Palazzo del Vicario garantirà il prestito. «Senza questo passaggio istituzionale fondamentale non posso procedere con la firma dei contratti di credito – prosegue Battaglini – perché in quanto partecipata del Comune, qualsiasi atto di programmazione relativo all’azienda speciale (compreso un finanziamento, dunque, ndr) richiede l’autorizzazione del consiglio comunale».
«Idee chiare»
In attesa della copertura finanziaria, in questi mesi il Mefit ha lavorato portando avanti una serie di interventi tra cui il progetto di fattibilità tecnico/economica, propedeutico all’ottenimento del Certificato prevenzione incendi. «Siamo sul pezzo – conclude Battaglini – non possiamo dire di essere a fine corsa fino a quando non si procederà con l’ultima rendicontazione, ma una volta ottenuto il lasciapassare dal consiglio comunale abbiamo le idee molto chiare su come procedere. Una volta firmati i contratti di credito, si potranno affidare i progetti esecutivi. Verificati e validati dal Rup, si potrà procedere con le gare per i lavori. Si tratta di un progetto con ricadute importanti per tutto il territorio, che garantirà stabilità agli operatori del comparto. Finora abbiamo lavorato in sinergia con l’amministrazione, pertanto sono fiducioso nel buon esito». Intanto la Commissione Ue sta valutando una proroga di 18 mesi per i Pnrr in fase avanzata, ecco che il fattore tempo torna ad essere cruciale e partire il prima possibile diventa indispensabile per il futuro del Mefit e di Pescia.