Pescia, nubi intorno alla Fondazione Collodi. «Lo stato finanziario è preoccupante»
Il consigliere a vita Cottini: «Serve un’operazione verità sulla trasformazione in Spa»
Pescia Un’operazione verità sulla gestione della Fondazione nazionale Carlo Collodi e il futuro del parco di Pinocchio. A invocarne a gran voce la necessità è Massimo Cottini, consigliere a vita della Fondazione, che definisce la comunicazione sul rivoluzionario progetto di restyling del parco, affidato a una Spa con l’ingresso dei privati nella gestione, tanto «parziale» quanto «spumeggiante», ad ogni modo opaca e lacunosa.
«Il presidente Pier Francesco Bernacchi da tempo annuncia mirabolanti sviluppi del parco di Pinocchio e di Villa Garzoni, della quale già più di due anni fa comunicò pubblicamente l’acquisto da parte della Fondazione medesima, per poi scoprire che, causa contemporanea messa a pegno delle quote stesse della società proprietaria Villa e Giardino Garzoni srl e mancato pagamento rate, nessun passaggio di proprietà era sostanzialmente avvenuto – evidenzia Cottini – ha ripetuto queste eccezionali prospettive anche di recente sulla stampa. Appare però incredibile che sul futuro di un asset culturale ed economico della nostra regione si registri una sostanziale narrazione generica da parte della presidenza e un silenzio assordante da parte delle istituzioni politico-amministrative e culturali».
Il riferimento è al recente annuncio, avvenuto lo scorso 3 aprile durante una conferenza stampa, di un piano di sviluppo del parco che ne farà un importante centro di richiamo turistico per tutta la Toscana. A portarlo avanti sarà una costituenda società di cui faranno parte, oltre alla Fondazione, la Costa Edutainment spa e il gruppo lombardo FBH (famiglia Bertola), già proprietario di Villa e Giardino Garzoni. «Sarebbe stato utile aprire sul tema delle trasformazioni societarie reali o paventate un dibattito pubblico – sottolinea Cottini – in modo da mettere sotto gli occhi di tutti le varie scelte e i loro dettagli. Gli atti urbanistici necessari alla realizzazione del parco da parte dei Comuni di Pescia e Capannori sono già stati definiti e approvati? Dov’è il business plan? Dov’è il documento registrato alla Camera di Commercio dell’atto costitutivo e dello statuto delle costituende o costituite società per azioni o srl?».
Il consigliere della Fondazione Collodi sottolinea poi la situazione attuale di grave condizione finanziaria dell’ente, che potrebbe esporlo a un futuro molto incerto. «Dall’esame dei documenti finanziari della Fondazione e delle società da essa controllate e partecipate si evince non solo una condizione finanziaria molto preoccupante, certificata pure dai revisori dei conti, ma anche l’impossibilità di conoscere i dettagli di cosa si sono occupate e si occupano realmente le organizzazioni subordinate e perché presentano deficit finanziari consistenti (la Dantocchio srl, la Ricasoli srl, la Fattoria di Pinocchio, l’Oleoteca, lo Sviluppo srl) – aggiunge Cottini – in vista delle trasformazioni societarie più volte annunciate occorrerebbe fare quindi un’operazione di verità, documentando dettagliatamente quanto è avvenuto almeno negli ultimi sei anni». Un mese fa, a Firenze, il presidente Bernacchi ha parlato di tre anni di interventi di restauro conservativo del valore complessivo di 4 milioni di euro, grazie a due linee di finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza del valore di 2 milioni ciascuno, ma anche su questi – precisa ancora Cottini – mancano i dettagli, né il Consiglio della Fondazione risulta abbia contezza di essi. «Sotto traccia corrono comunque voci preoccupate sul futuro della Fondazione, che appare nebuloso e disegnato, fino ad ora, su crono-programmi disattesi e su operazioni societarie non sempre prescrutabili. Conoscere tutto ciò appare necessario e per me indispensabile in qualità di consigliere, per esprimere un giudizio consapevole sulla gestione della Fondazione e sulle prospettive del Parco e del Giardino, al di là delle comunicazioni parziali e spumeggianti del suo presidente», conclude il consigliere a vita. l