Il Tirreno

Montecatini

Scuole

Accorpamenti scolastici, bocciata l’idea di un unico comprensivo a Pescia. L’agrario verso la fusione con il liceo Lorenzini

Accorpamenti scolastici, bocciata l’idea di un unico comprensivo a Pescia. L’agrario verso la fusione con il liceo Lorenzini

Respinta in consiglio la proposta alternativa alla perdita di autonomia dell’Anzilotti. No anche dalla Flc Cgil: «I plessi periferici avrebbero rischiato di chiudere»

5 MINUTI DI LETTURA





Pescia Non solo istituto agrario. La questione accorpamenti investe anche gli istituti comprensivi. Alla fine, sintetizzando al massimo, il prossimo anno sarà necessario – al di là del grado scolastico – procedere con tre accorpamenti nella nostra provincia. Se ne è parlato anche nel consiglio comunale di lunedì a Pescia, in cui sono state discusse due mozioni: una della maggioranza (poi approvata) per chiedere un passo indietro a livello governativo del provvedimento, e una, invece, avanzata dal gruppo “Pescia Cambia” in cui si proponeva una soluzione alternativa, ossia quella di accorpare gli istituti comprensivi pesciatini creando un unico polo. Una proposta duramente contestata dal sindaco Riccardo Franchi, il quale ha evidenziato i problemi che si verrebbero a creare imponendo una soluzione del genere.

Sul caso accorpamenti interviene anche Giandomenico Lotito, segretario generale della Flc Cgil di Pistoia, che ripercorre le tappe della vicenda: «Con la fine del 2024, la giunta Regionale delibererà sulla programmazione della rete scolastica per il 25/26 e, a causa della legge di bilancio del 2023, si dovrà procedere all’accorpamento di ben 14 istituzioni scolastiche, di cui 3 nella nostra provincia; in particolare alla fine dovranno esserci 3 dirigenti scolastici in meno e le scuole che vanno accorpate sono quelle con un numero di alunni inferiore a 600, come previsto dalla finanziaria. Nella nostra provincia le scuole da accorpare in base ai numeri, sono gli istituti comprensivi Berni di Lamporecchio con 566 alunni, il Ferrucci di Larciano con 579 alunni e l’Itas Anzilotti di Pescia con 477 alunni, ma l’accorpamento di queste tre scuole non assolve l’obbligo dei 3 dirigenti scolastici in meno, e per questo entrano in gioco le conferenze zonali che entro il 12 dicembre dovevano decidere quali istituti comprensivi dovevano essere accorpati. La conferenza zonale della Valdinievole (dove si sono gli istituti da accorpare) si è riunita per 3 volte nell’ultimo periodo e il 12 novembre, alla presenza di sindaci, direttori scolastici e dei rappresentanti della Flc Cgil (tutte le maggiori sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil erano state invitate dietro nostra richiesta, ma erano presenti solo i rappresentanti della Flc Cgil) , è stato deliberato come prima priorità di accorpare “Berni” e “Ferrucci” senza decidere la sede direttiva principale, e come terza priorità di accorpare il comprensivo di Buggiano (661 alunni) con il comprensivo di Ponte Buggianese, creando così un comprensivo su tre Comuni (Buggiano, Ponte e Chiesina). Su questo accorpamento si sono trovati d’accordo i tre sindaci. Come seconda priorità non è stato deciso niente perché l’Anzilotti essendo istituto superiore non è competenza della conferenza zonale e non si sono trovati altri accordi su altri istituti comprensivi da accorpare, condizione prevista dalla delibera regionale per salvare l’Anzilotti. La Regione ha rigettato questa delibera per vizi di forma e di sostanza, perché doveva essere definita una sede per l’accorpamento tra “Berni” e “Ferrucci” e l’altro accorpamento doveva essere la seconda priorità e non la terza. Di conseguenza, la conferenza zonale si è dovuta riunire nuovamente (stavolta solo con i sindaci) per effettuare una nuova delibera, alla fine è stato deliberato solo l’accorpamento Buggiano-Ponte». Invece, ricorda il sindacalista, il tavolo provinciale per gli istituti superiori non ha deliberato niente sull’Anzilotti, e adesso siamo in attesa della risposta della Regione. Tirando le somme la Flc Cgil oltre a ricordare la sua contrarietà della Flc Cgil alla politica del dimensionamento scolastico imposta dal governo, esprime anche un parere negativo su come è stata gestita la vicenda a livello locale, per il mancato o il minimo coinvolgimento della cittadinanza, delle parti sociali e dei “tecnici” della scuola, nonché il fatto che «alla prima conferenza zonale qualche rappresentate politico territoriale si è anche preso la responsabilità di accorpare due istituti del proprio comune senza sentire prima i dirigenti scolastici coinvolti».

E si è parlato anche dell’ipotesi del “megapolo” pesciatino: «Come Flc Cgil durante la conferenza zonale abbiamo fatto notare che per accorpare due comprensivi non basta l’accordo dei sindaci. Ad esempio si ipotizzava di unire i due comprensivi di Pescia creando un Istituto di 2mila alunni; oltre alla grande utenza e ai lavoratori da gestire, il vero problema sarebbe venuto fuori successivamente con i plessi: infatti, già ora il problema principale degli istituti comprensivi è che per coprire tutti i plessi non bastano i collaboratori scolastici attuali, di conseguenza se si aumentano i plessi accorpando le scuole, non è detto che ci sia sufficiente organico per aprire tutti i plessi, questo perché le tabelle degli organici dei collaboratori scolastici non aumentano in modo proporzionale con l’aumentare degli alunni e dei plessi. Quindi con gli accorpamenti il rischio di chiudere dei plessi è elevato, creando una grave disagio alle zone periferiche. Inoltre si evidenzia anche la difficoltà della parte politica di trovare un accordo sugli accorpamenti, ne è un esempio “Berni”-“Ferrucci”: da tempo si sapeva che si dovevano accorpare e a oggi non c’è stata nessuna delibera perché manca l’accordo sulla sede direttiva».

Quindi sul caso agrario: «Potevano essere trovate altre soluzioni – chiude Lotito – come un polo agrario Pistoia-Pescia, separando il “De Franceschi-Pacinotti” e unendo i due agrari, oppure visto che questa soluzione non era possibile perché si interessavano due conferenze zonali distinte, accorpare l’Itas con il professionale alberghiero “Martini” di Montecatini per un Polo Agro-Alimentare, ma anche questo non è stato preso in considerazione. Il tutto è così rimandato alla Regione che potrebbe decidere di accorpare l’Anzilotti con il liceo Lorenzini di Pescia, scuole completamente differenti nei loro percorsi didattici. Alla luce di tutto questo e di come è stata gestita l’intera vicenda la Flc Cgil di Pistoia chiede alle istituzioni locali un maggiore coinvolgimento di tutte le parti su questo tema per il futuro, perché purtroppo il dimensionamento non è finito e con il calo demografico servono nuove strategie che certo non possono essere quelle di anticipare gli accorpamenti seguendo la linea del governo».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Nuovo Codice della strada

Crolla del 20% il consumo del vino nei locali: dai taxi collettivi alla bottiglia “take away”, le proposte salva-patente dei ristoratori toscani

Sportello legale