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Lucca, operaio morto in cartiera: il punto sulle indagini e la data del funerale


	I rilievi della polizia all'interno della cartiera e la vittima, Luca Cavati
I rilievi della polizia all'interno della cartiera e la vittima, Luca Cavati

L’ultimo saluto al 69enne pesciatino sabato 23 novembre alle 10 nella chiesa di Spianate. L’uomo è morto dopo essere stato schiacciato da un muletto

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ALTOPASCIO. Si terrà sabato 23 novembre alle 10 nella chiesa di Spianate, frazione di Altopascio, il funerale di Luca Cavati, 69 anni, l’operaio pesciatino addetto alle Cartiere Modesto Cardella morto la scorsa settimana dopo essere stato schiacciato da un muletto nel piazzale esterno dell’azienda di via dell’Acquacalda, a San Pietro a Vico, nel comune di Lucca. Il feretro è esposto, a bara chiusa, nella sede della Croce Verde di Lucca affinché amici e conoscenti possano rendergli omaggio.

Sul piano delle indagini, dopo l’autopsia eseguita nella giornata di martedì all’obitorio dell’ex ospedale Campo di Marte che ha confermato il decesso per schiacciamento toracico-addominale, il sostituto procuratore Lucia Rugani attende che gli ispettori della sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl completino gli accertamenti richiesti legati in particolar modo alla segnaletica esterna e alla circolazione dei carri elevatori e dei pedoni in quell’area dell’azienda dove è avvenuto il tragico investimento del sessantanovenne.
 

Cavati è morto praticamente all’istante investito e ucciso da un muletto mentre attraversava il piazzale esterno a piedi per consegnare le bolle di accompagnamento negli uffici dello stabilimento. Non c’è stato nulla da fare per l’uomo, dato il carrello elevatore del peso di otto quintali che aveva appena caricato due balle di carta da macero scaricate da un autoarticolato.

Lo schiacciamento toracico-addominale è stato confermato dall’esame autoptico irripetibile eseguito dal medico legale Stefano Pierotti nominato dal sostituto procuratore Lucia Rugani, dagli anatomopatologi Gilberto Martinelli e Ilaria Marradi indicati rispettivamente da Mario Cardella, 85 anni, presidente del consiglio di amministrazione delle Cartiere Modesto Cardella e responsabile della sicurezza, uno dei due indagati dalla procura per omicidio colposo, e dall’avvocato Michele Giorgetti in rappresentanza della famiglia della parte offesa. Al riscontro diagnostico anche l’avvocato Paolo Mei, legale dell’altro indagato con l’accusa di omicidio colposo: Ndiaye Demba, 58 anni, originario del Senegal e residente a Capannori, che si trovava alla guida del muletto.

Da nuovi riscontri effettuati dagli inquirenti sembra che il conducente del muletto - dipendente di una cooperativa di Altopascio e in possesso di regolare patente per guidare il mezzo meccanico - al momento in cui ha investito, senza accorgersene, il dipendente della cartiera, stesse procedendo in avanti e non in retromarcia come emerso subito la tragedia. È certo che nell’ampio piazzale esterno di carico e scarico non c’erano percorsi obbligati per pedoni o mezzi meccanici com’è previsto all’interno dei capannoni.

Luca Cavati è stato ricordato da molti anche a Pescia, città di origine dove non abitava da tempo (era infatti residente a Spianate di Altopascio, e prima ancora a Uzzano) ma con la quale aveva ancora stretti legami, tra amici e conoscenti. Cavati infatti aveva iniziato a lavorare nel settore floricolo con un’impresa individuale, e frequentava il Mercato dei fiori. Poi diversi problemi di salute lo avevano costretto a cambiare professione, lavorava ancora all’età di 69 anni. L’uomo lascia la moglie Antonella e i figli Nagaya e Cristiano, che tra l’altro è residente a Monsummano.

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