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Fondazione Turismo, Montecatini: c’è il via libera in consiglio

di Luca Signorini
Una seduta del consiglio comunale (foto Nucci)
Una seduta del consiglio comunale (foto Nucci)

Venerdì la nascita dell’ente in partecipazione voluto dal Comune

25 settembre 2024
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MONTECATINI. Il grande giorno sarà venerdì, quando in consiglio comunale l’amministrazione porterà in approvazione l’atto costitutivo e lo statuto della Fondazione Turismo, l’ente in partecipazione (regolato dal diritto privato e senza scopo di lucro) che vuole “guidare” la rinascita della destinazione e del brand Montecatini Terme, programmando e gestendo l’operazione di rilancio del turismo cittadino. Dai due documenti promossi dal Comune (che è socio fondatore) di fronte al notaio Raffaele Lenzi, si apprende qualcosa ma non tutto sul nuovo organismo. Per tutto il resto serviranno una convenzione e regolamenti interni specifici, che dovrebbero essere proposti entro la fine dell’anno, in quanto l’obiettivo dichiarato del sindaco Claudio Del Rosso è quello di rendere operativo il nuovo strumento all’inizio del 2025, in concomitanza con l’aumento della tassa di soggiorno per gli ospiti degli hotel, dal 1° gennaio prossimo. Vista la portata dell’operazione, non mancano le polemiche. Se ne fa portavoce soprattutto l’ex candidato sindaco Edoardo Fanucci. Malumori emersi nella commissione Partecipate di venerdì, e che terranno banco anche oggi nella riunione congiunta delle commissioni Partecipate e Statuto, convocata al fotofinish.

La Fondazione

L’ente in partecipazione pubblica - in gergo Dmo, Destination management organization - partirà con un patrimonio iniziale di 70mila euro, versato dalle casse di viale Verdi. Cinquantamila come “fondo di dotazione” o “fondo patrimoniale di garanzia”, “vincolato ad assicurare la necessaria garanzia patrimoniale verso i terzi che sarà pertanto indisponibile per le esigenze gestionali”. La restante somma di ventimila euro, “sarà invece liberamente disponibile e diretta a consentire lo svolgimento dell'attività funzionale allo scopo della Fondazione”. È bene ricordare che la maggior parte delle entrate della nuova tassa di soggiorno diventeranno la “benzina” della Fondazione Turismo: secondo le stime, si tratta di circa 1,5/1,8 milioni di euro l’anno (su un incasso atteso dal 2025 di 3,2 milioni). Altri fondi potrà metterceli chiunque abbia a che fare col turismo, albergatori e associazioni di categoria in primis. Poi si attendono sponsorizzazioni e si spera in varie forme di finanziamento pubblico. Almeno inizialmente, il presidente della Fondazione - che nelle intenzioni vuole essere strumento tecnico e non politico - sarà il sindaco Del Rosso, che in seguito si riserverà di indicare un suo delegato (su questo punto le bocche sono cucite). Il consiglio di Fondazione sarà composto dai tre ai sette membri (in carica due anni), compreso il presidente che nominerà un componente, gli altri saranno designati dall’assemblea dei partecipanti, composta da chi contribuirà economicamente alla Dmo. Previsti un organo di revisione dei conti, un comitato scientifico e un comitato per progetti specifici. Poi la figura tecnica del direttore, che passerà da un bando pubblico.

L’attacco di Fanucci

«No a un nuovo costoso, inutile e pericoloso carrozzone». Inizia così il lungo intervento di Edoardo Fanucci, tra l’altro presidente della commissione comunale Partecipate. «Un argomento così complesso, come la costituzione di una fondazione destinata a gestire milioni di euro di soldi pubblici, non può e non deve essere liquidato con frettolosità, superficialità e arroganza – dice – i rischi? Enormi, per i consiglieri che si assumeranno l’onere di votarla senza nemmeno conoscerne i contenuti, ma anche e soprattutto per la città: serve uno strumento efficace ed efficiente, non uno strumento per aggirare i vincoli dettati dal codice degli appalti, dalla trasparenza, dal controllo analogo, dalla finanza pubblica». Va avanti: «A pochi giorni dal consiglio comunale che ne dovrebbe formalmente approvare la costituzione, nessuno conosce praticamente niente di questa fantomatica Fondazione. E se il motivo di tutta questa fretta da parte del sindaco fosse legato al nostro ricorso al Tar fissato per il 9 ottobre (per il riconteggio delle schede dopo le elezioni, ndr)?». Per Fanucci i costi sono notevoli: «Diecimila euro per costituirla, 70mila di patrimonio destinato. Tra presidente e consiglio rischiamo di dover mettere in conto, a regime, dai 50mila ai 100mila euro. Il revisore unico? Anche qui si possono ipotizzare altri 35mila. Poi c’è il direttore: si parla di 120/150mila. E il personale? Nel giro di poco tempo si arriverà a dover mettere in conto come minimo 250mila euro. Tra consulente del lavoro, direzione amministrativa e altri costi fissi di gestione altri 100mila. Siamo a circa 715mila euro di spesa annui, più della metà di quanto il sindaco ha dichiarato di voler devolvere ogni anno alla Fondazione verrà speso nella “benzina” necessaria al carrozzone. Tutto questo solo in ipotesi perché il business plan non esiste». Conclude: «Ci stupiamo che i revisori del Comune, che rappresentano la Corte dei conti, non abbiano ancora sollevato formali perplessità sul metodo e sul merito della questione. Far nascere una Fondazione così importante e complessa in soli tre giorni non è solo un errore, è un grave rischio. Dovrebbe seguire le regole dell’anticorruzione dettate dall’Anac e avere un responsabile anticorruzione e trasparenza, così come un organismo di vigilanza e un modello 231 all’altezza degli sfidanti obiettivi che la stessa si pone».


 

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