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Montecatini, il capitano degli Herons: «La Coppa è un grande risultato e per l’A2... ci proveremo ancora»

di Lorenzo Carducci
Montecatini, il capitano degli Herons: «La Coppa è un grande risultato e per l’A2... ci proveremo ancora»

Nicola Natali: «Penso spesso alla finale che abbiamo perso Nello spogliatoio si è creato un rapporto stupendo, ragazzi super e tutti amici»

30 giugno 2024
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Montecatini Ci sono stagioni da sogno e stagioni come quella terminata poco più di due settimane fa dalla Fabo, che il sogno lo sfiorano senza acciuffarlo, ma comunque vincenti e indimenticabili. L’amaro in bocca è giusto che ci sia, quando perdi la finale playoff per l’A2 in gara-5, ma non deve sovrastare il sapore dolce che ha accompagnato la squadra e il suo popolo rossoblù per tutto l’anno. La Coppa Italia in bacheca è lì a ricordarlo. Mentre la società lavora all'ultimo rinforzo da intercettare nel mercato e al trasloco sempre più vicino al PalaTagliate di Lucca per i lavori di ristrutturazione che interesseranno il Palaterme per almeno 14 mesi, i tanti protagonisti in maglia Herons confermati anche per l’anno prossimo provano a ricaricare le pile in vacanza. Capitan Nicola Natali lo fa da Marciana Marina (Isola d’Elba), da dove due anni fa accettò senza pensarci due volte di tornare nella sua Montecatini. Una scelta che il classe ’88 rifarebbe 100 volte e onorata con un’altra stagione di sostanza e sacrificio.

Natali, partiamo dal lieto fine mancato, c’è ancora delusione?

«L’epilogo purtroppo non è stato quello che volevamo. Ho passato una settimana a fare sempre lo stesso sogno, cioè che ci fosse ancora un’altra “bella” da giocare e puntualmente mi svegliavo sotto un treno. Questa è la nostra vita, oltre al nostro lavoro. Eravamo lì ad un passo, soprattutto ad Avellino avremmo potuto chiuderla invece loro hanno acquisito fiducia. Ci è mancata un po’ di lucidità, freddezza e cinismo, però è anche vero che un episodio può cambiare tutto e per quello che abbiamo dato, non abbiamo da recriminare nulla di particolare. La sensazione di gara-5 è che loro se la siano meritata al 100%».

Il bilancio resta comunque molto positivo, non è vero?

«Passati i primi giorni ho realizzato che abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi: fare meglio della stagione precedente, con la Coppa e passando il primo turno dei playoff e poi appassionare sempre di più la città. Vedere il palazzo pieno per la sua attuale capienza è stato da brividi. Nel complesso è stata una stagione indimenticabile per mille motivi. Il ricordo del ritorno di notte da Roma con la coppa in mano per poi scendere dall'autobus e consegnarla ai tifosi mi rimarrà dentro per sempre».

Spesso ha elogiato il gruppo e lo zoccolo duro resterà il solito. Che cos’ha di speciale?

«Sarà che l’ho vissuto da capitano per la prima volta in carriera e nella mia città, ma mi son sentito il fratello maggiore di tutti e quindi più responsabile e coinvolto. Nello spogliatoio si è creato un rapporto stupendo, un nucleo di ragazzi super, tutti amici. Da quando sono tornato a Montecatini praticamente ho visto quasi solo i miei compagni, anche per andare a cena. La vivo al massimo ed è bello così. Adesso ripartiamo da un gruppo che è arrivato a un passo dal sogno e che si adatterà ai nuovi rinforzi».

Il trasferimento a Lucca dovrebbe essere imminente, come si affronta questa sfida?

«È stimolante che si ripeta la stessa situazione di quando il Palaterme era in costruzione e la squadra si trasferì a Lucca a fine anni Ottanta. Mio babbo Gino mi ha raccontato quei tempi e tutte le iniziative che furono messe in campo per convincere a spostarsi i montecatinesi e coinvolgere anche i lucchesi. Andare nelle scuole, promuovere eventi, insomma far conoscer e vivere di più questo progetto. Una somiglianza suggestiva col passato che ci potrà aiutare».

A proposito di organizzazione, contratto alla mano è a metà del quadriennio da giocatore prima di passare alla scrivania. Sta già facendo un po’ di tirocinio?

«Un motivo in più per cui sarebbe stato fantastico salire in A2 è fare da chioccia e lavorare nella gestione degli equilibri dello spogliatoio, qualità che mi è sempre stata riconosciuta. Invece mi tocca faticare per riprovarci in B1 (ride, nda) ma sono sicuro che sarà bellissimo e gratificante.

Da una parte non vedo l’ora di cominciare alla scrivania, è una passione da sempre e ho studiato per farlo, ma mi voglio anche godere gli ultimi momenti da giocatore. In generale, in questi due anni non potevo aspettarmi di meglio. E sono grato alla società perché mi coinvolge, in un certo senso sono già a lezione».l




 

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