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Cintolese, una messa in ricordo di Stefano Stefani

di Lorenzo Mei
Cintolese, una messa in ricordo di Stefano Stefani

Morì a 57 anni il 26 ottobre 2021, sabato alle 16 il rito in sua memoria alla chiesa di San Massimiliano Maria Kolbe

27 ottobre 2023
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MONSUMMANO. Ogni tanto, incontrando sua moglie Sandra, sua sorella Annalisa, sua madre Eliana, e vedendo suo figlio Simone in curva a tifare per la Gema, ci tocca ricordare che Stefano Stefani non è più con noi, anche se sembra impossibile. Morì a soli 57 anni il 26 ottobre 2021 per l’aggravarsi di una malattia, e non ce l’aspettavamo. Domani (sabato 28 ottobre) alle 16 nella chiesa di San Massimiliano Maria Kolbe di Cintolese si terrà una messa in suo ricordo. Dopo due anni proviamo a cercare un modo per raccontarlo, e sono parole che affiorerebbero sulla bocca di chiunque lo abbia conosciuto. Era una persona buona, vera, con un senso dell’amicizia forte e in qualche modo tutto suo, legato a doppio filo con le passioni che condivideva con gli altri. Nella vita aveva sofferto per ragioni di salute, e nonostante questo non aveva mai perso la voglia di emozionarsi, facendolo senza tirare il freno a mano. Sapeva bene quali sono le cose importanti, su tutte la famiglia, ma viveva con un’intensità inusuale anche lo sport.

Da appassionato, certo, ma dal punto di vista del tifoso, nel senso migliore del termine, usandolo per descrivere chi partecipa alle vicende di una squadra come se lo riguardassero personalmente, come se investissero – e di fatto lo facevano – la sua esistenza in modo sostanziale. Quando fallì lo Sporting Club Stefano provò un dolore tale che per un po’ se ne stette lontano dal parquet. Su figlio Simone tra le due incarnazioni rossoblù ha fatto una scelta netta, a favore di quella che oggi si chiama Pallacanestro Montecatini. Conoscendolo, forse avrebbe scelto anche lui, proprio perché aveva l’animo del tifoso.

Questo non impedisce a chiunque abbia bazzicato la pallacanestro a Montecatini negli ultimi tre decenni abbondanti, di volergli un gran bene, senza distinzione di sponda. Ci manchi Stefano, ci mancano i tuoi improperi che entravano nel microfono del telecronista alla fine degli anni Ottanta, ci manca la tua cartellina dello score appoggiata sulle poltroncine di via Leonardo da Vinci, ci manca la tua compagnia nelle trasferte. In una storia sportiva fatta di una moltitudine di persone, sei stato unico, irripetibile. Quello che sei stato per i tuoi cari lo sanno loro, e noi possiamo solo immaginarlo e abbracciarli tutti.

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