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Scuola, il Lorenzini non chiude

Il presidente della Provincia Luca Marmo e il sindaco di Pescia Oreste Giurlani al momento della firma del protocollo d’intesa
Il presidente della Provincia Luca Marmo e il sindaco di Pescia Oreste Giurlani al momento della firma del protocollo d’intesa

Le nuove perizie salvano piano terra e parte del primo Giurlani: «Il resto delle aule al tribunale e al teatro»

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PESCIA. Colpo di scena: l’istituto statale Lorenzini di Pescia non chiude. Almeno per il prossimo anno scolastico il cancello del liceo sarà salvo dal lucchetto, che invece sembrava inevitabile. Niente strutture modulari a noleggio, niente doppi turni. La perizia commissionata dalla Provincia (effettuata dallo studio tecnico tecnico Gentilcore & Nannini) che aveva rilevato il mancato rispetto dei requisiti di sicurezza statica della sede centrale è stata in qualche modo sconfessata. E di conseguenza anche il provvedimento del 28 giugno con cui l’ente ordinava a chiunque di non accedere né di permanere all’interno dell’immobile.

«La gestione della fase emergenziale è meno complessa di come c’eravamo immaginati – apre il presidente della Provincia Luca Marmo – il quadro è migliore del previsto». I rilievi coordinati e analizzati dall’ingegnere strutturalista professor Enrico Mangoni dicono che il piano terra del Lorenzini e, con alcuni interventi non troppo impegnativi, anche altre 3-4 aule del primo piano sono utilizzabili in sicurezza. «L’ingegner Mangoni – aggiunge il sindaco di Pescia Oreste Giurlani – ci ha dichiarato di essere in grado in 10 giorni di fornire una perizia che lo dimostri». Forti di quest’elemento di novità, ieri Marmo e Giurlani hanno firmato un protocollo d’intesa con cui si sono impegnati a fronteggiare l’emergenza della scuola e poi a garantirle un futuro nel medio e nel lungo periodo. Intanto a settembre, «o al più tardi i primi di ottobre» dicono i due politici, i ragazzi del Lorenzini non staranno nei container.

NELL’IMMEDIATO

«Al pian terreno della sede centrale ci sono 6 aule, il laboratorio e la parte amministrative – prosegue Giurlani – al primo piano recuperemo dalle 3 alle 4 aule con interventi piccoli. Per il resto libereremo l’ex tribunale ricavando circa 9 aule, mentre altre 3 saranno al teatro. Con la sede Piacentini si dovrebbero coprire tutte e 22-23 le aule».

«Mettiamo a disposizione l’ex tribunale dovendo spostare protezione civile, forestale, scuola di musica e pittura – precisa il sindaco spiegando lo sforzo profuso – nel giro di due settimane va svuotato il tribunale e trovato un posto dove mettere gli enti che lo liberano, con il Comune che pagherà l’affitto. In più togliamo il teatro dalla concessione, perché la priorità è la scuola». Sarà questa la fisionomia del nuovo anno scolastico lorenziniano, con le classi sì dislocate in 3 sedi (5 considerando le succursali sempre esistite) ma perlomeno senza doversi imbattere nello spauracchio dei doppi turni nei moduli, il cui noleggio sarebbe costato qualche milione d’euro. Il costo di questa gestione sarebbe invece di 30-40 mila euro per il Comune e di circa 100 mila euro per la Provincia.

MEDIO PERIODO

È quello più complesso e infatti oggetto di animoso dibattito tra gli insegnanti alla conferenza stampa nel palazzo della Provincia (presente anche la dirigente scolastica e i rappresentanti dei genitori) e in particolare il sindaco Giurlani. Il protocollo lascia aperte innumerevoli possibilità, di cui ad oggi non si conoscono le nel dettaglio tempistiche e fattibilità. Non si esclude nemmeno la strada dei moduli permanenti, che però dovrebbero finire agli Alberghi con grande complicazione logistica. Ci sarebbe poi la possibilità di utilizzo dell’ex agenzia delle entrate, anche se Giurlani ha un’altra preferenza: «Se riuscissimo a trovare finanziamenti per il recupero dell’ex ragioneria l’immobile nel giro di tre anni potrebbe ospitare 18 aule più due laboratori».

IL NUOVO POLO

L’orizzonte è la costruzione di una nuova scuola. «L’area dell’azienda Santoni può diventare benissimo il nuovo polo scolastico – considera Giurlani – però le aziende che ci sono dovrebbero liberare la zona e serve tempo». Si parla 6-7 anni minimo. Non è da scartare neanche l’ipotesi, tuttavia residuale, di un recupero del Lorenzini stesso. «Intanto mettiamo una toppa poi pensiamo alle soluzioni – chiude la fascia tricolore pesciatina – avevo preso l’impegno di sistemare i ragazzi dignitosamente e lo sto rispettando».

«Il liceo Lorenzini è una delle eccellenze scolastiche del territorio – aggiunge – le esigenze didattiche richiedono un lavoro pluriennale da condividere con comunità pesciatina e l’istituto stesso. Speriamo sia un punto d’inizio di un percorso per dare al Lorenzini le soluzioni di cui ha bisogno».

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