Il Tirreno

Benedetti, lo sprinter che arrivò davanti al campionissimo Mennea

Aldo Antola
Benedetti insieme ad Aldo Moro, a sinistra mentre batte Mennea
Benedetti insieme ad Aldo Moro, a sinistra mentre batte Mennea

Dopo aver conquistato onori e gloria sulle piste è stato anche assessore nella prima giunta Pucci

08 giugno 2011
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 MASSA. Luigi Benedetti, un personaggio che non passerà inosservato nella storia massese: per le sue vittoria atletiche pure, per l'attività di preparatore dei giovani, ed anche per quelle "politiche-sportive" visto che ha anche fatto il delegato allo sport nel primo mandato del sindaco Roberto Pucci. Questa volta parliamo di un uomo veloce come il vento, che nei cento metri ha ottenuto un grande record ed anche il titolo italiano.  Ha anche ottenuto un record del mondo nella staffetta 4 per 200 (distanza non olimpica, purtroppo) portando molto in alto il suo nome e quello della sua città.  Benedetti, anzi del professor Benedetti, classe 1951, è stato campione italiano, europeo ed anche recordman mondiale nel 1972. Ma Benedetti non si è interessato solo di atletica leggera, la passione per lo sport nasce dal calcio, dall'aver praticato, come quasi tutti i ragazzi, il calcio parrocchiale, della strada, visto anche il periodo della sua gioventù e a un certo punto ha unito le due passioni fondendole per cercare di ottenere il massimo dalle sue conoscenze.  Ed è diventato anche preparatore atletico di società di calcio e, con la sua palestra, cura il recupero fisico di atleti e persone normali.  «Ho iniziato a giocare a calcio giovanissimo, a 10 anni con la squadretta della Young Boys di Castagnola insieme ad Aurelio Andreazzoli ed altri bravi atleti. Un momento educativo molto importante. Eravamo allenati da Luigi Lazzarotti - dice il velocista - e poco dopo passai con la Due Galli allenata dal grande Domenico Ferrari. Ma sempre a livello di divertimento. Poi alla ragioneria ho incontrato il professor Giuseppe Borzoni, grande conoscitore della materia, ha intuito le mie potenzialità ed ho cominciato a vincere nel mondo dell'atletica. Prima con le corse a ostacoli. Avevo 16 anni».  Benedetti in poco tempo si è imposto alle attenzioni nazionali a suon di vittorie e miglioramento dei tempi. Al secondo anno era già a fare gare nazionali. Era un momento che l'Atletica Massa sfornava atleti molto validi, era conosciutissima grazie al presidente professor Enzo Gaido ed a Ivo Massa e otteneva risultati di livello nazionale, come il primo titolo Italiano di Triatlon. «Sono sempre rimasto legato all'Atletica Massa - confessa Benedetti - ed anche dopo la notorietà ed i titoli italiani pur avendo molte richieste sono restato per molto tempo. Solo nell'ultimo anno sono andata alla Fiat Iveco (aveva il monopolio dei campioni) con il grande presidente Gianpiero Boniperti». Dopo aver vinto molto con la Fiat Benedetti ha ottenuto altri successi con la squadra dei "Carabinieri" altro gruppo che all'atletica teneva molto.  I suoi successi maggiori, nel senso di oro, sono stati il titolo singolo italiano dei 100 metri battendo il mito e amico Pietro Mennea, ed i tre titoli tricolore con la steffetta 4x100. Ma Benedetti ha vinto in tutto il mondo ed in tutte le manifestazioni: campionati nazionali, europei, mondiali, universiadi e giochi del mediterraneo. «Nel 1972 abbiamo stabilito il record mondiale nella staffetta 4x200 (1'21" 5"), un record che è durato 18 anni e questo mandava in bestia gli americani che non riuscivano a superarlo», dice divertito. Poi Benedetti, sorridendo, rivela: «Sono stato l'ultimo uomo bianco che ha battuto Mennea e questo lo faceva arrabbiare moltissimo».  Luigi Benedetti con queste vittorie è diventato naturalmente un uomo pubblico ed ha avuto moltissime conoscenze e contatti importanti. «A Roma per esempio - tiene particolarmente a questo episodio - alloggiavamo vicinissimo alla Farnesina, che era anche vicino allo stadio, ed incontravo spesso il ministro Aldo Moro nelle sue passeggiate. Un giorno si è fermato con me ed abbiamo parlato per mezzora. Un uomo incredibile, umile che ti metteva sempre a tuo agio». Al termine dello sport attivo ad un atleta simile non poteva che arrivare proposte di lavoro interessanti ed infatti venne ingaggiato dalla Adidas per 7 anni. «Anche qui ho avuto modo di conoscere tutti i maggiori personaggi sportivi - continua nel suo racconto Benedetti - era il periodo della conquista del campionato del mondo (1982), la Juventus in particolare aveva il contratto con l'Adidas. In questo periodo 2 atleti mi hanno colpito più di tutti. Platini e Cassius Clay oltre ad un giovane ragazzo della Juventus di Massa, Damiano Farina, molto promettente e considerato che non ha avuto la fortuna dalla sua. Di Platini mi colpi l'intelligenza e l'immediatezza nell'intuire le situazioni anche se di un altro paese: mi firmò subito il contratto con la Adidas».  Ed il calcio? Naturalmente mentre correva Benedetti anche studiava e metteva a frutto le due cose. Laurea Isef in scienze motorie alla facoltà di Chirurgia e medicina all'università di Tor Vergata a Roma, successivamente (2008) ottiene il titolo di Posturologo all'universita di Firenze. Insegnamenti ed esperienze che riversa nella sua palestra di via La Salle (specializzata nel curare la schiena) e nell'attività di preparatore atletico e di recupero degli infortunati nelle squadre di calcio. Nel frattempo si diverte anche giocando nel campionato amatori (squadra l'Ingansport) insieme a "vecchietti" ed amici inossidabili come Lanforti, Hellies, Corucci, Discepoli, Rebughini, Redomi, Del Fabbro, Ginocchi, Del Francia ed altri. Nel calcio passa subito a curare i giovani della Massese con Umberto Lembi, poi i grandi con allenatori come Orrico, Gigi Simoni e Beppe Savoldi alla Carrarese e Aurelio Adreazzoli alla Massese (C1).  Con una vita cosi intensa gli aneddoti sono moltissimi, servirebbe un libro. «Ne racconto solo alcuni - dice - con la Carrarese a Palazzolo Davide Ratti è sorteggiato ma non riesce a far pipì, attesa di quattro ore che con Aliboni ed altri abbiamo passato andando a mangiar trippa al circolo della squadra locale, oppure Simone Vergassola (Sampdoria e ora Siena) veniva accompagnato dalla mamma perché senza patente».  Ma anche l'attività di assessore allo sport è stata intensa per il vecchio recordman.  «Esperienza molto bella - continua Benedetti - giunta molto giovane e motivata, tante cose fatte. Piscina scoperta, ristrutturati campi di calcio e campo scuola, campo di baseball e rifatte pavimentazioni a molte scuole». Tanto per semplificare le cose.
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