Trovata morta lungo il fiume, le ultime sulle indagini: il cellulare ritrovato, la cena con gli amici e l’associazione religiosa
Nelle scorse ore è stato trovato il dispositivo, si indaga sulle frequentazioni della 53enne originaria di Massa: i dubbi sono molti
MASSA. Un rebus è stato decifrato: il cellulare che non si trovava, adesso c’è. Ci sono però da risolvere altri enigmi prima di poter restituire verità alla famiglia di Ombretta Bresciani: per dire come e perché è morta la cuoca di 53 anni che in città aveva gli affetti più cari – il figlio, il nipotino – ma che è stata trovata senza vita sulla pietraia del greto del fiume Vara, nel borgo di Varese Ligure – siamo nello Spezzino – e, precisamente, nella piccola frazione di San Pietro Vara, luogo a lei familiare. Era il 19 novembre, l’alba.
La novità
Si sono immersi nelle acque del fiume Vara i carabinieri del nucleo subacquei di Genova: hanno scandagliato il letto e hanno pescato il telefonino di Ombretta, che aveva con sè la notte della tragedia. È un tassello che trova posto nel giallo della Val di Vara. Sarà utilissimo alle indagini condotte dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri della Spezia e dalla stazione di Varese Ligure, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Genova che ha aperto un fascicolo che punta a far luce su cosa sia accaduto alla 53enne che lavorava come cuoca in un locale di famiglia e, secondo quanto raccolto, stava vivendo un periodo «felice». Così aveva detto lei, al mondo-intero, cinque settimane fa, dalla sua pagina Facebook, postando una foto del figlio e del nipotino.
Cosa manca
Ancora non ci siamo, ancora il quadro non è chiaro. Pur mantenendo riserbo, gli inquirenti non nascondo affatto che ci sono dubbi su cosa sia accaduto tra il 17 e il 18 novembre: è a quella notte che risalirebbe la morte, tant’è che in quelle ore Ombretta già non rispondeva alle chiamate e ai messaggi inviati da familiari e amici. È un rompicapo, per adesso, comprendere quale sia la causa della morte anche perché l’autopsia ha rivelato – come prima indicazione – che sul corpo della cuoca non ci sono segni di violenza subita.
E adesso?
Le indagini proseguono e nuovi spunti potrebbero – dovrebbero – giungere dagli esami autoptici, tossicologici e tecnici. Gli inquirenti attendono questi risultati e intanto i carabinieri del nucleo investigativo della Spezia – delegato in questa fase per le indagini – mettono le mani sul cellulare della 53enne. Si deve ricostruire che cosa Ombretta ha fatto quella sera: se ha contattato qualcuno in particolare, se da qualcuno è stata contattata, se ha inviato messaggi, se ha scattato foto. Verranno passate al setaccio le sue amicizie, le conoscenze, i luoghi frequentati.
Cosa è assodato
Certo è che la sera del 17 novembre Ombretta era a cena da amici. Nello Spezzino. Poi sarebbe – il condizionale è d’obbligo – rincasata nell’abitazione di una cara amica francese, che aveva abitualmente nelle sue disponibilità (la proprietaria in inverno non la utilizza). Qui siamo a San Pietro Vara ma siamo anche a solo qualche centinaia di metri dal luogo della scoperta tragica. Ombretta è stata trovata senza scarpe, indossava pantaloni elasticizzati e una t-shirt: ecco perché si suppone che sia tornata nella casa dell’amica dove avrebbe indossato abiti comodi e leggeri (per le temperature esterne di questa stagione).
Per poi riuscire? Varese Ligure e le sue frazioni erano un buen retiro per lei: qui negli anni aveva coltivato amicizie e frequentazioni, come quella della “casa” dei Ricostruttori nella preghiera, associazione religiosa, il cui carisma si basa sulla ricerca interiore tramite una meditazione profonda. Cosa le è accaduto in un luogo che le era sicuramente familiare? In un Luogo del Cuore e in un momento della vita in cui avvertiva tutta la pienezza di essere diventata nonna?
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