Il Tirreno

Il caso in provincia di Massa Carrara

Bimbo morto per malore in piscina: no al risarcimento e famiglia condannata a pagare 40mila euro

di Pietro Barghigiani
Bimbo morto per malore in piscina: no al risarcimento e famiglia condannata a pagare 40mila euro

I genitori chiedevano 1,6 milioni, ma per la seconda volta i giudici hanno respinto la richiesta: il papà non doveva lasciare solo il bimbo. Ora devono versare le spese legali al gestore e all'assicurazione

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MASSA. Dopo il no al risarcimento pronunciato dal Tribunale di Massa per la morte di un bimbo di 10 anni nella piscina del villaggio sportivo Villasport di Villafranca nell’agosto 2019, arriva ora la sentenza della Corte d’Appello di Genova con cui viene ribadita l’assenza di responsabilità della struttura nel decesso del piccolo avvenuto il giorno dopo il malore che lo colpì mentre era in vasca.

Ma con una novità rispetto al verdetto di primo grado: i genitori della vittima sono stati condannati a pagare le spese legali per oltre 40mila euro ai gestori dell’epoca e alla compagnia assicurativa. Chiedevano circa 1, 6 milioni di euro di risarcimento.

Per i giudici d’appello Ibrahim El Gargar, di origini marocchine, residente con la famiglia a Licciana Nardi, non doveva essere lasciato solo nell’impianto dopo essere entrato con il padre, un amichetto e il suo papà.

Soccorsi non immediati, condizioni della piscina lacunose e l’aver tollerato che fosse solo erano le contestazioni alla base della richiesta di un danno per colpa e negligenza che non è stato riconosciuto.

Ipotesi respinte alla radice in due gradi di giudizio.

Scrivono i magistrati della Corte d’Appello che «il minore, che il padre certo sapeva essere ampiamente infraquattordicenne, venne condotto nella struttura natatoria aperta al pubblico da detto genitore e lasciato solo, ciò a fronte di un “contratto” che prevedeva la fruizione delle piscine in condizioni di sicurezza, ma non certo la vigilanza sui minori soli, al di là di qualsivoglia regolamento circa l’ingresso ed al di là di quanto percepito dalle persone presenti in loco».

Dopo l’ingresso, il bimbo rimase solo e si trovò a gestire in solitudine l’improvviso malore che lo colse in acqua dopo aver mangiato un gelato e patatine fritte.

Il padre aveva detto alla cassiera che sarebbe tornato a riprendere il piccolo dopo aver fatto la spesa con la moglie e l’altro figlio. Erano le 14, 45 del 4 agosto 2019. Verso le cinque pomeriggio avvenne l’irreparabile.

«Il bambino ebbe a gestirsi da solo, essendo venuta meno la doverosa vigilanza dei genitori, al punto da porre in essere anche condotte interferenti con la sua capacità, come detto di nuotare» ancora la sentenza dove si legge che «duole dirlo, ma con ogni evidenza, se il padre fosse rimasto, come doveva, in piscina a vigilare sul figlio, è praticamente certo che il sinistro non si sarebbe verificato, salva l’ipotesi di un grave malore improvviso, neppure escluso dalla Ctu, che, peraltro, ove si fosse verificato, nulla avrebbe a che fare, sotto il profilo eziologico, con le irregolarità gestionali evidenziate nel gravame».

Nessun profilo di responsabilità nella gestione del Villasport, dunque, considerato che «il bambino fu illecitamente lasciato solo dal padre nell’impianto natatorio; che non vi sia prova alcuna di condotte omissive, afferenti alla vigilanza o al soccorso, o alla struttura, eziologicamente rilevanti rispetto al susseguirsi degli accadimenti noti che portarono alla morte del bambino».

Sulle cause del decesso neppure la consulenza disposta dal Tribunale ha saputo individuare cosa sia accaduto al bambino «comunque soccorso senza, peraltro, riscontrare inadeguatezze nei soccorsi, sì che l’unico fattore causale certo attiene al fatto che il bambino potesse fruire liberamente delle piscine, benché senza la doverosa presenza costante di un genitore, per legge preposto alla vigilanza sui figli infraquattordicenni, il che riconduce solo al padre la causa dell’evento finale».

Un’assenza fatale quella del papà dall’impianto della tragedia che è alla base dei due rifiuti dei giudici alla richiesta dei danni e che diventa anche una condanna a pagare le spese legali ai soggetti a cui chiedeva un risarcimento milionariol


 

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