Condannato ex manager dell’Asl: risarcirà l’azienda per 90mila euro
Aveva rinnovato l’incarico a un giornalista per cinque anni consecutivi
MASSA. I continui rinnovi di un contratto di collaborazione per un giornalista dell’ufficio stampa dell’allora Asl Pistoia 3 hanno mascherato un rapporto di lavoro subordinato. Che l’azienda, per effetto di due sentenze, ha dovuto sanare pagando all’ex addetto stampa le differenze retributive dal 2008 al 2012.
La condanna
Per aver firmato le proroghe di quei contratti, l’ex direttore generale dell’Asl pistoiese, ora confluita in Toscana Centro, Alessandro Scarafuggi, 72 anni, di Lastra a Signa, (ex manager della sanità a Empoli e Massa) è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire l’Asl con 90mila euro. La Procura gliene chiedeva 134mila. Sul tema degli incarichi per il servizio di ufficio stampa, l’ex manager Scarafuggi era stato assolto (accusa di abuso d’ufficio) a Pistoia.
La difesa
A sostegno della sua tesi, l’ex manager ha citato l’assoluzione nel penale e il non aver voluto favorire il giornalista, ma di essersi posto, «il solo obiettivo di sopperire ad una esigenza aziendale derivante dal sottodimensionamento dell’ufficio stampa», secondo quanto risulta dagli atti.
L’accusa
I rinnovi sarebbero risultati illegittimi e avrebbero provocato, secondo quanto sostenuto dalla Procura, all’azienda sanitaria un danno di 134.660 euro «in ragione delle differenze retributive e previdenziali e delle sanzioni che l’azienda è stata condannata a corrispondere sia al giornalista che all’erario e all’Inpgi».
Le cause di lavoro
Il caso nasce dopo che il giornalista aveva ottenuto in due distinte sentenze il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro. E l’Asl aveva dovuto pagare le differenze stipendiali e contributive. Soldi che poi sono stati chiesti a chi da direttore generale aveva firmato i contratti.
Quello che la Corte dei conti contesta a Scarafuggi è di aver “abusato” dei rinnovi contrattuali giustificati dall’assenza di personale specializzato che potesse occuparsi dell’ufficio stampa in seno all’Asl. Se proprio era un servizio indispensabile e strategico nell’organizzazione del lavoro dell’Azienda sanitaria, allora era opportuno fare un concorso pubblico.
Troppi rinnovi
L’ex direttore generale «rinnovando per cinque anni consecutivi il contratto d’opera, avente ad oggetto “prestazioni giornalistiche concernenti le relazioni esterne”, ha violato la disciplina richiamata, posto che, come accertato sia in sede civile che in sede penale, l’incarico, originariamente attribuito nel 1998 al fine di sopperire all’assenza per maternità di una collega, ha nella sostanza assunto natura non temporanea, rispondendo ad esigenze durature e progressivamente consolidate dell’amministrazione».
Ecco perché, secondo la Corte dei conti, a Scarafuggi viene imputata un’ipotesi di responsabilità amministrativa per aver utilizzato un collaboratore professionale e temporaneo come un lavoratore subordinato. Infine, «i contratti di prestazione professionale rinnovati di anno in anno sono stati posti in essere in violazione del principio, di rilievo costituzionale, che impone l’accesso al pubblico impiego mediante procedure concorsuali».l