Il Tirreno

Il caso

Massa, in carcere per tentato omicidio il 50enne aggressore di via Pisa

di Ivan Zambelli e Gabriele Buffoni
Massa, in carcere per tentato omicidio il 50enne aggressore di via Pisa

L’uomo, incensurato, ha ferito con un coltello un coetaneo con cui stava litigando

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MASSA. Si trova in una cella del carcere di Massa il cinquantenne che lunedì pomeriggio, intorno alle 17,30, ha ferito con più colpi sferrati con un coltello un uomo pressoché suo coetaneo, in via Pisa a Marina di Massa. L’ipotesi di reato per la quale è scattato l’arresto, alla luce di quanto accaduto e delle ferite riportate dalla vittima dell’aggressione, è delle più pesanti: tentato omicidio.

In base a quanto emerge dalle prime indiscrezioni, il pubblico ministero incaricato dell’inchiesta non ha presentato richiesta per procedere per direttissima: si attende così in questi giorni la convalida dell’arresto, disposto nella serata di lunedì a conclusione dei primi accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Il cinquantenne – che risulterebbe incensurato – era stato infatti inizialmente fermato e portato in caserma dai carabinieri intervenuti in via Pisa per sedare quella che sembrava una lite degenerata in un episodio di violenza inaudita. Tale da scatenare il panico anche nelle persone presenti in quel momento nei dintorni, sia nel punto vendita Carrefour Express sia nella vicina scuola Don Milani, dove erano in corso gli esami di terza media degli studenti.

Un’accusa pesante

Probabilmente la scelta di non procedere per rito direttissimo, nonostante la flagranza del reato, è legata alla necessità da parte degli inquirenti di procedere con ulteriori indagini volte a chiarire le cause dell’acceso diverbio poi sfociato in un’aggressione all’arma bianca.

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto tutto sarebbe partito da un’attività commerciale della zona intorno alla quale i due cinquantenni sarebbero soliti ruotare. Tra di loro ci sarebbero state tra l’altro vecchie ruggini. Così nel vedersi, lunedì pomeriggio, sarebbe scattato qualcosa di imprevedibile: l’uomo finito in carcere avrebbe aggredito l’altro, ferendolo con un coltello. Il cinquantenne avrebbe sferrato con la lama più colpi, ferendo l’altro uomo al braccio e soprattutto al volto, interessando – questa sarebbe la valutazione degli inquirenti – aree del corpo che avrebbero condotto la vittima dell’aggressione (condotta poi al pronto soccorso) a correre un serio pericolo di vita. Da qui, l’ipotesi di reato di tentato omicidio che ha portato le porte del carcere di Massa ad aprirsi per l’aggressore.

Il giorno dopo

In via Pisa, il giorno dopo l’accoltellamento, sono in pochi a voler parlare di quanto accaduto. In zona più o meno tutti si conoscono, soprattutto tra gli esercenti. Sono alcuni di loro a raccontare che non era la prima volta che in quel locale scoppiavano litigi ed escandescenze tali da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Certo, senza mai arrivare ad aggressioni fisiche come quelle di lunedì pomeriggio.

Per questo ora tra i commercianti c’è timore: meglio non esporsi troppo e anzi provare a lasciarsi alle spalle quel tremendo episodio, capitato in pieno pomeriggio a due passi dalla scuola Don Milani. Qui è stata la prontezza del personale scolastico, allertato dalle urla provenienti dall'altro lato della strada, a evitare il peggio per gli studenti, almeno sul piano psicologico. «Abbiamo subito invitato i ragazzi a entrare – spiega la dirigente Sonia Casaburo – spiegando loro che certe cose non sono spettacoli a cui assistere, ma eventi molto gravi in cui è bene non intralciare l'intervento dei mezzi di soccorso e delle forze di polizia. A 13 anni sono ancora bambini e si possono creare situazioni emotive forti, capaci di traumatizzare».

Per questo, appena il personale ha visto la scena (dalla portineria al luogo dell'aggressione ci sono circa 30 metri) «abbiamo fatto entrare tutti, anche i genitori e gli ex alunni che erano lì a fare il tifo per gli amici. Abbiamo chiuso i cancelli della scuola – racconta la preside – per proteggere i ragazzi, per garantire la loro sicurezza, ma anche la tranquillità e la concentrazione in un momento importante come gli esami».

Un gesto quasi istintivo ma che ha fatto la differenza così da tenere al riparo decine di giovani da una scena che ha scosso un intero vicinato che fino a qualche tempo fa si sentiva tranquillo. Infatti da circa un anno le cose sono cambiate. Urla, schiamazzi e litigi in diverse ore del giorno, tali da far preoccupare il vicinato e chiedere l’intervento delle pattuglie in più occasioni. «Lì davanti – racconta una commerciante – le volanti parcheggiate le ho viste più volte, per cui quando lunedì ho sentito nuovamente urlare e poi arrivare le sirene ho subito capito da dove provenisse tutto quel baccano. Mai però avrei pensato si fosse arrivati alle lame». Per questo tra gli esercenti c’è paura a esporsi e a raccontare come stanno andando le cose lì in via Pisa. «Noi le forze dell’ordine le chiamiamo e puntualmente intervengono. Ma poi tutto si risolve in quel momento e pochi giorni dopo il trambusto riparte». 

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