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White Carrara è qui, alla kermesse di esordio i guru del design mondiale

White Carrara è qui, alla kermesse di esordio i guru del design mondiale<br type="_moz" />

Karim Rashid e Ross Lovegrove “padrini” della rassegna. L’artista egiziano: «L’hotel Michelangelo? Fatelo in marmo»

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CARRARA. Uno veste di rosa shocking, l’altro di nero. Sarà perché il primo è egiziano e il secondo gallese? Macché. Sono una coppia originalissima i due designer di fama mondiale, “padrini” dell’edizione 2025 della White Carrara. Sono Karim Rashid e Ross Lovegrove: le loro opere sono ammirabili nel salotto espositivo più ambito – piazza Alberica – e costituiscono i due gioielli della rassegna dedicata al design – sotto la direzione artistica di Domenico Raimondi – che si è aperta ieri e che animerà vicoli e piazze del centro storico – a mo’ di mostra a cielo aperto – fino alla fine di settembre. Design Here and Now – tradotto, Design Qui ed Ora – è il tema di quest’anno: è il trionfo dell’hic et nunc – direbbero i latini – ovvero del qui ed ora applicato alla creatività.

Lui e Vangi

MudaC, Museo delle Arti Carrara, San Francesco. Manca poco alle 12 e compaiono entrambi. Insieme. Così diversi, così in sintonia. A Karim Rashid va il merito di aver reso pop il design mondiale. Ciascuno di noi, nella propria quotidianità, ha sicuramente preso in mano qualcosa che è uscito da suo estro: perché è un artista a dir poco “prolifico”. Ama i colori fluo – fluorescenti – lo si capisce al volo: da come è vestito. Entra in una delle salette del MudaC e il suo sguardo si posa su L’Uomo seduto di – udite, udite – Giuliano Vangi. «Le piace, Karim?» , «Mmm – risponde, ritraendosi un po’ come fosse spaventato – mi fa paura..».

La sgridata

Lasciamo stare Vangi e passiamo al fascino-eccezionale di Carrara. Quanto piace a uno dei guru mondiali del design la Città della pietra michelangiolesca? «Carina, sì – risponde Rashid – però non ho visto nulla che faccia davvero venir fuori l’orgoglio di essere la Capitale mondiale dei Marmi». Santo cielo, verrebbe da dire. E aggiunge un carico da novanta: «È un po’ come andare a Lucca o a Catania, è insomma uguale ad altre città». Poi si spiega meglio facendosi anche aiutare, quando gli manca una parola, dall’affascinante moglie iraniana: «Io alloggio all’hotel Michelangelo – descrive – Ho saputo che i proprietari sono imprenditori del marmo. Ecco, di marmo c’è solo il pavimento: è strano. Perché non fare la reception in marmo? Perché non esporre grandi opere d’arte in marmo? Perché non fare anche i mobili in marmo? ! Farebbe bene al turismo». Insomma, si aspettava qualcosa di più trionfalmente “lapideo”, forse, Karim, come qui lo chiamano tutti.

I gioielli

In piazza Alberica ci sono le opere dei due grandi designer. C’è “Ridon” di Ross Lovegrove, una moto realizzata con un’estetica tale e con una tale ricerca della velocità da rendere il marmo una manifestazione di leggiadria. Lui è davvero grande nella ricerca delle forme ergonomiche e gli Emirati Arabi – vive e lavora a Dubai – lo adorano. Progetta partendo dalla Natura Ross – le trame delle foglie, la corteccia – e il microcosmo naturale con il suo tocco si evolve e diventa Grande Architettura. Poco distante da Ridon c’è “kAIna” di Rashid: è una grande testa di donna, perché lui ritiene che il futuro del mondo sarà sostenuto dal genere rosa; è scavata la testa perché oggi la mente rischia di essere corrosa dall’Intelligenza Artificiale; c’è il pericolo ma c’è anche la “buona notizia”: il joy stick dell’AI è sempre azionato dall’umana ragione. Grandissimi entrambi. Averli qui ed ora è un “colpo grosso”: godiamone. 
 

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