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Carrara, valori medi del marmo: il nuovo tabellone ed ecco chi pagherà più tasse. Tutti i dati

di Massimo Braglia
Carrara, valori medi del marmo: il nuovo tabellone ed ecco chi pagherà più tasse. Tutti i dati

Balzo in avanti per le cave top, grazie ai materiali pregiati

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CARRARA. Da un lato, gli imprenditori continuano imperterriti con le carte bollate, l’ultima tranche è di numerose aziende (la prima in ordine alfabetico è la Apuan Marble, citata nella delibera in cui si dà incarico all’avvocatura comunale) che hanno presentato ricorso straordinario promosso innanzi al Presidente della Repubblica in materia di tracciabilità dei materiali lapidei. Dall’altra, palazzo civico prosegue per la sua strada e, dopo l’adeguamento dei valori medi delle varie tipologie di materiale (con lo statuario e il calacatta balzati a 7.677 euro la tonnellata per la prima fascia), adesso sono stati resi noti anche i valori medi di ciascuna cava, ottenuti come noto con un procedimento complesso, e che sono la base per la nuova tassazione.

Partiamo dai valori medi: nella top five troviamo ovviamente chi ha i materiali migliori, e quindi al primo posto ancora cava Ruggetta A con 818,05 euro la tonnellata, e un balzo notevole rispetto al precedente 673,01 per il periodo 2021-2024; al secondo posto, cava 103 Calocara B, Fb Cave, con 806,72 euro di valore medio, in precedenza era 642,28; in terza posizione, al terzo posto, la 102 Calocara A della Gemignani e Vanelli, con 795,19 euro di base, in crescita rispetto ai 634,16 della precedente valutazione. Dietro queste tre cave super top, c’è il vuoto: per trovare una valutazione da quarto posto, bisogna arrivare ai 433,01 euro della cava 70, Bettogli A, Vf. Marmi, che aveva 350,56 euro come base per il periodo 2021-2024, e per la quale tutto sommato l’incremento in percentuale è significativo ma ovviamente in valore assoluto non è paragonabile agli altri. In quinta posizione, la cava 67, Bettogli Zona Mossa, Poggio Silvestri Marmi, con 413, 3 euro, in precedenza era attestata a quota 336,53. Queste sono le prime cinque posizioni, a seguire gli altri, tengono banco ovviamente le aziende con materiale più pregiato, come la cava 16 Crestola della Sam, con valore medio di 393,09, contro i 217,18 della precedente rilevazione, probabilmente l’incremento più significativo.

Ma al valore medio più alto non corrisponde la tassazione più alta per ciascun blocco o informe che scende, perché come noto, la tassazione del 10%, per il contributo di estrazione, vale per tutti, agri marmiferi o beni estimati, mentre il canone di concessione è calcolato sulla base dell’estensione del bene estimato all’interno di ciascuna cava. Come si vede dalla tabellona che pubblichiamo, ci sono una serie di cave che sono al 100% agro marmifero comunale ma ve ne sono anche alcune che al contrario sono completamente bene estimato, cioé considerate private (in attesa, come noto che la Corte di Cassazione decida una volta pr tutte se i beni estimati sono legittimi o no). Di conseguenza, rispetto alla top tre di chi paga di più per ciascun blocco, la classifica cambia un po’, e così al primo posto c’è la cava 102 Calocara A della ditta Gemignani e Vanelli, con 104,31 euro la tonnellata, perché l’agro marmifero è al 62,36%, mentre la Ruggetta A pagherà 102,41 euro la tonnellata, perché ha area di agro marmifero al 50,39%, e quindi per il 49,61% non deve versare il canone di concessione. Terza piazza per la Fb Cave che dovrà versare 89,21 euro la tonnellata, perché nella cava Calocara B la percentuale di agro marmifero è al 21,16%. Nella precedente valutazione, le tre cave top dovevano versare alle casse comunali, per ogni tonnellata, rispettivamente 83,19 euro Gemignani e Vanelli, 84,26 Calacata Crestola e 71,03 Fb Cave. Anche in questo caso, l’incremento maggiore, circa il 18%, per Gemignani e Vanelli.

A seguire, nella tassazione, le altre due cave dei Bettogli, prima la B e poi la A, con 77,42 e 59,68 euro.

Ci sono anche cave che sono sotto i 12 euro, diverse sotto i 20 euro la tonnellata. Tutto dipende dalla scheda merceologica, approvata contestualmente nella stessa delibera che ha fissato i nuovi valori medi e la relativa tassazione. Valori medi già contestati da Confindustria, come scritto ieri, e già oggetto di un precedente ricorso al Tar però al momento stoppato dai giudici amministrativi in attesa che le cause civili sul diritto perpetuo arrivino a sentenza. L’impressione è che la cosa si trascinerà a lungo.

Nel frattempo, c’è da aspettarsi un’altra raffica di ricorsi anche contro questi nuovi valori medi, calcolati però sulla base di quanto riscontrato dall’Osservatorio del marmo e che quindi almeno secondo l’amministrazione, dovrebbero essere in grado di superare l’esame dei giudici.

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