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L’addio a Elio Landucci, politico e dirigente della Don Gnocchi

Una immagine di Elio Landucci
Una immagine di Elio Landucci

Socialista, è stato assessore alle finanze e ai lavori pubblici in più giunte. Da responsabile economo ha fatto crescere la struttura di riabilitazione

02 settembre 2024
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MASSA. Il mondo della politica e della salute sono in lutto per la scomparsa a 86 anni di Elio Landucci, assessore socialista in più legislature fra fine Anni 70 e primi Anni Novanta, ma anche storico responsabile economo della Don Gnocchi, struttura a cui ha dedicato la vita lavorativa e a cui teneva moltissimo, e che sicuramente ha contribuito a far crescere negli anni.

Da qualche tempo aveva problemi di salute, poi il decesso: i funerali si terranno oggi pomeriggio alle 16,30 nella chiesa di Turano, partendo dall’obitorio cittadino. Lascia la moglie Ines Raffaella Tassi, le due figlie Sara e Francesca, i nipoti Andrea e Alessandra. Il legame con la Don Gnocchi, diventato poi il suo lavoro con un ruolo chiave, nasce per la conoscenza diretta con il fondatore Don Carlo Gnocchi, avvenuta nel primo dopoguerra quando Elio Landucci, insieme a due amici, rimase coinvolto nello scoppio di un residuato bellico a Turano; perse un braccio, fu ricoverato in una struttura a Parma gestita da don Gnocchi, che divenne un suo educatore.

Come raccontano gli amici, e in particolare Giuliano Minuto, i tratti principali del suo carattere erano la pacatezza, la capacità di dialogo e di mediazione, ma anche un umorismo coinvolgente, insomma, un buon carattere socievole, di compagnia. Negli anni complicati per la politica e la vita del Paese, ha saputo contribuire a far migliorare la città, prima da assessore alle finanze, poi ai lavori pubblici, quando diede grande impulso alle fognature tra l’altro.

Politicamente, nasce socialdemocratico, si avvicina poi al Muis di Paolo Pillitteri e, a Massa, di Anselmo Menchetti, e così dopo la giunta Fialdini, nel 75, ormai socialista, diventa assessore alle finanze della giunta di sinistra guidata da Silvio Tongiani; nell’80 con Barbaresi è invece assessore alle finanze. La sua ultima esperienza da amministratore pubblico, dopo la giunta Panesi, è con il sindaco Manfredi, quando il Psi si allea con la Dc. «In un partito in cui la dialettica, per non dire il livello di discussione era molto alto - racconta Giuliano Minuto, che lo stesso Elio Landucci indicò come segretario comunale dei socialisti - il ruolo di Elio era chiave, perché sapeva mediare con grande intelligenza politica; eravamo soliti vederci alle cinque del pomeriggio, un gruppo di socialisti, a ragionare di politica, ma anche per stare insieme, e il suo contributo era sempre prezioso. Anche dopo il 93, quando non era più in prima fila, è sempre rimasto molto ascoltato».

Anche negli Anni Duemila la sua esperienza era stata di nuovo al servizio del Partito, prima a fianco di Anselmo Menchetti, e successivamente nella ricostruzione del Partito socialista che aveva in Sirio Bonini il coordinatore.

Insomma, oltre a dedicarsi alla famiglia, quella di Elio Landucci è stata una vita intensa, scandita dalla politica da un lato e dallo sviluppo della Don Gnocchi, come detto, mentre calcisticamente la sua passione era la Juventus.

Massa perde una persona che ha sicuramente voluto bene alla città e che con le sue capacità ed esperienza, sia nell’amministrazione della cosa pubblica che nel lavoro, ha contribuito a migliorarla e farla crescere.

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