Il Tirreno

Vandalismi

White Carrara, danneggiato per la terza volta il cavatappi di Alessi in marmo

di Giovanna Mezzana e David De Filippi

	I danni al cavatappi in stile Alessi e al tavolo Gomitolo
I danni al cavatappi in stile Alessi e al tavolo Gomitolo

La professoressa Marzia Dati: «Un messaggio da non sottovalutare, è la spia di un’insofferenza per una città in degrado»

30 giugno 2024
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CARRARA. Se non è una maledizione, sembra un castigo: c’è un altro sfregio da registrare al bouquet delle opere della White Carrara, la mostra, con esposizione sotto il cielo del centro città, dedicata al design italiano, godibile fino alla fine di settembre. Venerdì si è verificato il quarto danneggiamento – di nuovo al cavatappi in marmo che ripropone l’inconfondibile stile Alessi, marchio di design industriale per l’oggettistica casalinga, a due settimane dal taglio del nastro della manifestazione che vorrebbe offrire a tutti la possibilità di apprezzare opere scultoree di design; non occorre pagare biglietti – viene da chiedersi se in tal caso ci sarebbe da parte dei visitatori più attenzione – basta camminare per il centro per gustare lo spettacolo.

Cosa sta succedendo?

Nessuno dei quattro episodi di danneggiamento sono l’effetto della mano di vandali: così è stato appurato. La polizia locale ha scandagliato i filmati delle telecamere: ogni opera è sotto occhio elettronico; piuttosto, si tratta di colpevoli disattenzioni. Alla luce del quarto episodio – accaduto dopo l’appello della sindaca Serena Arrighi a portare rispetto all’arte, che la prima cittadina ha fatto senza mettersi in cattedra ma cercando l’empatia dei suoi concittadini – Il Tirreno ha chiesto un’opinione – una sorta di lettura “sociologica” del fenomeno – a una carrarese nota. A Marzia Dati, nominata di recente cavaliere al merito della Repubblica, professoressa, impegnata a portare il nome di Carrara nel mondo. A breve, si recherà a Portsmouth, dove parlerà del viaggio di Charles Dickens, a confronto con accademici di tutto il mondo e anche lì testimonierà l’affetto per la sua Carrara.

La cronaca

Ricapitoliamo. La White Carrara viene inaugurata il 14 giugno. Sono le 22, 30 di sabato 15 giugno, in piazza Alberica ci sono molti visitatori, e si spezza un braccio del cavatappi-antropomorfo, omaggio a una donna reale, “Anna G”, opera del designer Alessandro Mendini per la società lapidea Sagevan; è stato un ragazzino, inavvertitamente, il padre si fa avanti con il Comune per assolvere ai propri doveri. Nella notte tra venerdì e sabato viene troncato il secondo braccio: un adulto cammina all’indietro, e – in prossimità dell’opera, mentre chiacchiera – crede probabilmente che ci sia una “colonna” (una dei portici? ) a cui appoggiarsi, e invece spezza il secondo braccio di Anna G. e se ne va alla chetichella; viene identificato e richiamato alle proprie responsabilità, successivamente, dalla polizia locale. È il 26 giugno quando viene danneggiato il tavolo Gomitolo realizzato dal designer Paolo Ulian per la Bufalini Marmi, in piazza Accademia: e anche in questo caso si tratterebbe della disattenzione di un padre in compagnia del figlioletto. Venerdì 28 giugno, Anna G ha di nuovo i suoi bracci: durano il lasso di tempo di un pomeriggio perché alle 21 in Comune si sa già che uno dei bracci è stato di nuovo spezzato, da un uomo che l’ha toccato e, visto il danno, si è poi allontanato. I filmati delle telecamere “parlano”.

L’opinione

Secondo Marzia Dati queste colpevoli disattenzioni potrebbero essere la spia di «un’insofferenza nei confronti di una città che è nel degrado più assoluto – dice – e che non riesce a decollare; anzi, sta regredendo». Gli sfregi all’arte «potrebbero essere interpretati come un messaggio verso chi ci governa – aggiunge – quasi a voler sottolineare implicitamente: “Attenzione, è inutile fare questa Design is back (titolo dell’edizione 2024 della White Carrara, ndr), quando la sostanza manca». «È un segnale – nota – da non trascurare». L’attenzione, secondo Marzia Dati, dovrebbe essere amplificata anche mediante la vigilanza: «Io abito nel centro storico e la mia associazione è in piazza Alberica e sono costernata – dice – nel vedere persone che non hanno rispetto per l’arte o il design: si siedono sulle sculture, giocano a pallone. Servirebbe un maggior controllo, anche serale». «In passato tutto ciò non avveniva – sottolinea – Abbiamo avuto importanti simposi e non ci sono stati episodi di rotture per disattenzione o vandalismi, che ricordi io. Forse è cambiato l’atteggiamento del carrarese nei confronti di ciò che viene proposto; da qui si dovrebbe fare una riflessione molto approfondita anche su ciò che viene offerto alla città».


 

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