Niente Italia-Croazia per un gruppo di tifosi massesi: un’odissea di tredici ore dopo il fermo alla frontiera
Erano in un van di nove, il problema sarebbe legato al fatto che tre di essi erano stati banditi da Lipsia perché tra i fermati di Dortmund prima della gara con l’Albania. Interrogazioni al governo e Uefa di Amorese e Barabotti
MASSA. Un’altra odissea per un gruppo di tifosi della Massese, che nella giornata di ieri sono rientrati in Italia dopo essere stati fermati alla frontiera con la Germania, senza aver potuto assistere alla sfida dell’Italia con la Croazia. Come spiegano sui social, «Dalle ore 23 di domenica sera, in ostaggio delle forze di polizia tedesche! Oltre tredici ore in cui ancora una volta in questo Europeo, la terza in tre partite, cittadini italiani sono stati privati della loro libertà senza alcun motivo! A tutti loro è stato negato l’accesso in Germania, successivamente le autorità austriache hanno impedito al furgone da 9 di fermarsi in Austria obbligandolo a dirigersi senza soste in Italia. Tutto ciò ha impedito di fatto, ancora una volta, la libera circolazione tra paesi europei. Un abuso senza fine». I sostenitori volevano andare a seguire l’Italia contro la Croazia a Lipsia; finora sono riusciti solo a vedere Italia-Spagna, perché già erano stati bloccati a Dortmund prima di Italia-Albania. Questa volta, raccontano ancora, il gruppo di tifosi è stato bloccato alla frontiera tedesca alle 23 di lunedì: «Chiavi del mezzo e valigie in mano alle autorità doganali. Perquisizione e impronte digitali per tutti! Sequestro di giacche Cp Company e altri effetti personali! Fatto divieto a tutti di entrare in Germania e foglio di via da ogni città in cui si gioca l’Europeo!».
La questione adesso finisce all’attenzione del governo. Il deputato apuano di Fratelli d'Italia Alessandro Amorese ha infatti annunciato un'interrogazione al ministro degli Interni Matteo Piantedosi e al ministro degli Esteri Antonio Tajani per avere chiarezza.
«Un gruppo di tifosi, quasi tutti massesi, in viaggio con un van e regolarmente in possesso del biglietto per assistere alla sfida tra la nostra nazionale e la Croazia a Lipsia per gli Europei, è stato bloccato per ore dalle forze dell'ordine al confine con la Germania. Le motivazioni di quello che hanno subito questi tifosi non sono al momento del tutto chiare, perché non sembrano essere dettate da concreti rischi per l'ordine pubblico o da azioni illegali commesse. In particolare, in base agli elementi appresi fino a questo momento, il gruppo di tifosi, trattenuto intorno 23 di ieri sera alla frontiera con la Germania, non potrebbe entrare a Lipsia perché alcuni di loro si trovavano a Dortmund, per la partita della nostra nazionale contro l'Albania dello scorso 15 giugno. Proprio a Dortmund erano stati identificati ma rilasciati per volontà di un giudice, senza alcun provvedimento preso a loro carico, svariate ore dopo esser stati portati nel commissariato della cittadina tedesca. Questa mattina (ieri, lunedì, ndr) però, tre di loro scoprono che sono stati banditi da Lipsia per i controlli a cui erano stati sottoposti a Dortmund e che gli altri cinque non potranno entrare a loro volta nella città dove si disputerà la partita contro la Croazia, per il banale fatto di trovarsi nello stesso van di quei tifosi banditi. Presenterò un'interrogazione al ministro degli Interni Matteo Piantedosi e al ministro degli Esteri Antonio Tajani per avere chiarezza sui reali motivi che hanno spinto, e reiteratamente, a controlli e stop di nostri connazionali, costretti per ore ad un trattamento incomprensibile, e per avere contezza che non si sia trattata di una serie di soprusi. Al momento, infatti, il gruppo di nostri connazionali e concittadini sembra essere "reo" solo di voler tifare la nostra nazionale agli Europei», osserva Alessandro Amorese.
Da parte sua, il parlamentare della Lega Andrea Barabotti aggiunge: «Ho inviato due lettere ufficiali per affrontare i problemi riscontrati dai tifosi italiani. La prima lettera è stata indirizzata al Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, per richiedere chiarimenti sui fermi preventivi disposti dalla polizia tedesca nei confronti dei tifosi italiani durante le trasferte per le partite Italia-Albania, Italia-Spagna e Italia-Croazia. Ho anche sollecitato un intervento urgente della Farnesina per ottenere spiegazioni dalle autorità tedesche. La seconda lettera è stata inviata ai vertici della Uefa, informando il Presidente Aleksander Ceferin e il Vicepresidente Gabriele Gravina delle difficoltà subite dai tifosi italiani, che sono stati fermati o respinti senza motivazioni adeguate, minando così la fiducia nel sistema organizzativo delle manifestazioni sportive. L'obiettivo delle lettere è ottenere giustizia per i tifosi ingiustamente trattati e informare le organizzazioni sportive internazionali per prevenire il ripetersi di tali episodi. Sono fiducioso che il Ministro Tajani e la Uefa prenderanno seriamente questi avvenimenti e si adopereranno per tutelare i diritti dei cittadini italiani qualora emergessero abusi».