Il Tirreno

La storia

Stanchi di Internet e telefonino? In Toscana c’è chi è tornato ai walkie-talkie (e si trova bene)

di David De Filippi
Matteo Emati, mentre comunica con la ricetrasmittente
Matteo Emati, mentre comunica con la ricetrasmittente

Torna in auge l’amore per le radioline: bastano 20 euro, collegarsi a un canale e iniziare una chat vocale

23 maggio 2024
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CARRARA. La ricetrasmittente come strumento e modalità per dialogare e fare amicizia. È un po’ la filosofia degli appassionati del Progetto Pmr 446, gruppo che da qualche mese sta radunando un numero di iscritti sempre maggiore: anche in terra apuana.

È un modo di comunicare che viene dal passato, ma che può essere proiettato anche nel futuro: le “radioline” walkie-talkie, che si chiamano tecnicamente Pmr 446, sono economiche – si trovano anche a venti euro, omologate – funzionano senza internet e senza le reti cellulari, e possono quindi essere uno strumento utile anche nelle escursioni in montagna.

Proprio dalle alture del Pasquilio, per esempio, è stato recentemente fatto un collegamento tra il concittadino Paolo (utente 1TOS024) e due amici situati nel ponente ligure: Fabio (1LIG001) , a Sanremo e Pier Paolo (1LIG003) ad Imperia, con il segnale che ha raggiunto quasi duecento chilometri.

Come funziona il progetto?
Ma come funziona il Progetto Pmr 446? È molto semplice: collegandosi al sito www.progettopmr.org è possibile iscriversi gratuitamente e ottenere un nominativo, con cui poter iniziare a fare QSO (conversazioni) con gli altri utenti. Per la Toscana, il canale da adoperare può essere il 7 (canale nazionale) o anche il 3, selezionandoli dalla propria ricetrasmittente portatile.
Proprio qualche giorno fa, Il Tirreno ha testato il sistema dal crinale del Monte Matanna, raggiungendo Yari (utente 1TOS068) sulla spiaggia di Tirrenia, ma anche Fabrizio (con nominativo 1TOS085) situato nella costa versiliese. Anche dalla collina carrarese di Santa Lucia è stato possibile raggiungere Paolo (1TOS024) che si trovava a Marina di Pisa per seguire una gara di equitazione con la famiglia. Tutti collegati sul canale 7, con il semplice intento di fare una chat vocale tra appassionati.

Come funzionano le radioline
Le radioline non hanno portata sempre uguale. Molto dipende dalle condizioni meteo e dal punto in cui si sta trasmettendo. Per esempio, in una giornata piovosa il segnale può risultare più disturbato, ma nelle giornate terse si possono raggiungere distanze molto soddisfacenti. “Dove vedi arrivi”, si dice tra utilizzatori ed è abbastanza vero: senza barriere e in linea diretta, il segnale può percorrere molti chilometri, ma anche nelle città si può parlare o ascoltare molto.
Da Avenza non è raro sentire gli operai che lavorano in cava o le operazioni di carico delle navi del porto di Marina di Carrara (con cui però è consigliabile non interferire) .
Tra i promotori del Progetto Pmr 446 ci sono anche radioamatori come gli youtuber Angelo Demelas e il toscanissimo Matteo Emati, titolare del canale Camperista Tech. Con quest’ultimo, Il Tirreno ha approfondito il tema dell’iniziativa: «L’intento è fare avvicinare le persone al mondo radio – ha spiegato Emati – Le radio Pmr sono abbordabili e di facile utilizzo. Possiamo così sfruttarle per dialogare. I canali Pmr sono liberi e resteranno tali: ci siamo solo dati un punto di ritrovo per conoscerci e condividere una passione. Aspettiamo tutti a braccia aperte. Più siamo e più ci divertiamo».

L’idea: perché adesso, dal Covid al Web oscurato

L’idea del Progetto Pmr 446 nasce nel 2020, anno che la storia ricorderà come l’anno della pandemia da Covid. Forse anche le restrizioni a cui siamo stati costretti in quel lungo periodo hanno amplificato la voglia di comunicare con il prossimo, e così può essere germogliata la voglia di rispolverare le vecchie ricetrasmittenti, riscoprendo così uno strumento utile e semplice nell’utilizzo. Molte sono le persone che, per ingannare il tempo, comunicavano da una casa all’altra, dato che la portata lo permetteva, e in un d’azione raggio accettabile.

Certo, i cellulari non hanno mai smesso di funzionare, ma l’idea di scambiarsi due chiacchiere con mezzi differenti aveva e ha tutt’oggi un fascino particolare.

Non solo. In alcuni Paesi del mondo è capitato di recente che i regimi abbiano oscurato – soppresso – il traffico web: ed ecco che uno strumento come le ricetrasmittenti potrebbero tornare utili per proseguire le comunicazioni.

Chissà. Del resto basta sintonizzarsi sullo stesso canale e il gioco è fatto.

 

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