Il Tirreno

Lieto fine

Bambina salvata all’Opa, la mamma: «Un controllo di routine e mi è crollato il mondo. Pensavo di non abbracciarla mai»

di Alessandra Vivoli
Beatrice Bongiorni con Maria Vittoria
Beatrice Bongiorni con Maria Vittoria

Il racconto Beatrice, titolare di un’attività Massa: «Quando l’hanno portata in intensiva è stato un momento durissimo»

26 marzo 2024
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MASSA. Una giovane mamma di 28 anni, alla seconda gravidanza. Con la prima bimba, Adele, era filato tutto liscio, sei anni prima. Sembrava così anche la seconda volta per Beatrice Bongiorni, 28 anni di Massa, titolare insieme al marito di una ditta di noleggio furgoni e una attività di grafica.

Beatrice come ha scoperto che la sua bambina aveva un grave problema al cuore?

«È stato durante un controllo di routine, all’Opa, al sesto mese di gravidanza. È venuto fuori che c’era qualcosina che non andava nel cuore della mia piccolina. Mi sono stati fatti ulteriori accertamenti ed è emerso che la mia piccolina aveva una cardiopatia congenita rara. Mi è crollato il mondo addosso».

Come ha affrontato il resto della gravidanza

«Devo ammettere che non è stato facile, è stato un periodo complicato io e mio marito non riuscivamo ad elaborare quello che ci stava succedendo. Io mi sono come bloccata: mi ha aiutato dovermi occupare dell’altra bambina ma il pensiero era sempre lì. Non sapevo se la mia piccola, quella che avevo nel pancione sarebbe sopravvissuta: una sensazione davvero tremenda».

Lei ha partorito poi nell’area Nascita dell’Ospedale del cuore.

«Come ho detto ero psicologicamente bloccata, questo ha influito anche sul parto: mi ricordo che un giorno una ostetrica mi disse, se non si lascia andare un po’ la bambina non nasce».

La sua piccola è nata il 15 febbraio cosa ricorda di quel giorno?
«La bambina alla nascita pesava tre chili e 280 grammi aveva il viso tondo, non sembrava una bimba malata. Me l’hanno fatta abbracciare, solo un attimo e poi l’hanno portata in intensiva. Quel momento è stato durissimo, ricordo che ho pensato: forse non la rivedrò più».

Poi la bambina, Maria Vittoria, è stata sottoposta al delicato intervento che le ha salvato la vita.

«Il giorno prima è venuto in camera il dottor Pak. Ci ha parlato dell’operazione, dicendoci che non si poteva sapere come sarebbe andata. Non potevo sapere se la mia piccolina ce l’avrebbe fatta. Per una madre è una delle cose peggiori che si possono sentire».

Lei ha condiviso questa esperienza con la mamma di Prato che, nello stesso suo giorno ha partorito all’Opa un maschietto con la stessa patologia.
«Sono stati operati insieme, il 21 febbraio. Noi mamme siamo andate fuori dalla sala operatoria, abbiamo aspettato lì, per sei ore, ci sembrava di essere vicino ai nostri piccolini».

L’intervento è perfettamente riuscito, come sta ora la sua bambina?
«La mia bambina sta bene, non sembra nemmeno che abbia passato tutto quello che ha passato. Siamo davvero felici e devo ringraziare l’Ospedale del cuore per tutta l’assistenza, a tutti i livelli, che mi ha riservato».

Cosa si sente di dire a una madre che magari sta vivendo una situazione come la sua?
«Direi di avere fiducia in un ospedale come quello che abbiamo la fortuna di avere a Massa. È un’eccellenza: qui si salvano vite umane».
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