Massa, Mencarelli: «Evam vuole crescere ma intanto le fontane sono chiuse»
Il cda: «Non le gestiamo noi. Con il nostro progetto la comunità si arricchisce»
MASSA. «A più riprese abbiamo letto sul giornale delle intenzioni del nuovo cda di Evam di voler allargare il mercato di vendita dell’acqua apuana imbottigliata non solo a livello pseudo-locale, ma anche all’estero attraverso il cosiddetto “marchio ombrello” sotto cui raccogliere tutte le acque toscane. Si ambisce a nuove captazioni, anzi la sorgente di Settefontane è già in utilizzo e quella di Acquaviva in procinto di essere autorizzata. La somma delle due sorgenti equivarrebbe alla portata di Amorosa e Fonteviva, delle cui sorgenti però sono state chiuse le rispettive fontane al pubblico, oltre a tutte le altre: che sia questo il motivo? ». Se lo chiede Luana Mencarelli, coordinatrice provinciale del M5S.
«Dobbiamo considerare anche gli effetti che tale rincorsa ai maggiori introiti di una spa ha sul territorio cittadino, quindi se merita far arricchire un’azienda con il conseguente depauperamento del singolo cittadino. Noi siamo memori delle conseguenze che l’imbottigliamento delle acque minerali ha prodotto nei vari contesti: ricordiamo ad esempio che Rocchetta, vi manterrà pure “puliti dentro e belli fuori”, ma ha provocato il prosciugamento della sorgente del fiume Feo e il nuovo pozzo autorizzato ha interferito con il fiume Rio Fergia al punto che 2 frazioni del Comune di Gualdo Tadino sono state staccate dall’acquedotto alimentato da quel fiume. Ci sono però altre preoccupazioni legate all’attività di emungimento delle due sorgenti aggiuntive, oltre addirittura ad altre due in via di studio, ed è il fenomeno della “subsidenza indotta” ossia lo sprofondamento della superficie a cui viene fatto mancare l’equilibrio tra la forza di gravità che tende a schiacciare e la “controforza” della materia e pressione idraulica che fa resistenza». Immediata la risposta del cda di Evam. «Il progetto – si legge in una nota – chiamato dalla stampa “marchio ombrello” non è un marchio sotto cui raccogliere tutte le acque toscane, come erroneamente riportato da alcune pagine di social network, bensì la proposta di un marchio (peraltro già presente nelle etichette Fonteviva per export) che, affiancandosi al marchio proprio di ogni etichetta (in posizione ridotta e defilata) possa rafforzare l’identità del prodotto a causa della provenienza dalla regione Toscana: lo scopo di questa proposta è quello di ricevere finanziamenti a fondo perduto (in particolare dalla Regione Toscana) per l’export dei prodotti, in particolare per la partecipazioni a fiere internazionali di settore. Quindi per Evam non sarebbe nient’altro che un ottimale utilizzo di un marchio già presente nelle etichette Fonteviva. L’auspicato aumento del fatturato di Evam (necessità impellente e urgente) non porterà al depauperamento di alcun singolo cittadino bensì all’arrichimento di tutta la comunità massese. La gestione delle fontane pubbliche non è di competenza di Evam spa. In merito all’iter autorizzativo delle due nuove fonti (precisiamo che anche la sorgente Sette Fontane non è tuttora autorizzata) l’azienda si è affidata a professionisti di chiara fama, ponendo come prerequisito la tutela ambientale nel suo complesso, anche a causa del fatto che l’azienda è in possesso di due importanti certifcazioni ambientali, quali la certificazione del sistema di gestione ambientale Iso 14001 e la Epd Environmental Product Declaration». Il cda si dice poi disponibile ad un confronto pubblico. l