Polizia

Massa, ex vicequestore condannato a pagare 20mila euro per danno di immagine

Massa, ex vicequestore condannato a pagare 20mila euro per danno di immagine

La sentenza della Corte dei Conti per una vicenda che risale al 2010-2011

25 maggio 2023
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MASSA. Dovrà pagare ventimila euro per danno d’immagine l’ex vicequestore di Massa-Carrara e poi in servizio alla Spezia, dottor Giovanni Petrillo. Lo ha stabilito la Corte dei Conti, che nella sua sentenza ha di molto ridotto le richieste del procuratore, che erano state avanzate anche per danno erariale. La richiesta di partenza superava infatti i 100mila euro, dei quali la metà relativi al presunto danno erariale per i costi del personale di polizia impiegato per le indagini a suo carico.

Tutto nasce dal procedimento giudiziario nei suoi confronti, concluso in primo grado con una pena di cinque anni, pena che però fu ampiamente ridimensionata sia in appello che in Cassazione e ridotta a un anno e undici mesi.

L’indagine era partita da una denuncia dell'ex vice questore vicario Luisa Cavallo. Il capo della squadra mobile Antonio Dulvi Corcione aveva messo sotto controllo il telefono di Petrillo. Nel mirino, alcuni lavori per i quali era stata decretata la somma urgenza, e che invece risultavano già compiuti, e “un'omessa trattazione ed un voluto procrastinare le comunicazioni al Ministero dell'Interno sulla situazione disciplinare” di un dipendente della Polizia, in sostanza "imboscando" la pratica senza sottoporre al Questore pro tempore i vari solleciti provenienti dal Ministero; così non vi fu la sanzione disciplinare al dipendente. La condanna della Cassazione per falso ideologico e abuso ideologico è del 2018, i fatti contestati risalgono al 2010, inizi 2011.

Come detto, sulla base di quanto comunicato dagli investigatori alla procura della Corte dei conti, nell’indagine sul dottor Petrillo erano stati impiegati dal 18 marzo 2011 al 18 luglio 2011, cinque dipendenti dell’ufficio investigativo della Questura e due dipendenti del Commissariato di Carrara. L’importo corrisposto dall’Amministrazione a titolo di stipendio nelle giornate lavorative in cui si è svolta l’attività d’indagine, è stato conteggiato dall’Ufficio amministrativo contabile della Questura in euro 52.686,77. E, si aggiunge, la commissione del reato contro la Pubblica Amministrazione di abuso d’ufficio accertato con sentenza definitiva penale di condanna, avrebbe inoltre determinato per la stessa Pubblica Amministrazione, in particolare per il Ministero dell’Interno, un danno d’immagine suscettibile di risarcimento. Secondo la procura, il danno di immagine sarebbe stato di 50mila euro. Ma come detto, secondo i giudici contabili l’ex vicequestore apuano deve essere condannato solo a 20mila euro per danno d’immagine, non potendosi intendere come danno erariale quello per le indagini, in questo accogliendo l’impostazione degli avvocati difensori Francesco frati ed Enrico Marzaduri. Petrillo dovrà quindi versare in favore del Ministero dell’Interno la somma di euro 20.000 a titolo di ristoro del danno all’immagine sofferto dall’Amministrazione.

 

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