Il Tirreno

Sanità

Massa, poche colonscopie con la pandemia e sono aumentati i casi di tumore

di Gian Ugo Berti
Massa, poche colonscopie con la pandemia e sono aumentati i casi di tumore

Parla il primario Iginio Dell’Amico, che sollecita a sottoporsi all’esame

21 febbraio 2023
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MASSA. Paura di contrarre il covid nell’esecuzione dell’esame durante la pandemia ma, prim’ancora, esisteva già un grande pregiudizio verso la colonscopia, eredità del passato quando era necessaria una preparazione molto impegnativa, gli strumenti erano più rigidi, l'esperienza degli operatori minore e soprattutto non veniva tenuto spesso conto del notevole disagio che l'esame comportava per il paziente. Crollo dunque delle richieste ed al tempo stesso, una volta rientrati nella normalità, è stato rilevato un aumento del numero di tumori superiore agli anni precedenti. Il motivo è legato alla ritardata diagnosi, cioè molti pazienti con sintomi hanno aspettato troppo tempo prima di eseguire l'esame. Attualmente la situazione è tornata ai livelli pre-Covid; l'allungamento delle liste d'attesa è dovuto alla carenza di personale medico, problema che affligge tutta l'Italia. Tuttavia per lo screening (ricerca del tumore del colon-retto sulla popolazione che abbia superato i 50 anni d’età), i tempi di attesa per una colonscopia sono inferiori a 20 giorni, purtroppo però la popolazione “fa orecchi da mercante”. Un problema di salute medico e sociale importante, nel pensiero di Iginio Dell'Amico, Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva Apuane, Ospedale Noa.

Causa la pandemia, gli esami di colonscopia digestiva rimasti inevasi, secondo gli esperti di settore, sono attualmente circa cinquecentomila sul territorio nazionale. In quanto tempo, indicativamente è possibile pensare ad un loro azzeramento?

«Prima della pandemia, in Italia venivano eseguite circa 800mila colonscopie all'anno. Almeno il 30% (con punte del 50%) di questi esami sono inutili. Se fosse possibile migliorare l'appropriatezza prescrittiva delle richieste dei Medici di famiglia, seguendo le linee guida elaborate dalle Società Scientifiche di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, questo spreco sarebbe ridotto a tal punto da consentire una notevole riduzione delle liste di attesa».

Sul sito della Regione Toscana, le prenotazioni per le colonscopie digestive arrivano ad un anno. Perno del Servizio Sanitario pubblico è la prevenzione. Secondo la sua esperienza, che aggettivo userebbe per indicare il livello di rischio tumorale in questi ritardi?

«Per quanto riguarda la prevenzione , la Regione Toscana è molto impegnata sullo screening del cancro colo-rettale (Crc). Tutte le persone che hanno compiuto 50 anni (questo perché al disotto di questa età l'insorgenza è piuttosto rara) vengono invitate ad eseguire gratuitamente la ricerca del sangue occulto nelle feci. I casi positivi sono richiamati per fare la colonscopia (con breve tempo di attesa e senza costi). Nella struttura che dirigo, la colonscopia di screening viene eseguita previa sedazione, al fine di ridurre al minimo il disagio legato all'esame. Purtroppo la cittadinanza risponde in modo inadeguato, oltre il 50% degli invitati fa orecchie da mercante... questo è molto frustrante perché la campagna di prevenzione può avere successo solo se l'adesione allo screening è elevata. È necessario che la popolazione sia meglio informata sulle benefiche ricadute dello screening (la riduzione dell'incidenza del Crc) e venga sollecitata, anche da parte dei Medici di Famiglia, ad aderire. Il nostro Reparto è ben equipaggiato per eseguire 14/16 colonscopie in sedazione al giorno, pari al 90% del totale delle colonscopie».

Qual è, in particolare, la situazione a Massa e provincia? Come è andata nella Pandemia?

«Durante la pandemia si è avuto un crollo delle richieste di esami endoscopici in generale, principalmente per la paura – immotivata - di poter contrarre il virus in ospedale. Questo ha causato una diminuzione degli esami. Una volta rientrati nella normalità, abbiamo rilevato un aumento del numero di tumori superiore agli anni precedenti. Il motivo è legato alla ritardata diagnosi, cioè molti pazienti con sintomi hanno aspettato troppo tempo prima di eseguire l'esame. Attualmente la situazione è tornata ai livelli pre-Covid; l'allungamento delle liste d'attesa è dovuto alla carenza di personale medico, problema che affligge tutta l'Italia. Tuttavia per lo screening i tempi di attesa per una colonscopia sono inferiori a 20 giorni. Siamo anche in linea con le Direttive regionali per i casi più urgenti (cosiddette prescrizioni “brevi”) che vengono soddisfatte entro 10 giorni. Cerchiamo anche la collaborazione con i Medici di Medicina Generali che per casi particolari hanno sempre trovato la nostra collaborazione. Il carico di lavoro dei medici ed infermieri del reparto è davvero notevole, facciamo 25-30 esami al giorno, assicuriamo le urgenze del Pronto Soccorso, le reperibilità h/24 e dedichiamo tre sedute a settimana agli esami di endoscopia operativa chirurgica e di ecoendoscopia, attività ancora adesso unica per la Asl nord ovest».

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