Gli aneddoti, la musica e i gol Ronchi ricorda il “suo” Pablito
L’eroe del Mondiale 1982 nei racconti di amici, giornalisti e della moglie Federica. «Questo posto era entrato subito nel cuore di Paolo e quindi anche nel mio»
MASSA. A una prima occhiata non sembra più la piazza Calamandrei malconcia che vediamo di giorno, con un bel palchetto, fiori e una bella organizzazione fonica. Così comincia una bella serata dedicata a Paolo Rossi, il Pablito Mundial e incentrata sulla moglie Federica Cappelleti e su quanto ci racconterà nella serata assistita da Filippo Grassia, che mette toni, parole e musica nei posti giusti. Una serata dove racconti e ricordi volano via piacevoli con un numeroso pubblico ad ascoltare a bocca aperta e con una platea che ricorda i tempi delle serate d’oro anni Novanta. Si inizia con Grassia che chiama sul palco gli artefici della serata, gli uomini del gruppo veterani dello sport di Massa con Ettore Bigini e Nicola Lofrese, insieme al presidente del Ccn di Ronchi Daniele Lorieri. Sale sul palco con i primi applausi Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi che come lui si è innamorata di Ronchi e qui passa le vacanze da molti anni. Entrano a fare da spalla a Filippo i colleghi Xavier Jacobelli, che ora guida Tuttosport, e Luca Calamai (Gazzetta dello sport). E qui cominciano a uscire episodi, aneddoti, cose allegre e meno, per via dei sacrifici di Paolo dovuti ai tanti infortuni, soprattutto a quelle ginocchia d’oro ma fragili. I due giornalisti, fanno affiorare tanti ricordi sul passato bel goleador, sulle serate nei ritiri della nazionale, ma anche su quelli del Vicenza, della Juve e soprattutto a Perugia dove Rossi ha incontrato per la prima volta Federica. Struggente, ma anche con una forte coincidenza di orari il loro primo incontro alla presentazione di un libro della Cappelletti; presentazione alla quale Rossi, per arrivare in tempo come da promessa, è giunto dopo aver preso aerei (stava giocando all'estero) e un taxi da Torino a Perugi, per il sollievo di Federica quando lo ha visto arrivare. Sulla successiva tornata sono saliti sul palco il mister massese Aurelio Andreazzoli e l’amico fraterno di Paolo, Nicola Zanone che negli anni Ottanta lo ha portato per la prima volta a Ronchi e dove sono poi sempre rimasti. Andreazzoli ha parlato di Rossi da una posizione più defilata, Zanone si è prolungato sull’amicizia, sugli infortuni di Paolo, sulla vita delle famiglie, sulle partitelle che facevano ancora sul campetto che possiede a Ronchi con tutti gli amici, sulle serate in allegria al Pancino fra una portata e una canzone (Paolo amava cantare). Tutto questo mentre sul maxi-schermo scorrevano immagini della vita di Paolo. Poi a un certo punto Filippo Grassia interrompe, serve un po’ di relax, ma è studiato. Concede ad Alessio di mostrare le sue qualità canore alla chitarra e poi parte il Mundial. Silenzio mentre Federica stringe le sue bambine. La voce di Martellini parte con i pezzi migliori delle reti con il Brasile, e a ogni gol infiammati dal calore del cronista il pubblico esplode, sembra di essere ancora in Spagna, e cosi via per tutte le reti della finale con la Germania.
Così anche chi non c’era si è reso conto di cosa è stato il Mondiale del 1982 e Paolo Rossi. Che resta nel cuore di tutti «come Ronchi era nel cuore di Paolo ed è entrato prepotentemente anche nel mio», ha ammesso Federica Cappelletti nel pieno della serata. l
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